…. E adesso e’ cambiato tutto

Giuseppe Lembo

In pochi decenni, con un processo di forte deindustrializzazione in atto, il mondo è cambiato; è cambiato, ma non poco, tanto che gli anziani ancora sopravvissuti, non lo riconoscono più, né riescono a riconoscere, come uomini tra gli uomini del mondo attuale, quel mondo reale sempre più disumano, sempre più prono su se stesso. La frase che racchiude in sé tutti i cambiamenti del mondo viene sillabata da tutti gli anziani con lo stesso ritmo; lentamente ed in silenzio i sopravvissuti di altri tempi si danno la voce e guardandosi in faccia vanno sillabando “…. e adesso è cambiato tutto”. Una frase che in poche parole dice tutto; ma veramente tutto. Sta a significare la consapevolezza diffusa di un profondo ed incomprensibile cambiamento antropico per cui niente è più come prima nell’intero universo degli uomini e delle cose che affollano il pianeta Terra; un cambiamento sillabato anche se non compreso che racchiude in sé un cammino assolutamente nuovo, fatto di immagini nuove, di linguaggi nuovi e soprattutto di comportamenti umani assolutamente nuovi e per molti aspetti incomprensibili. L’unico dubbio assordante è di sapere se siamo di fronte ad un cammino che appartiene a tutti noi, in quanto uomini della Terra, oppure trattasi di un pericoloso surrogato di cambiamenti, dal volto poco umano che, giorno dopo giorno, ci regala un mondo solo apparentemente nuovo, ma assolutamente disumano; un mondo diverso, ma avvelenato con in sé un grande, feroce nemico, individuato dall’uomo proprio nell’uomo e non fuori di esso. Questo mondo drogato e falso in forte movimento è, purtroppo, gravemente ammalato di uomo. Bel capolavoro quell’attesa del mondo in cui tutto cambia!Ma cambia per chi ed in che cosa? Quali sono le condizioni del cambiamento in atto? In che cosa cambia il mondo per quel miliardo di persone, bambini compresi, che vengono sulla Terra per essere esclusi dal diritto naturale alla vita, negata da “uomini caini” che non si fanno scrupoli ad eliminare per fame i propri simili, bambini compresi? Trattasi purtroppo, di bambini che non diventeranno mai adulti e che usciranno di scena dopo aver vissuto brevemente ed in fretta, il loro inferno terreno. Cari governanti del mondo siete veramente contenti di essere sempre più spesso portatori di morte; di una morte che uccide, senza colpo ferire e si chiama fame? Non è possibile pensarvi contenti nella veste di governanti di morte. Il vostro è un ruolo diverso; a voi, in quanto testimoni ed ambasciatori di pace, compete la vita, non la morte. Compete l’impegno per la vita dell’uomo e non l’indifferenza che uccide. Nel Terzo Millennio pensiamo ad un mondo nuovo; ad un mondo cambiato. Ma non si può pensare che si tratti di veri cambiamenti se sono inquinati dalla disumanità che uccide ed uccide con la complicità di chi ha ben altri compiti da svolgere e ben altri obiettivi da raggiungere. Caro mondo, caro Occidente, cara Europa, cara Italia, veramente cercate ancora il sacrificio di vita umane senza colpo ferire? Io mi sforzo a non credere che il cambiamento del mondo possa poggiare sul rifiuto a tanti del naturale diritto alla vita, complice la fame che uccide, senza guardarsi attorno e senza guardare in faccia a nessuno, ma proprio a nessuno.Questo non è il mondo dei giusti; non è assolutamente il mondo a cui deve tendere l’uomo della Terra. Se succede, complice l’indifferenza, tutto questo, è perché il mondo è ammorbato da disumanità diffusa, il frutto innaturale di una cultura ormai essiccata e senza capacità di slancio solidale.

Per evitare la catastrofe umana, prima di tutto, abbiamo bisogno di una cultura viva, finestra di vita che abbia in sé la forza di ridare all’uomo la gioia di vivere, liberandolo dai pensieri tenebrosi di un suicidio collettivo, sempre in agguato e come unica soluzione ai tanti mali.

La cultura come espressione alta del pensiero singolo e collettivo, per aiutare l’uomo nei cambiamenti, non deve assolutamente essere contaminata dalle idiozie della televisione che, forte di un assorbente potere mediatico, da vero e proprio impero sovrano, impone alla gente un modello assolutamente subculturale da terzo mondo.

Oggi, purtroppo, siamo circondati da tanti fatti negativi; fanno male all’uomo ed al suo insieme umano.

Si manifestano ovunque nel mondo come una vera e propria peste; dal razzismo, a forme di incontrollata fobia secessionistica, ad azioni violente contro i neri ed i rom, alle continue ed aggravate violazioni dei diritti umani.

Sono un susseguirsi di azioni contro l’uomo, perché considerato un diverso.

C’è, purtroppo, ovunque, un’immagine diffusa di realtà umane sempre più gravemente imbarbarite.

Siamo di fronte ad una grave e pericolosa deriva antropologica e culturale.

Siamo di fronte ad una crisi economica che va fortemente coinvolgendo l’uomo nei suoi tratti fondamentali con alla base l’etica ed i valori di sempre.

Dov’è l’inizio della fine? Ma nel mondo è veramente cambiato tutto? Quali sono i benefici del cambiamento?

Esistono realmente e/o si tratta di soli benefici inventati ed assolutamente di nessuna utilità per l’uomo; per tutti gli uomini della Terra, purtroppo, ovunque, antropologicamente ammalati.

È, purtroppo, proprio vero che noi essere umani siamo capaci di consacrare grandi energie alla ricerca del nulla ed alla formulazione di pensieri inutili ed assurdi che, così come espressi, non aiutano a cogliere con lucidità le caratteristiche del mondo, né le semplicità dell’uomo! È necessario cambiare il mondo. Il cambiamento del mondo nella sua giusta direzione, deve avere come unico, grande obiettivo quello di elevare il pensiero e di contribuire alla crescita nell’interesse comune. È assolutamente dannoso per l’uomo e la società dare impulso e contribuire all’autoriproduzione di sterili elite che non giovano se non a se stesse e sono assolutamente dannose per il perseguimento del bene comune. Il mondo deve cambiare; tanto è necessario per il futuro dell’umanità. Per cambiamenti veri occorre una grande rivoluzione culturale; è questo, l’unico modo possibile per incidere concretamente sui comportamenti umani e per così realizzare un mondo nuovo, a dimensione dell’uomo; a dimensione di tutti gli uomini della Terra e non solo dei pochi che sono i privilegiati che non amano la rivoluzione culturale e agli antipodi dell’intelligenza umana pensano sempre e solo a se stessi, del tutto indifferenti agli altri; alla miseria degli altri, una falce che miete in chi è portatore di privilegi ogni propensione ad avvicinarsi all’altro, lasciando un vuoto dentro, spogli come si è di sentimenti essendo dotati della sola forza di tollerare tutto l’orrore di un presente assordantemente assassino con la complicità di tanti che reggono le sorti di questo stano e disumano mondo.