Ispani Jazz Festival X Ediz. non solo Gershwin

Gran chiusura del cartellone della X edizione  dell’Ispani Jazz Festival, rassegna voluta dal Sindaco Edmondo Iannicelli e dal suo assessore allo spettacolo Michele Morabito, coadiuvato dal giovanissimo assessore al turismo Francesco Milo, con la collaborazione della Proloco di Giuseppe Cristoforo Milo e la direzione artistica del Band leader Gerardo Di Lella, domenica 12 agosto, alle ore 22, nell’abituale cornice della Villa Olga di Ispani, affidata al quartetto del pianista Stefano Reali, che unitamente alla vocalist Flavia Astolfi, Stefano Nunzi al contrabbasso e Giovanni Campanella alle percussioni, rileggerà il song-book di George Gershwin. Nell’eterna disputa sulla collocazione di George Gershwin – jazz? Musica colta? Musica leggera? -, i contendenti appaiono spesso maneggiare categorie astratte. Per l’uomo della strada, la musica di Gershwin è “jazz”. I jazzisti, a sentirlo dire, sghignazzano: Gershwin scrisse molte canzoni su cui è stimolante improvvisare, ma non fu un jazzman, non ne aveva i titoli tecnico-formali. In ambiente colto, si preferisce dire che Gershwin operò la sintesi del jazz con la musica colta. In effetti, la sua opera fu una riflessione sulle contraddizioni di un’epoca in cui la cultura scritta cominciava a sentirsi assediata e accerchiata dalle culture orali di tutto il mondo. Ma pensare che esistano il problema e la soluzione è assurdo. Una serata, questa, che  vuole essere un viaggio tra i songs più famosi di questo maestro della musica contemporanea, che ha lavorato in campi, culture, e continenti diversi, che in realtà è stato reso celebre a causa dell’irripetibile risultato popolare ottenuto, e che sembra perdurare nel tempo, senza mai passare “di moda” delle sue melodie. I songs nati come canzoni tratte dalle sue commedie musicali hanno raggiunto un obbiettivo raro, nella storia della musica: chiunque al mondo li ascolti, anche solo per poche battute, li riconosce immediatamente, riassaporando quella gioia che solo un autentico evergreen sa trasmettere, sin dalla prima volta che lo si sente. Nel 1932 Gershwin realizzava la trascrizione per solo pianoforte di sue 18 canzoni di grande successo, il cosiddetto song-book – che costituisce una interessantissima summa dell’universo esecutivo ed improvvisativi gershwiniano. Tutti gli eterogenei luoghi di un microcosmo pianistico-musicale tra i più affascinanti del nostro secolo saranno rappresentati in cangiante successione, un po’ come accade in quelle raccolte di cartoline o di diapositive che offrono, in rapidissima sequenza, una serie di riproduzioni dei monumenti più significativi presenti in una particolare località. Daremo dunque, un’occhiata da turisti curiosi a questo variegato panorama insieme a Stefano Reali, il quale aprirà, tra un’esecuzione e l’altra, il dialogo con il pubblico,  per illustrare l’influenza del blues e della musica afroamericana nel mondo culturale ebraico-russo-europeo, la cui miscela ha dato vita non solo al cosiddetto jazz sinfonico, ma a gran parte della musica pop del Novecento.