10 domande sull’inchiesta di Palermo

Angelo Cennamo

1) Perche’ la procura di Palermo ha intercettato l’ex ministro Mancino quando questi (a quanto pare) non era ancora indagato? 2) perche’, a seguito del clamore suscitato dalla vicenda giudiziaria, i procuratori di Palermo hanno rivelato che il contenuto delle telefonate tra Mancino e Napolitano e’ penalmente irrilevante e che le stesse non contengono insulti ai magistrati , anticipando di fatto una notizia che dovrebbe essere coperta dal segreto d’ufficio anche in relazione a tale dato? 3) perche’ i procuratori Messineo e Ingroia, a seguito delle rivelazioni apparse sui media, hanno escluso che l’ipotetica fuga di notizie sia attribuibile al loro ufficio perche’ la rivista che ha lanciato lo scoop e’ Panorama? 4) perche’ Mancino, dopo essere stato sentito dai magistrati palermitani, anziche’ chiamare i suoi avvocati, ha telefonato al capo dello Stato, non immaginando con quell’atto di generare quantomeno imbarazzo nei suoi interlocutori? 5) perche’ il Quirinale, nelle persone del consigliere D’Ambrosio e dello stesso presidente della Repubblica, non ha risposto a Mancino di non voler essere coinvolto in nessun modo in tale inchiesta? 6) perche’ Antonio Ingroia ha chiesto ed accettato il trasferimento in Guatemala rinunciando cosi a sostenere l’accusa nel processo che seguira’ alla sua indagine? 7) perche’ il procuratore capo Messineo non ha inteso firmare il provvedimento di chiusura delle indagini condotte da Ingroia? 8) perche’ alcuni giornali si ostinano ad invitare il capo dello Stato a pubblicare le intercettazioni, ignorando che lui non ne dispone e che tale richiesta, se pure venisse accolta, integrerebbe un reato? 9) i presunti “giudizi taglienti” espressi al telefono dal capo dello Stato sull’ex premier hanno influito oppure no sulla sua sostituzione con Mario Monti? 10) perche’ solo oggi, in certi ambienti politici, ci si indigna per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e per la fuga di notizie che sono coperte dal segreto d’ufficio?