Cava De’ Tirreni: “La Buona Novella” rivive nella Chiesa di San Lorenzo

Maria Pina Cirillo

 Sono state le incantevoli melodie di Fabrizio De Andrè ad annunziare la “Buona Novella” alla Comunità di San Lorenzo a Cava de’ Tirreni in un coinvolgente spettacolo che, sul leit motiv delle splendide canzoni del cantautore  genovese, ha catalizzato l’attenzione di tutta la parrocchia guidata da padre Raffaele Conte. Grazie all’attenta  regia di Mariella Ferrentino  e di Rosaria Marlia, autrici anche dei  testi  di presentazione delle canzoni,  musicisti e cantanti, brillantemente diretti dal m° Michelangelo Maio,  hanno interpretato con passione e professionalità i brani che ripercorrono, con un misto di fede profonda ed intimo  laicismo, le tappe dell’avventura umana di Maria e del Cristo. Luca Senatore alle percussioni, Ernesto Tortorella alla tastiera, Giovanna Trapanese al violino e lo stesso Michelangelo Maio alla chitarra, accompagnati dalle belle voci soliste di  Giacomo Casaula, Marianeve Senatore,  Miriam Passaro ed  Ivana Adinolfi, hanno, dunque, fatto risuonare l’improvvisato palcoscenico di brillanti cascate di note  e di versi appassionati  e dolenti. Il risultato è stato tale da suscitare entusiasmo e commozione tra il folto pubblico di tutte le età che ha assistito alla manifestazione, che ha visto anche piccoli attori dare vita ad azioni sceniche che, in qualche modo, hanno dato alla rappresentazione  un carattere più spiccatamente legato alla contestualizzazione del messaggio evangelico con una continua osmosi  tra le varie fasi della vita dell’uomo. Se infatti la maturità artistica e la competenza delle registe e degli esecutori ha valorizzato l’aspetto musicale e, più in generale, artistico dello spettacolo, proponendo un’interpretazione decisamente buona dei brani di De Andrè ed integrandoli in un interessante tessuto di osservazioni, rimandi, considerazioni , la drammatizzazione dei vari segmenti, ottenuta attraverso il ricorso a scenografie minimaliste proposte  da bambini e ragazzi che arricchivano la manifestazione con la loro fanciullezza, ha sicuramente contribuito alla suggestione delle varie scene ed a quel silenzio carico di palpitante attesa con cui gli spettatori hanno seguito il dipanarsi degli eventi fino al commovente omaggio all’Uomo-Dio, grande certamente in quanto Dio ma, non di meno,  capace di emozionarci e farci palpitare proprio per il suo essere Uomo.   Le parole del cantautore nell’ultimo, bellissimo, LAUDATE HOMINEM si stemperano,così, in un umanissimo messaggio di speranza e di amore in cui ciascuno di noi può dire: “Ancora una volta/  abbracciamo/ la fede/che insegna ad avere/ ad avere il diritto/ al perdono, perdono/ sul male commesso/ nel nome d’un dio/ che il male non volle, il male non volle,/ finché/ restò uomo/ uomo./ Non posso pensarti figlio di Dio/ ma figlio dell’uomo, fratello anche mio”.