Agropoli: Eco- Festival occasione mancata!

 Amedeo Tesauro

Foto: diregiovani.it I festivals rock hanno sempre un valore e un fascino tutto particolare, al di là della musica suonata sul palco: strumenti veri, musicisti appassionati in performance dal vivo per ritmi diversi dalle discoteche, dai dj sets alla moda che riempiono la quasi totalità dei locali che propongono serate musicali, tematiche alternative. I festivals rock sono l’occasione per riunire un tipo di pubblico tradizionalmente orfano di luoghi di ritrovo, desideroso di serate differenti per soddisfare gusti non difficili, semplicemente diversi. Lascia dunque perplessi la poca attività pubblicitaria svolta per la conclusione della seconda edizione dell’ECO/MUSIC Festival Efferscente Naturale, kermesse itinerante organizzata dall’assocazione Panic Art che ha toccato Vallo della Lucania, Eboli, Fisciano, Paestum e Agropoli. Sei eventi in tutto prima di ritornare nella stessa Agropoli allo stadio Raffaele Guariglia per le due serate finali tenutesi venerdì 20 e sabato 21 luglio, davanti a un pubblico tristemente ristretto. Peccato, perché come molti festivals l’iniziativa veicola un messaggio forte oltre le bands e la musica, un tema caro a un pubblico più vasto di quello delle sette note: l’ambiente. Affiancato da stands eco-friendly, completato dall’esposizione artistica curata da Vincenzo Pepe e dall’esibizione di artisti di strada, l’ECO/MUSIC punta a essere evento multidisciplinare con lo scopo di sensibilizzare su temi quali l’eco-sostenibilità, il ciclo dei rifiuti e la raccolta differenziata, la salvaguardia dell’ambiente. Peccato, perché gli stessi artisti avrebbero meritato una promozione maggiore, a cominciare dai finalisti del contest associato all’evento, ovvero il gruppo garage/punk Hot Fetish Divas da Eboli e i JFK & La Sua Bella Bionda, riferimento esplicito alla love-story tra il presidente U.S.A. e la Monroe, gruppo napoletano esibitosi in lingua italiana; i primi col loro ritmo frenetico hanno raccolto consensi presso i nostalgici del sound anni ’90, i secondi con sapiente miscela hanno saputo catturare gli amanti del folk rock virato sul pop. Il primo giorno ha visto poi l’esibizione de Il cielo di Bagdad, bravi soprattutto nel proporre brani di facile impatto raccogliendo una buona reazione, i Drink to me e il rapper Rocco Hunt. Il giorno dopo il copione non cambia, pubblico povero ampliatosi solo in tarda serata quando già sul palco erano transitati i Radio in Technicolor  e i romani Sadside Project. A godere di un discreto bacino di spettatori sono stati i Management del dolore post-operatorio, formazione trainata dal carismatico frontman Luca Romagnoli, trascinanti in una serata che le autorità avevano imposto di terminare a mezzanotte, continuata invece coi The Gentlmen’s Agreement. Ciò che lascia l’amaro in bocca non è la proposta (valida), si tratta della poca partecipazione dovuta solo in parte all’organizzazione che ha puntato più su una passaparola virtuale piuttosto che su metodi di pubblicità tradizionale. Difatti non si può ignorare lo scarso supporto comunale per l’evento, laddove l’amministrazione Alfieri si è fatta notare per il lavoro svolto al fine di rendere Agropoli città dalle molteplici sfaccettature e attrattive. Perché ignorare dunque uno di quei progetti che prendono forza solo se adeguatamente incentivati? Peccato.