San Pio da Pietrelcina, ancora tanto da scrivere

Su San  Pio  da   Pietrelcina, sono state scritte intere biblioteche di libri, sicché si potrebbe non continuare a scrivere, ma ognuno che ha pratica della penna sente di dovere dedicargli un’attenzione personale. Elisabetta Busiello gli ha dedicato, fra le tante altre cose, un’antilogia di trenta pagine circa, scritta ovviamente da diversi autori, che sembrano però avere concordato la linea di scrittura. Eppure non si conoscono neppure tra di loro. Questa piccola antologia, che si è avvalsa di buone penne, dà un’idea completa di quello che è stato il mistero Padre Pio, oggi San Pio da Pietrelcina. C’è un po’ di tutto, da una preghiera di Elisabetta, pubblicata nella prima pagina di copertina, ad un brano di prosa di circa due pagine della stessa autrice, in cui è compendiata la storia tormentata del Santo di Pietrelcina, che, però, avendo soggiornato per un cinquantennio nel convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, è conosciuto come il Santo del Gargano. Ci sono altre annotazioni che riguardano la Casa Sollievo della Sofferenza, la visita di Paga Giovanni Paolo II, la tomba del Santo, sistemata nella vecchia chiesa ed una pagina prosastica della scrittrice Maria Pane di Napoli. Seguono poesie della stessa Busiello, dell’ingegnere Aniello Ferrara di Brusciano (Napoli), di Antonio Cinquegranella di San Giorgio a Cremano, di Michele Mondo e di Anna Roberta Giannini, entrambi salernitani, di Claudio Di Mella, di Angelo Michele Stringone di Baiano (Avellino), di Gianfranca Angiulli di Alberobello(Bari), di Iolanda Serra di San Mauro Forte (Teramo), di Giusi Pontillo di Policoro (Matera), di Giuseppe Albano di Napoli, di Vincenzo Siciliano di Acerra (Napoli), di Liborio Lascaro di Miglionico (Matera). Sono tutte belle, tutte lineari e leggibili e tutte espressione della sincera devozione degli scrittori verso il grande Santo del nostro tempo; ognuna ne evidenzia uno o più particolari, che appartengono indelebilmente a lui e ciascuna è scritta secondo uno stile sciolto o elaborato, secondo un ritmo narrativo o secondo tecniche scaltrite. Per eleganza e raffinatezza di stile si segnalano le poesia di Michele Mondo e di Anna Roberta Giannini, per familiarità, incisività e scioltezza compositiva, la poesia di Angelo Michele Stringone, per profondità di vedute, l’inno di Claudio Di Mella.

Michele Pollastrone