Eboli: FDI sul piano di rientro

 L’assessore Lavorgna e tutta l’amministrazione, l’altra sera sono riusciti nella più grande operazione di mistificazione della storia repubblicana di Eboli. Hanno fatto passare il piano di rientro (in realtà è un piano di uscita; l’uscita di Eboli dal panorama delle città civili) come il primo passo verso la strada del risanamento quando in realtà si configura come la più pesante manovra recessiva mai vista ad Eboli che produrrà la definitiva rovina della nostra città. Un piano che prevede misure di aumento della pressione fiscale (IMU, RES e TARSU) che poco otterranno in termini di introito fiscale (la gente continuerà ad evaderle) ma che determineranno un’inesorabile riduzione del potere di acquisto degli ebolitani (quei pochi che ancora riescono a pagare i tributi) con ulteriore rischio per le attività commerciali e produttive della nostra città, già messe in crisi dall’avvento del centro commerciale e dell’outlet, avvenuto in un contesto di assoluta mancanza di piano di ammortizzatori di impatto. Tutto ciò determinerà un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione che ad Eboli è già 10 punti percentuali al di sopra della media nazionale per evidenti responsabilità di una politica “tassa e spreca” di 20 anni di sinistra e un ulteriore riduzione del reddito procapite, già fanalino di coda della nostra provincia. Ma non solo. Il piano, prevede l’accensione di un ulteriore mutuo per pagare i debiti (10mil di euro) provenienti dalle sentenze dell’area PIP, un mutuo che graverà sulle nostre future generazioni. Il piano è pieno di dubbi e di ombre. I dubbi sono rappresentati dai circa 20 milioni di euro che ancora incombono sulla testa dell’ente per le sentenze non ancora passate in giudicato, ma che un piano serio, un piano di rientro che si rispetti, dovrebbe non dico prevederne l’equilibrio, ma almeno indicare una via di uscita, una ipotesi su come affrontare il problema. Ma nel piano non si fa menzione di nulla di tutto ciò, affidandosi evidentemente alla fortuna e ai miracoli divini per la soluzione. Ma non basta. Il piano compie una specie di operazione verità in quanto smaschera l’allegra gestione nei bilanci degli anni scorsi (puntualmente denunciata dal sottoscritto a tutti i livelli) e anche sottolineata dalla Corte dei Conti e dal MEF nelle loro relazioni per le verifiche ispettive degli anni scorsi di cui si attendono ancora le pronunce definitive. Un’operazione verità sulle decine di milioni di euro di residui attivi non esigibili che hanno consentito fino ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi di redigere bilanci comunali assolutamente non veritieri, serviti solo a far galleggiare questa maggioranza che non è in grado di provvedere ai propri cittadini. Ma non basta! Nel piano non si fa menzione alcuna alle modalità di ripiano dell’indebitamento della Multiservizi che ammonta a circa 4 milioni di euro e che risulta acquisito al bilancio al 31 dicembre 2012. Ma non solo. Nel piano è ventilata l’ipotesi di chiudere l’asilo nido e di altri servizi a domanda individuale e di affidarli all’esterno, dopo che per anni si è sostenuto contro ogni evidenza, che si trattava del fiore all’occhiello dei servizi della città. Insomma, ci troviamo di fronte ad un piano di rientro che anche se dovesse essere riconosciuto formalmente valido dalla Corte dei Conti non solo NON risolverebbe alcun problema della nostra città ma risulterebbe talmente recessivo da farla sprofondare ancora di più nella preistoria. Il dissesto economico avrebbe avuto sicuramente un vantaggio. Avrebbe avviato le procedure per l’accertamento delle responsabilità personali penali e civili e ci avrebbe definitivamente liberato da questa classe dirigente incompetente.

Lazzaro Lenza Cons Comunale Fratelli d’Italia