"Un Ragazzino Promettente" Racconto breve

 Angelo Cennamo

Avvocato, c’è la sig.ra De Sio – avvisò Irene, affacciandosi dalla porta.- Falla accomodare – rispose Colajanni. Poi, prima che la sua cliente varcasse la soglia della stanza, mi chiamò in disparte e mi disse :” Eduardo, questo caso sbrigatelo da solo : in bocca al lupo! “ E dandomi una pacca sulla spalla, si allontanò. La sig.ra De Sio abitava poco distante dallo studio. Era venuta con suo nipote Nino, che abitava con lei e le altre sorelle, da quando la madre del ragazzino si era trasferita fuori Napoli per lavoro. Nino aveva solo 13 anni, ma suonava la chitarra elettrica come uno di trentasei. Il problema era che la chitarra, Nino, la suonava alle tre di pomeriggio, e con il volume dell’amplificatore sempre a palla. Benchè a suonare fosse un vero prodigio, le jam session del talentusoso ragazzino non erano particolarmente gradite ai suoi vicini di casa, i quali, dopo aver subito per settimane assoli e scale armoniche,  si erano rivolti all’amministratore dello stabile per porre fine a quella piedigrotta continua. Colajanni, prima di adire le vie legali, aveva pensato di convocare le parti in causa per tentare una composizione bonaria della lite. Così, pochi minuti dopo l’arrivo della sig.ra, fece il suo ingresso in studio anche l’amministratore dello stabile, tale Armando Di Domenico. Don Armando, come lo chiamavano nel palazzo, di mestiere faceva il metronotte, e quando Nino attaccava con la chitarra, lui era solitamente nel pieno del sonno. – Avvocà, questa storia non può adare avanti : io la notte lavoro e di giorno devo riposare – disse don Armando. – Stu guaglione è un castigo di Dio! Io non dico che non deve suonare, ma che almeno lo faccia con il volume più basso. E poi, avvocà, questo non suona delle musiche normali, che so’, delle belle melodie napoletane. Niente affatto! Ci martella con delle canzoni strane, roba mai sentita! – Si chiama blues – disse Nino, interrompendo l’arringa dell’amministratore – Blues? – chiesi io. “Sissignore, blues – rispose Nino – E che cos’è sto blues? – chiese don Armando -. Avvocato, il blues è uno stile musicale di origini americane – provò a spiegare la sig.ra De Sio, visibilmente imbarazzata per il guaio che le aveva procurato suo nipote. – Io lo dico sempre a Ninetto : bello di zia, abbassa il volume che la gente a quest’ora riposa. Ma lui prima abbassa, e poi quando mi allontano, oppure scendo a fare qualche servizio giù al palazzo, alza di nuovo e ricomincia -. La sig.ra De Sio era davvero mortificata. – Suvvia – dissi ai convenuti, simulando chissà quale esperienza in quella materia – non è mica una tragedia; di casi come questi ne ho affrontati diversi. Il ragazzino fa bene a coltivare la sua passione e a studiare la musica “ No, avvocà, io la musica non la studio : suono a orecchio – mi interruppe Nino – E fai tutto sto’ casino senza neppure studià? – intervenne don Armando “ Calma – dissi – Vorrà dire che faremo così : Nino suonerà a basso volume, e solo dopo le cinque del pomeriggio “ E fino alle cinque che faccio? – chiese Nino – E non ne hai lezioni da fare? – gli chiese don Armando “ Dicevo, il ragazzo suonerà non prima delle cinque del pomeriggio, mentre la sig.ra De Sio sarà obbligata a vigilare – precisai. “ Nel frattempo, suggerirei alla sig.ra di adottare qualche accorgimento idoneo ad insonorizzare la camera dove si esibisce suo nipote. Ad esempio, i negozi musicali vendono dei pannelli che servono proprio ad isolare gli ambienti, e ad evitare che le onde sonore si propaghino all’esterno. In alternativa, potrete sempre fare ricorso a dei semplici contenitori di uova : li avete presenti? “ Contenitori di uova? E cosa c’entrano adesso le uova? – chiese la sig.ra De Sio – C’entrano c’entrano – risposi io – sono un ottimo surrogato e non costano nulla. “ Mi sembra una buona soluzione – disse don Armando. Anche la sig.ra De Sio accolse con soddisfazione la mediazione che avevo prospettato, tant’è che l’amministratore, dopo di allora, non ebbe più di che lamentarsi. Di quel Ninetto non seppi più nulla per diversi anni. Fino a quando un giorno, facendo zapping in televisione, lo vidi in compagnia di una strabiliante jazz band. Suonava delle bellissime canzoni blues, ma in napoletano. Chissà, forse per fare piacere a don Armando.

 

Un pensiero su “"Un Ragazzino Promettente" Racconto breve

  1. Bella questa idea dei racconti brevi.
    E complimenti a Cennamo per la graziosa e simpatica storia che mi ha ricordato le beghe del mio condominio.

I commenti sono chiusi.