Dirisha, finestra

Padre Oliviero Ferro

Noi siamo abituati alle finestre con i vetri. Magari ci mettiamo le tendine. Ma in molte case africane, purtroppo, non è così. La finestra è chiusa da qualche tavola di legno. Si mette anche un piccolo aggeggio in ferro per chiuderla dall’interno. L’importante è far capire a quelli di fuori che è tutto chiuso e che nessuno ci deve entrare. Ma basta poco per sfondarla. I ladri, lo sappiamo, fanno esercizio continuo, sono super allenati e di fronte a queste finestre, si mettono solo a ridere. Spesso dalla finestra spuntano i vestiti, messi ad asciugare, stesi una corda che scende dal tetto. Dalla finestra puoi vedere cosa c’è in una camera. Spesso si dorme su una stuoia, stesa per terra. In altri casi, un letto di legno, su cui è adagiato un materasso in gommapiuma. Tutto intorno, c’è un vero bazar, un disordine sparso. Una corda su cui sono stesi i vestiti, delle valigie con altri vestiti, qualche scarpa qui è là. E naturalmente, anche del vasellame da cucina. Gli armadi forse ci saranno, quando avranno una grande casa. Per ora bisogna accontentarsi di quello che c’è. La finestra è anche il luogo da dove si po’ ascoltare quello che succede all’esterno, sentire le chiacchiere e i pettegolezzi. Insomma un luogo speciale per vedere ciò che succede fuori e da fuori quello che succede dentro. E’ anche il luogo dei bisbigli, dove far passare qualche messaggio speciale a chi si vuol bene. E’ la prima cosa che viene aperta al mattino e ci aiuta a spalancare gli occhi alla nuova giornata.