Battipaglia: Cisl, ospedale, una repubblica a parte

“E’ una repubblica a parte, a se stante, quella dell’Ospedale di Battipaglia – affermano i delegati della RSU CISL FP Gaeta Raffaele, Pasquale Solimeno e Franco Faucitano  che senza alcun confronto con la Direzione Generale e Sanitaria dell’ASL Salerno decide di aprire ulteriori servizi senza tenere in debita considerazione la necessità di ristrutturarne altri per liberare personale da poter adibire alle prestazioni. Non solo, ma si fregia dell’ardire di rimettere in turno personale medico addetto a specifiche funzioni, come è il caso dell’epatologia con il dr. Di Cunzolo e dr. Capano pneumologo , senza avvertire il management aziendale delle nuove scelte che disattivano servizi riducendo qualità e quantità di prestazioni. E’ un ardire che mostra come all’improvviso i posti di comando possano invasare di onnipotenza quanti ritengono che la propria funzione sia sradicata dal contesto generale e complessivo di una azienda sanitaria. Garantire assistenza  rischiosa e intensiva con orario straordinario, prestazioni aggiuntive e libero professionali per i medici, significa rischiare la vita degli assistiti sprezzanti della loro messa in sicurezza. In un sistema privatistico reale, ci vorrebbe la rimozione dall’incarico del direttore sanitario del presidio. Siamo fiduciosi che la direzione generale farà rientrare la questione nell’ambito di canoni di legittimità e massima attenzione.” “Ognuno fa per se sprezzante di integrarsi e rapportarsi con la direzione generale – afferma Pietro Antonacchio Segretario Provinciale della CISL FP – ed è un fatto gravissimo nel contesto attuale. Siamo alla sanità medievale dei comuni, ove ognuno ipotizza di rispondere  alla politica locale, senza valutare opportunità e possibilità. E’ il momento di dire basta a quanti non vogliono e non accettano di confrontarsi a 360 gradi con sindacati e portatori di interessi, anche in considerazione che in un momento di crisi, tutti i processi di riorganizzazione hanno una valenza aziendalistica e non localistica e settoriale. Aspettiamo di avviare su tali aspetti un serrato confronto, non trascurando ipotesi di dipartimentalizzazione di specifiche attività. L’epoca degli innumerevoli reparti con altrettanti primari è oramai passata. Chi intende perseguire vecchie logiche è fuori dal contesto.”