Principe della risata ancora senza museo!

di Rita Occidente Lupo

Moriva in un normale 15 aprile, anno 1967, l’uomo che aveva impresso una decisiva svolta nel campo del teatro e del cinema, dando un volto ilare alla sana comicità. Lui, appellato principe della risata, in arte Totò, senza blasoni, se non quelli che la condizione di vita, gli conferì in seguito con l’adozione da parte del marchese Focas, che prese a cuore un figlio del popolo, nato nel rione Sanità, da una relazione clandestina. Forse fu questo che impresse sul volto scavato ed allungato, d’un uomo sempre pronto al faceto, senza mai incedere nella scurrilità, quella sapiente dose umoristica, nel guardare alla vita con tutti i suoi difetti, sdrammatizzandola del drammatico, che spesso la impregna. Un cinema avanguardista il suo, un modo d’imporsi al pubblico non con la presunzione di voler divertire, diventando cassa di risonanza d’attese del basso e medio pubblico. Come di una certa borghesia altolocata, che sapeva anche dai salotti partenopei, occhieggiare al buongusto, senza sbavature. Totò, uomo dai mille difetti, che lui stesso amava tener sottogamba, in quanto insiti in quel retaggio umano, proprio della terreneità.  Il suo, guardare alla vita cogliendone l’attimo, per strappare un sorriso anche alle pieghe del dolore: ancora un messaggio da cogliere al volo. Un museo, alla sua memoria, nei pressi dei natali, ancora al palo. Quella città da lui tanto amata, nella quale giacciono i suoi resti mortali, anche se in ostaggio perfino di topi di sepolture, che qualche tempo addietro giunsero perfino a fugargli il blasone,  ancora non gli dedica uno spaccato da rimandare alle future generazioni. Per quanto ha dato al suo tempo, testimonial d’una comicità senza tramonto! Spesso, adepto della verve, che aristocraticamente sa far sorridere, senza mai storpiare, tanti nel tentativo d’ emularlo, mentre echeggia ancora il suo”…ma mi faccia il piacere…!”

Un pensiero su “Principe della risata ancora senza museo!

  1. E’ più che vero, Cara Direttrice N.D. Rita Occidente Lupo. Il principe Antonio De Curtis è stato , senza ombra di dubbio , il vero Re ,impareggiabile e umanista comico di tutti i tempi., ancor oggi, specie gli anziani, preferiscono riguastare i suoi film e non certe scemenze di certi comici attuali che fanno più piangere che ridere.
    Il nostro grande Totò aveva la saggezza nell’animo , nella mente che riflettano il cuore della gente comune del suo popolo. Amava riproporre al pubblico le tragicomiche esperienze del popolino che non si sottrae a creare dal nulla piccole invenzioni per sbarcare il lunario .Credo che a d ogni napoletano verace non manca mai quello spirito di umorismo e l’immane saggezza per superare, con ironia, le mille vicissitudini che incombono sulla vita.
    Totò aveva sicuramente un cuore d’oro: Ero un ragazzo e non ricordo per quale motivo egli venne a Salerno. Ma ciò che non ho dimenticato ò che il principe Totò, proprio davanti all’albergo Diana distribuiva molti biglietti da cinquemila lire a chi gli chiedeva un aiuto . Erano tanti che si avvicinavano a lui per avere soldi, ma lui fu davvero generoso. Io guardavo dal marciapiede di fronte e mi meravigliavo della bontà di quell’uomo così altruista..
    Negli USA andai una volta a vedere un suo film, ma con la traduzione in inglese. Francamente, le sue battute comiche tradotte in inglese non facevano per niente ridere perché , tradotte, perdevano il senso comico, ma io , per amor di patria, ridevo a squarcia gola per dispetto di quegli americani che non ridevano per il mero motivo che non capivano la parte comica.
    Cordialità, Alfredo

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