A te che leggi dopo mezzanotte…"La lontananza…"

Giuliana Rocci
Credeva d’aver chiuso col passato ed invece, era bastato il semplice nome di lui, sbucato fuori da un amico, per farle ripiombare quel macigno di ricordi che si portava dentro. A volte le sembrava insostenibile, poter andare avanti senza che ci fosse più il suo squillo nella sua esistenza. Si chiedeva come aveva fatto per anni a sopportare quel fragoroso rumore dei ricordi, quando non lo sentiva o incontrava. Ed ora, che aveva scritto cubitalmente Fine a quell’odissea sentimentale, perchè impossibilitata a portare avanti un eterno nonsense, s’accorgeva di non procedere affatto nei suoi desideri. Lui, un disonesto sentimentale:  aveva barato coi suoi sentimenti, illudendola fino in fondo di provarne per lei. Un infedele distorto, avvezzo a prendersi gioco delle situazioni per tirare “a campare”, come a scimmiottare suoi suoi palpiti. Le mancava si disse, serrando il manico della bag Burberry, che le celava quel tocco civettuolo di signorilità, che la distingueva da sempre. Quel suo andare agli altri anche senza esser richiesta. Nel volersi sempre spendere per cause sociali, anche senza risposta. Così aveva innescato un feeling, con chi della causa sociale, ne aveva sposato l’esistenza. Ma la lontananza, le impediva di ricaricar le batterie della socializzazione. Le faceva sognare il momento di vederlo, per cestinare definitivamente il passato, almeno lo sperava, ma le faceva temere il futuro, ammantato di troppe incognite. Ormai era talmente crivellata dentro, che non avrebbe retto un ennesimo Titanic. La vita, a volte, gioca brutti scherzi: con lei, si riservava ancora una carta, senza bluff… a breve, avrebbe dovuto comprenderlo, superando le distanze!

Un pensiero su “A te che leggi dopo mezzanotte…"La lontananza…"

  1. Ma perché a voi donne piace il disonesto sentimentale, quello struggente che se ne importa sì ma fino ad un certo punto, che fa soffrire sì ma con classe?
    Porca miseria!

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