Cava de’ Tirreni: Il Ranocchio s’illumina d’immenso!(V puntata – PAES, la Bella Addormentata)

Il Ranocchio dopo avere sorseggiato un caffè che il fido maggiordomo Nestore gli ha preparato, s’è letto l’Azione n. 5 del PAES e fa una seconda riflessione: Certamente l’erogazione dell’illuminazione pubblica deve rispettare norme precise in materia di rapporto lumen/superficie da illuminare, ma è innegabile che nel nostro Paese la spesa pro capite per l’illuminazione pubblica è di gran lunga superiore a quella in Germania, Francia  e Gran Bretagna, e doppia della media europea, fino a superare  la ragguardevole cifra di un miliardo di euro all’anno, escluso il costo delle manutenzioni. Un terzo dei consumi elettrici delle città, a tanto ammonta il peso in bolletta dell’illuminazione stradale secondo un’inchiesta pubblicata dalla testata Forbes. Una cifra importante, soprattutto in tempi di crisi economica come quelli che stiamo attraversando. Nella città norvegese di Trondheim, ad esempio, sono installati complessivamente 21.500 punti luce (1.100 sulle autostrade, 2.800 sulle strade provinciali, 16.600 su quelle urbane, 300 nei parchi, 700 su strade private). Nel 2006, il costo per l’energia elettrica, la gestione e la manutenzione di tutti questi lampioni è stato di 1.881.250 euro all’anno.  Eppure, grazie alle moderne tecnologie per il risparmio energetico, è possibile tagliare i consumi (e i costi) anche del 60%. Sempre Forbes riporta il caso della città di San Jose, in California, che è riuscita a ridurre la bolletta energetica di 4 milioni di dollari all’anno soltanto sostituendo i lampioni con dispositivi a Led. A Calgary, in Canada, l’intero parco lampioni è stato rinnovato con lampade efficienti, garantendo un risparmio di 2 milioni di dollari all’anno, mentre a Oslo è stato installato un sistema intelligente per l’illuminazione stradale che ha portato a un risparmio energetico del 70%. Ma la tecnologia a Led o i sistemi di illuminazione “smart” (intelligente) non sono gli unici mezzi per tagliare la bolletta elettrica dei comuni. Anche l’uso delle fonti rinnovabili per alimentare i lampioni stradali si sta progressivamente diffondendo, con diverse esperienze già avviate in varie parti del mondo. Nel 2011, per esempio, l’amministrazione di Busan, la seconda città più grande della Corea ha installato una serie di lampioni ibridi, provvisti di pannelli solari e piccole turbine eoliche che alimentano le lampade. Una simile esperienza, utilizzata però per l’illuminazione artistica di un monumento, è stata portata avanti anche in Italia, a Imperia, dove la torre campanaria del 1923 è stata equipaggiata di una piccola turbina in grado di alimentare il tricolore a led che decora il campanile stesso, installato in occasione dei festeggiamenti per il 150imo anniversario dell’unità nazionale. In Texas, invece, la tecnologia micro-eolica è stata utilizzata per alimentare i condizionatori degli uffici, un’altra voce di spesa molto significativa per aziende private ed Enti pubblici. In Italia, per cominciare, ha la sua base un’azienda che produce un sistema di telegestione e telecontrollo, ad alta efficienza energetica, degli impianti di illuminazione esterna (anche esistenti). Non richiede interventi invasivi, e sfrutta l’uso delle cosiddette onde convogliate, ovvero la trasmissione di dati su linea elettrica. In pratica quello che è stato sperimentato in un albergo per non abbattere i muri (con tutte le spese e i disagi conseguenti). Oggi quest’azienda illumina aeroporti, strade, parcheggi in tutto il mondo. In più il sistema ad onde convogliate può trasformare i pali dell’illuminazione in una rete di hotspot per wi-fi (per la distribuzione di una rete internet senza fili) … un sistema alla base di una “Smart City” (Città intelligente). Istruzioni per l’uso: A Cava de’ Tirreni la pubblica illuminazione è oggetto di un contratto venticinquennale, datato 2004, con l’ATI “Citelum Italia SpA – Gemmo SpA”. Il prezzo annuale contrattuale è di € 685.512,30 + IVA (di cui 541.590 per la gestione degl’impianti e 143.921,44 a titolo di quota annua per l’ammortamento dell’impianto). Un contratto dal valore di € 17.137.807,50 + IVA, ovviamente nell’arco temporale 2004/2029. Il canone viene regolato in quattro rate trimestrali: € 685.512,30 / 4 rate trimestrali = € 342.756,15 + IVA per rata che diviso per i due soci dell’ATI fa € 171.378,08 + IVA cadauno ogni tre mesi. Tant’è che il Comune di Cava de’ Tirreni il 15/10/2012 delibera il pagamento di un totale di € 223.789,60 + IVA, ovvero, acciderbolina, il 30,58% in più di quanto previsto in contratto. Altra bizzarra stranezza la si riscontra nella presentazione del PAES all’Azione n. 5 dov’è menzionata quale Responsabile dell’attuazione la sola Citelum Italia SpA. Orbene non sarebbe giusto pretendere dall’ATI e gratuitamente che tutti i punti luci dovranno essere sostituiti solo con i LED, visto che consumano meno di quelle ad alogenuri metallici (che sicuramente saranno privilegiati dal concessionario in quanto costano meno) e durano di più? Non sarebbe giusto pretendere dall’ATI  e gratuitamente un’infrastruttura di hotspot wi-fi integrata nei punti luce (considerato, peraltro, che utilizzano le onde convogliate per la telegestione dei corpi illuminanti)? Se poi si volesse esagerare si potrebbe pure concordare l’installazione di micro turbine eoliche su alcuni punti luce, considerato che a Cava de’ Tirreni la velocità media annua del vento è di circa quattro nodi. Come dire: una mano lava l’altra (e a parità di costo – mi raccomando).

La Strega Cattiva (alias Annamaria Senatore)