Il caso Ilva

Angelo Cennamo

Nell’estate infuocata dallo spread e dai torridi venti africani, la vicenda della Ilva di Taranto catalizza l’attenzione dei media e della politica semibalneare per i forti dualismi che sta producendo nelle alte sfere istituzionali. Per decenni, l’impianto siderurgico pugliese ha avvelenato generazioni di operai e non solo quelli, contribuendo pero’ a tenere alto il pil regionale e nazionale, in un territorio dove i posti di lavoro scarseggiano come la neve al sole. La notizia e’ che da qualche giorno l’Ilva e’ stata posta sotto sequestro dalla magistratura tarantina, a seguito di una denuncia servita a scoperchiare una pentola nella quale tutti avevano gia’ guardato. L’Italia intera ha cosi finto di scoprire una clamorosa ovvieta’ : tenere accesi degli altiforni in un’area popolosa e con una spiccata vocazione turistica, non e’ proprio il massimo dal punto di vista della programmazione ambientalista ed industriale. Ma, anziche’ chiedere spiegazioni al governatore della Regione Puglia e ai numerosi ministri dell’ambiente che si sono succeduti nello scorcio dell’ultimo secolo, molti preferiscono crocifiggere chi per la stessa vicenda non alcuna colpa, se non quella di applicare la legge : il Gip Patrizia Todisco. Cosa ha fatto di cosi tremendo questo anonimo (fino a ieri) magistrato tarantino? Ha semplicemente preso atto di una relazione tecnica che un perito del tribunale ha stilato in sua vece, dalla quale risulterebbe che dalle ciminiere dell’Ilva non fuoriesce dell’incenso e nemmeno del profumo di ciclamino, ma ben altre sostanze chimiche inquinanti. Di conseguenza, ha disposto l’interruzione immediata dei cicli di produzione, nell’attesa che si accertino le responsabilita’ di chi quelle emissioni le ha prodotte e di chi su di esse non ha vigilato. Il provvedimento di per se’ non e’ indolore, anzi. Fermare quegli altiforni significa paralizzare l’economia di una citta’, di una Regione e, in parte, anche di una nazione. Ma siamo proprio sicuri che la colpa di questo affronto al Pil sia del giudice e non della solita casta distratta?