Santa Ildegarda a breve Dottore della Chiesa

Carlo Di Pietro

La grande mistica tedesca, Santa Ildegarda, che presto sarà nominata da Papa Benedetto XVI Dottore della Chiesa, scriveva che l’abito monastico conferisce ai monaci e alle monache «qualcosa della luce angelica e, come ali, serve ad elevarli». La vestizione dell’abito religioso, quindi, fa apparire il consacrato simile agli Angeli e richiama fortemente alla vita angelica del Paradiso. Ed ancora, sempre in riferimento alle considerazioni fatte dalla santa mistica, il Leclerq analizza e precisa; l’abito completo monastico è quello che più di ogni altro viene definito «angelico». Esso è composto da «un cappuccio che ricopre il capo, uno scapolare che scende fino ai piedi, un mantello – pallio o cocolla – che si stende sulle braccia; questi tre vestiti, ciascuno dei quali è doppio perché ha due facce o lati, simboleggiano le sei ali che velano completamente i cherubini e i serafini». L’abito religioso è il «segno» esteriore della vita angelica che il religioso e la religiosa vivono sulla terra; è il «segno» visibile e tangibile che essi vogliono vivere non più secondo la carne, ma secondo lo spirito. «La tonaca – diceva S. Francesco d’Assisi – porta in sé il sigillo della santità» [1]. I Santi e i maestri della vita monastica «sono unanimi nell’interpretare il loro abito come simbolo della vita angelica da essi condotta», dice il Leclerq. L’abito lungo, ampio, semplice, che avvolge tutta la persona, dalla testa (con il velo o il cappuccio) ai piedi, da l’idea e l’impressione di un abito degli abitanti del cielo, e sembra trasmettere quella leggerezza del corpo spiritualizzato, quasi quell’essere «spirito» degli Angeli [2] . E non è forse questa l’impressione viva che si prova di solito al vedere un gruppo di suore o di frati rivestiti dell’abito angelico? Paiono davvero esseri dell’aldilà. «Coloro che sono sposati – dice il Papa Pio XII – e perfino quelli che stanno immersi nel fango dei vizi, quando vedono le vergini, ammirano spesso lo splendore della loro bianca purezza e si sentono spinti verso un ideale che supera i piaceri del senso» [3]. A tutta ragione – prosegue Pio XII – la verginità è detta virtù angelica. San Cipriano scrivendo alle vergini afferma giustamente: «Quello che noi saremo un giorno, voi già cominciate ad esserlo. Voi fin da questo secolo godete la gloria della risurrezione, passate attraverso il mondo senza contagiarvene. Finché perseverate caste e vergini, siete eguali agli angeli di Dio» [4]. È tradizione costante, del resto, che durante la vestizione religiosa c’è una presenza speciale degli Angeli che rivestono la persona della «veste angelica». E anzi, «il rituale della chiesa greca – afferma il Leclerq – sottolinea la presenza degli Angeli alla vestizione monastica» [5]. E gli Angeli, rivestendo la persona della «veste angelica», la rivestono e l’arricchiscono interiormente della «virtù angelica», che è particolarmente la verginità liliale della mente, del cuore, della volontà e dei sensi, che è chiamata anche «purezza angelica», come dicevano già gli antichi. E ogni giorno, si può ben credere, l’Angelo custode è veramente felice di rivestire della «veste angelica» chi indossa con fede e porta con amore l’abito religioso, segno e sigillo della consacrazione totale a Dio, dell’appartenenza esclusiva a Lui. Asceticamente, la consapevolezza della presenza e dell’aiuto dell’Angelo custode serve molto efficacemente al raccoglimento, alla modestia e soprattutto alla soprannaturalizzazione dell’atto per sé materiale di indossare l’abito. E chi è fedele in questo non può non provare, di solito, la gioia dell’essere rivestito di angelicità. «Sento tanta fede nell’abito religioso – diceva e scriveva Santa Veronica Giuliani – che il solo baciarlo apporta contentezza». Così come è salutare ricordare gli esempi edificanti di tanti frati, i quali, fin dai primi tempi del francescanesimo, portavano sempre l’abito indosso, con amore e decoro. «Chi portava l’abito religioso – poteva scrivere Tommaso da Celano – rifulgeva per esempi di santità». Preghiamo affinché Santa Ildegarda, che sarà Dottore della Chiesa, interceda presso Dio affinché i religiosi ed i preti riscoprano il valore dell’abito sacro cui, già il solo snobbarlo o modificarlo è mortificazione dei fondatori, insubordinazione alle direttive e principio di egocentrismo che sfocerà in palesi pastorali diaboliche ed in atti non confacenti ad un portatore di Sacro. Quando si allontanano gli angeli, al cui comando c’è Cristo e la cui Regina è la Vergine Maria, ecco che il predominio viene preternaturalmente preso dei demoni di cui Lucifero è capo. Note:

[1] Vita religiosa Vita angelica, Ed. Casa Mariana Regina della Pace Benevento (fonte principale)

[2] Op. cit., p. 20. Sulla storia ed evoluzione dell’abito religioso, vedere il dizionario degli istitutio di perfezione, Roma 1989, voce: Abito religioso.

[3] Pio XII, Sacra virginitas, Roma, presso San Pietro, nella festa dell’Annunciazione della santissima Vergine, il 25 marzo 1954

[4] S. CYPRIANUS, De habitu virginum, 22: PL 4, 462; cf. S. AMBROSIUS, De virginibus, lib. I. c. 8. n. 52: PL 16, 202.

[5] Rif. nota 1, Op. cit., l.c.

[6] Alcune citazioni tratte anche da una pubblicazione del 2002,http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/280/93/lang,it/

2 pensieri su “Santa Ildegarda a breve Dottore della Chiesa

  1. Anche Innocenzo III aveva un bell’abito bianco. A quando santo? umh, mi sa che qui è dura …e quando farete santo quel Thomas de Torquemada che tanto fece per la chiesa? A quando Dottore della chiesa Leone XII? anche qui mi sa che è dura ma forse lei potrebbe convincerci delle sue buone virtù. Suvvia, ci scriva qualcosa di “serio” …

  2. Gentile Joseph,

    se lei è così preparato sulla materia, potrebbe tranquillamente confrontarsi in un pubblico dibattito.

    Che ne pensa?

    I suoi luoghi comuni denotano una conoscenza della storia della Chiesa cattolica ben al di sotto della mediocrità.

    E’ opportuno, lo dico per lei, non avventurarsi in campi sconosciuti; fa una pessima figura.

    Faccia tesoro del consiglio gratuito.

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