KUHESABU calcolare

Padre Oliviero Ferro

Ogni volta che andavo al mercato a comperare qualche cosa, si verificava una scenetta divertente. Le mamme che vendevano gli ortaggi dicevano che non capivano la lingua swahili. Bisogna va parlare nella lingua del loro villaggio. Allora chiedevo a qualcuno di tradurre. Però c’era un momento in cui capivano subito. Mi avevano dato un prezzo e io facevo finta di dare loro qualcosa di meno. Mi guardavano, come per dirmi che non ero poi molto furbo. Loro avevano calcolato (kuhesabu) bene e dovevo dare quello che mi avevano chiesto. Allora io, ridendo, rispondo che non è poi proprio vero che non capivano la lingua, perché quella dei soldi per loro era molto chiara. Invece andando nelle scuole elementari, in molto casi, i bambini avevano un quaderno o meglio la lavagnetta col gesso(ardoise) su cui scrivere e fare i calcoli. Qualche volta mancava pure quello e allora si usciva nel cortile e con un bastoncino, si scrivevano i numeri nella terra e così si facevano i calcoli. Una cosa che mi ha sempre divertito era il vederli fare i calcoli con le mani. Noi, di solito, cominciamo dal pollice. Loro, invece, tutto il contrario. Ad esempio, per il tre, noi usiamo le prime tra dita, loro invece la terza,quarta e quinta. Allora, se vuoi sentirti vicino a loro, fai come loro e così toccherà a loro di mettersi a ridere vedendo il tuo goffo tentativo di imitarli. Ora, è vero, si usa la calcolatrice nei cellulari o al computer e si pensa che tutto vada bene. Ma quanta fantasia tornare a usare le mani e comunicare meglio con le persone!