L’odissea CSTP e l’università sulla montagna

Amedeo Tesauro

Si rincorrono negli ultimi giorni le notizie sulla situazione CSTP, tra proteste pubbliche, rabbia, perfino malori, infine stipendi sbloccati nelle ultimissime ore. C’è però nell’odissea della CSTP una riflessione più ampia, una riflessione invero nota a chi ha una minima padronanza dell’argomento in questione. Il dramma di una compagnia di trasporti che si blocca si traduce in un disservizio per la comunità, tanto più grande quanto più è esteso il numero di corse attive. Tra i percorsi della CSTP ce ne sono alcuni particolari, particolari perché conducono a una destinazione specifica e hanno una precisa utenza, ovvero le corse dirette all’Università di Salerno. Certo i disguidi sono tali per tutti, studenti e non, ma c’è qualcosa di beffardo nel blocco totale verificatosi in determinate occasioni, perché l’Università non può essere considerata un servizio come un altro dato l’alto numero di interessati, non a caso in situazioni spesso limite l’azienda seppur in bilico ha cercato di salvaguardare i viaggi diretti all’ateneo. Ma il biasimo certo non può andare a una singola compagnia di trasporti nel bel mezzo dei guai, può semmai indirizzarsi alle istituzioni che dovrebbero assicurare a un centro nevralgico una copertura migliore, ma anche lì sarebbe ignorare una verità palese a tutti e ormai irreversibile. C’è infatti un’ironia notevole nella definizione Università di Salerno, ovvero la circostanza che l’ateneo non si trovi a Salerno, bensì a Fisciano, trecentoventi  metri sul livello del mare a circa quattordici chilometri dalla città da cui prende il nome. Una collocazione che inserisce il luogo di studi al centro degli snodi autostradali tra Avellino e Salerno, col paradossale esito di risultare luogo difficilmente accessibile dalla provincia  nel quale dovrebbe essere situato; fu l’esponente democristiano Ciriaco De Mita a spingere per la sede, una scelta campanilistica che ha evidenziato nel tempo tutti i suoi limiti. Un’università con oltre 40.000 iscritti, qualche eccellenza a livello nazionale e la pretesa di essere il top nel Sud Italia, stroncata dalla posizione che la rende irraggiungibile in caso di disagi. Nel marasma CSTP ciò che immediatamente è emerso tra gli studenti è stata la rassegnazione più che l’incredulità: l’azienda membro del Consorzio Unico Campania offre un servizio di navette tra la Stazione di Salerno e l’ateneo, copre con le sue corse i collegamenti tra Fisciano e Scafati, Nocera, Battibaglia, Capaccio, Agropoli, risultando il mezzo preferenziale per i residenti in queste zone, all’atto effettivo più che una preferenza in certe zone è l’unica alternativa date la scarsità (o nullità) di proposte; a completare il quadro l’assenza di un collegamento ferroviario col campus. Dà da pensare, l’idea malsana di avere una città in crescita come Salerno, desiderosa di imporsi a livello nazionale eguagliando il capoluogo, e non averla indicata come sede dell’Università, dà da pensare perché più che la didattica spesso è la città che ospita gli atenei a essere scelta dalle future matricole in cerca sì di studio ma anche di un’esperienza elettrizzante, dà da pensare perché sa di potenzialità limitate. Dà da pensare, infine, perché vi è una difficoltà concreta, e come tutte le difficoltà viene esasperata nelle situazioni di emergenza.

Un pensiero su “L’odissea CSTP e l’università sulla montagna

  1. Lunedì, ore 6:45. Uno studente universitario parte da Calciano (Matera), nel bel mezzo della Basilicata, per andare alla stazione di Grassano-Garaguso-Tricarico. Lì ci sarà il bus Trenitalia delle 6:58 diretto a Potenza. Lo prende, e alle 7:30 arriva nel capoluogo lucano. Dopo circa un’ora di attesa nella Stazione Centrale, arriva il bus Trenitalia delle 8:40, destinazione Salerno. Compra il biglietto, lo convalida e sale sul pullman. Alle 10:10, quando è in viaggio già da 3 ore e mezza, finalmente arriva nella Hippocratica Civitas! “Che bello, tra poco prendo uno tra i (famigerati) 7-17-27″(se li giocate forse ci esce un terno secco…). Ma l’ignaro studente non sa che neanche Salerno, la Città Europea, è esente dal magna magna di denari! Così, dopo aver realizzato che non esiste modo per andare all’università (La CSTP è FALLITA, la SITA non passa da Fisciano e la stazione ferroviaria è a Lancusi) decide di prendere un taxi. Costo: 35 euro da dividere in 3 (alla stazione ha incontrato, nel frattempo, altri due compagni di sventura). Arriva finalmente al terminal dei bus alle 11:30, dopo 5 ore di inferno. IL TUTTO PER FARE 150 CHILOMETRI!
    E non finisce qui, vi risparmio la cronaca del viaggio di ritorno 🙂

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