Pianeta disabilità: talvolta si deve tornare bambini

Barbara Gentile

Molte maestre per insegnare ai bambini di prima elementare a fare le prime facili operazioni utilizzano i regoli in colore. Questo metodo è efficace quando il bambino non possiede ancora capacità di astrazione e manipolando i regoli si rende conto del significato di quello che sta facendo: le quattro operazioni. A ogni colore corrisponde un numero, ad esempio il bianco vale 1,il giallo vale 5 e il nero 7. La cognitività di un portatore di handicap, è spesso equiparata a questi, infatti nel mio percorso riabilitativo ne ho fatto spesso uso. Inizialmente li usavo come gioco, cercavo infatti, con estrema difficoltà, di costruire un grattacielo, adagiandoli uno sopra l’altro. Quando la mia attenzione me lo permise, li adoperai in maniera corretta. La mia “classe” era costituita da persone di varie età costretti, come me, a vivere seduti e la mia “maestra” era la fisioterapista. Per rendere il lavoro meno noioso, aggiungeva i chiodini colorati, che puntualmente non riuscivo ad inserire nel forellino predisposto. Le esperienze, in particolar modo quelle dolorose, mi hanno fatto maturare. Maturare non significa riuscire a superare difficoltà contando solamente  sulle proprie forze, maturare significa capire l’importanza di chiedere aiuto. Sta lì il segreto, sapere come e perché chiedere aiuto. Capire che in questo mondo non saremmo soli e chi ce la fa in tutto senza l’aiuto di nessuno, non è una persona da ammirare perché così maturo, è uno stupido invece. La maturazione è una scala, un gradino alla volta…ah però non c’è mica una fine, e neanche un inizio a dire il vero non è solo una scala, sono tante scale messe insieme…non ci sono grandi regole, puoi prendere qualsiasi strada se pensi sia quella giusta e non guasta mai incontrare qualcuno e chiedere “ mi scusi, mi sono persa…può aiutarmi?”.