Salerno: Cisl, ancora tagli alla Sanita’ privata

 “E’ proprio vero che al peggio non vi è mai fine – afferma Pietro Antonacchio della CISL FP – Con il decreto 123 del 10 ottobre scorso si decrementa per l’anno in corso il fondo relativo ai limiti di spesa e dei relativi contratti con gli erogatori privati della sanità per l’assistenza specialistica ambulatoriale ed ospedaliera, per le Case di Cura private e per altri soggetti privati del settore, in tutta la Regione Campania di circa 48 milioni di euro. Oltre al grave danno  causato dai tagli lineari  imposti dal governo nazionale, che si risolve nel tagliare carne viva lasciando il tumore intatto e in sede,  è paradossale ipotizzare che quasi alla fine del mese di ottobre viene notificato un decreto che paventa una riduzione del tetto di spesa già sottoscritto in apposito accordo per l’anno 2012 con gli enti privati, per abbassarlo ulteriormente del 1,7385%, cui si dovranno aggiungere per il 2013 un meno 1% e per il 2014 un ulteriore meno 2%. La stima complessiva finale per il triennio 2012/2014 è di   87.261.961,87   di perdita per l’intero settore. Se questa è la spending review del governo da attuarsi per il tramite delle regioni, tagli che si sommano a quelli già perpetrati a tutt’oggi,  allora essa sembra più il massacro degli innocenti se si pensa che da subito si assisterà ad ulteriori licenziamenti, riduzione di prestazioni e della qualità assistenziale. Se i politici si recassero ad un qualsiasi sportello presso un qualsiasi centro accreditato, assisterebbero a quante persone, pur dovendo praticare esami specialistici, si allontanano non appena vengono informati a quanto ammonta la spesa per il ticket che è costretto a pagare. Molti infatti si riservano di fare le analisi in attesa di un prossimo e migliore futuro. Se costoro si assommano a quanti invece agli sportelli non ci vanno proprio, allora non è peregrino pensare che la situazione comincia a divenire veramente drammatica. Come CISL FP pensavamo che per la politica nazionale e regionale la sanità in tempo di crisi dovesse avere, ovunque e comunque, tutte le connotazioni del diritto universalistico sancito dalla costituzione, ma ho paura che invece sempre più si stia rafforzando l’idea che se hai i soldi vivi in salute , altrimenti sarai costretto a vivere male e in perenne rischio di morbilità varia e di malattie gravi. Bisogna da subito chiedere un chiaro cambio di tendenza. Pensare di rivisitare il sistema dando maggiore valore all’assistenza quanto più vicino possibile ai cittadini, prevenendone e salvaguardandone lo stato di salute e di benessere e creare così le giuste economie da rilanciare nel settore per adeguarlo ai tempi a partire dai reali bisogni. Ripensare totalmente al governo del settore e del complesso sistema sanitario che, così come è,  risulta frammentato e diviso, e non potrà mai integrarsi in un unico progetto dei servizi socio sanitari,  se non si cambiano le modalità a partire da quelle organizzative e funzionali. Continuare a tagliare senza alcuna programmazione si risolverà nell’immane impossibilità di riordinare il sistema. Purtroppo come sindacato, come CISL FP soprattutto,  vorremmo  partecipare,  nei limiti delle nostre possibilità, alle dinamiche del riordino del sistema quale interlocutore responsabile, ma dobbiamo constatare che la attuale politica non è ancora pronta a fare un salto di qualità verso una moderna “governance” del settore,  non risultando mai allo stato essa stessa una valida interlocuzione. Tutti i decreti della Giunta Caldoro lo dimostrano. Forse è giunto il momento, come accade nella maggior parte degli atleti professionisti ormai alla fine della carriera, di farsi da parte. In genere lo si fa per evitare infortuni. Con lo smantellamento della sanità che stanno determinando, forse  per molti dei nostri politici attuali è la cosa migliore da fare.” (Pietro Antonacchio)