A te che leggi dopo mezzanotte…”Bugiardo e incosciente”

Giuliana Rocci

“Odio tutto di te oramai così, E te lo griderei e tu saprai il perchè, Non c’ è niente fin qui che salverei di te. Certo visto così da vicino c’è il sonno che ti dà, un’ aria da bambino.  Certo visto così da vicino vicino, che bambino che sei.” Ancora Mina la cullava di nostalgie, mentre ricordava l’ultimo incontro, ignorato volutamente. Non l’aveva visto o aveva finto: semplicemente affrancata da una sudditanza psicologica, imbastita d’educazione e di feeling, che l’aveva governata per troppo. E lui, radioso al solo vederla, senza poter incrociare il suo sguardo! Ormai il fossato diventava sempre più profondo, man mano che i giorni roteavano rimpianti per non aver deciso prima di restare sull’Aventino. S’era data tante scazzottate, per tentare di recidere quella sorta di cordone empatico, che governava quel rapporto senza successo. Perchè non era mai finito da alcuna parte, per mancanza di coraggio di lui: fino a che punto fosse riuscito a reggerlo, se lo chiedeva ora che acrobaticamente era discesa dal trapezio delle illusioni. Mentre lui continuava a piroettare sentimenti, con quel sorriso sornione perennemente fanciullesco, ricordava la suadenza di Mina “Quell’aria da bambino…” e la voglia di spegnergli definitivamente quella superficialità che gli sollevava gli zigomi della razionalità. Freddamente distaccato, era quanto la sua timidezza imponeva al comune anfratto amicale: anche a lei era riservato un trattamento speciale. Quello dell’asettica indifferenza, neanche divina, giacchè non aveva avuto neppure il buongusto di saper fingere, nelle sue menzogne. Un paradosso eppure era quella contraddizione che lui viveva, convinto d’esser un dritto. Non era riuscito neanche ad arrampicarsi sugli specchi della convenienza, nel volerle porgere un omaggio meritato: aveva annientato le festività, per non tributarle neanche un cadeaux simbolico! Aveva varcato il Rubicone da un bel pezzo: ricordò quando gli diceva di voler sotterrare l’ascia della guerra, per fumare un calumet di pace! O di voler far con lui un viaggio in mongollfiera! Altri tempi: ora non valeva neanche più la pena ricordarli, pensava afferrando il ciondolo d’argento che l’inorgogliva da autoregalo per il compleanno! Davvero un bambino mai cresciuto, senza alcuna voglia di diventare uomo, neanche a costo di rimettere la propria felicità. Lui con la sua tribù familiare, nella quale sembrava il perno, ma era  l’ultimo, succube, in tema di decisioni. Lei, un po’ più d’un’amica e basta, le aveva dichiarato! Era lei che s’era vissuta un film immaginario? Era davvero troppo sentirsi umiliata dalle sue bugie! Ricordò l’ultima volta che l’aveva guardato da vicino, mentre imbastiva silenzi e menzogne:  lei, ad attendere che testimoniasse finalmente l’autenticità dei suoi sentimenti ed invece…aveva fatto bene a lasciar perdere, non l’aveva mai meritata!  

Un pensiero su “A te che leggi dopo mezzanotte…”Bugiardo e incosciente”

  1. Le sue storie, Giuliana, hanno la particolarità di raccontare quel che vede, sente e pensa la protagonista femminile, la quale, anche quando sconfitta, appare sempre una vincitrice morale; anche quando si intestardisce nel voler cambiare le persone, le quali a volte scelgono, nel tentativo di assecondare il cambiamento, strade tragicamente impensabili.
    A volte sono tentato, e se avessi il tempo lo farei, di dare un seguito ai suoi racconti e, come se fosse un gioco, di non lasciare evasi quei puntini sospensivi.
    Di andare a vedere cosa si nasconde dietro “i silenzi e le menzogne” del protagonista in ombra – quello maschile-, di scoprire quale tormento ci sia dietro “quell’aria da bambino”.

    Per questo racconto in particolare avevo immaginato un finale diverso: dopo l’abbandono di lei, lui angosciato la invitava a casa dopo mesi che non si sentivano per mostrarle che era riuscito a liberarsi dalle catene che lo inchiodavano succube alla sudditanza familiare.
    E allora la scena che le si spalanca di fronte appena varca l’uscio di quella “prigione” è agghiacciante così come insopportabile è l’odore di veleno per topi.

    Quanto male si fa alle persone quando si vuole che siano come noi vorremmo?

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