Potenza: Maruggi “Nel dipartimento del cuore tante professionalita’ per la salvezza dei pazienti”

“Mai come nella sanità di eccellenza il lavoro di squadra paga. La storia del signor C. dimostra che cosa significa avere un dipartimento altamente specializzato per il cuore”. Il direttore generale dell’Aor San Carlo, Giampiero Maruggi commenta con soddisfazione la notizia del trasferimento del paziente in cardiologia riabilitativa. “E’ una buona notizia – osserva Maruggi – l’anticamera del ritorno a casa, dopo un intenso e complesso  percorso clinico. Alla sua salvezza hanno concorso infatti ben sei unità operative complesse: l’Utic, la cardiochirurgia, la cardioanestesia, l’emodinamica, la cardiologia medica e riabilitativa. Una struttura articolata e di alta specializzazione che permette di farsi carico dell’intero percorso diagnostico, clinico e terapeutico anche per i pazienti più ‘difficili’”. L’uomo, 55 anni e con una lunga storia di problemi cardiaci, era arrivato due settimane fa in condizioni seriamente compromesse al San Carlo, con edema, angina e scompenso cardiaco. La coronarografia ha documentato una grave malattia dei principali rami coronarici e una forte riduzione dell’efficienza del ventricolo sinistro. Le soluzioni più diffuse, un by pass coronario o una normale angioplastica, sono state escluse dagli specialisti che hanno valutato eccessivo il rischio data la gravità della situazione, anche alla luce della complicata storia clinica del paziente (una decina di anni fa in occasione di una precedente crisi aveva sofferto di dissezione dell’aorta). E’ stata quindi elaborata una soluzione alternativa, un’angioplastica in condizioni di massima sicurezza: l’intervento sulle coronarie è stato effettuato da un equipe diretta dal primario di Emodinamica, Pasquale Lisanti, collegando il paziente a una macchina per la circolazione extracorporea e quindi con il cuore quasi fermo.  In pratica il sistema cardiocircolatorio esterno (CEC) ha sostituito la funzione cardiaca per tutta la durata della procedura. E’ comunque insorta subito una prima complicazione che ha richiesto l’intervento immediato del chirurgo vascolare. A distanza di 48 ore le condizioni cardiocircolatorie del paziente sono migliorate decisamente tanto da consentirgli di lasciare il reparto di Terapia intensiva cardiochirurgica ed essere trasferito nell’Unità di Terapia intensiva coronarica, che è diretta dal capo del Dipartimento cardiologico, Francesco Sisto. Qui però si è verificata un’altra grave crisi, con arresto cardiaco, per cui si è dovuto impiantare anche un defibrillatore.“Va sottolineata – ha concluso il direttore generale Giampiero Maruggi –  l’importanza fondamentale della cooperazione di varie figure professionali nella felice gestione di problematiche cardiologiche così complesse:  cardiologo interventista, cardiochirurgo, cardioanestesista, chirurgo vascolare, cardiologo e tecnico della perfusione  hanno operato, ognuno per quanto di propria competenza, in totale sintonia con un unico, preciso obiettivo rappresentato dalla salvezza del paziente. Il mix di elevate professionalità e avanzate tecnologie del Dipartimento dell’Alta specialità del Cuore del San Carlo consente di trovare soluzione ai problemi clinici di maggiore complessità con successo”