Mgonjwa, malato

Padre Oliviero Ferro

A tutti, è successo, qualche volta di ammalarsi. Non era certo una bella situazione, ma bisognava uscirne fuori. Si andava dal medico, si prendevano le medicine e si seguiva la terapia, magari con l’aiuto di qualcuno della famiglia. E poi…si guariva e si ritornava a vivere normalmente. In Africa le cose sono un po’ diverse. Certo ci si ammala. E quindi bisogna andare da qualcuno che ci possa trovare delle soluzioni. C’è chi sceglie il medico, quello col camice bianco. Si va nel suo studio e si spiega che cosa si ha. Lui comincia a scrivere su un quadernetto tutto quello che gli diciamo, prescrive le medicine e…chiede subito i soldi. E’ meglio prima. Non si sa mai che il paziente non riesca a finire la cura!!! Ma la visita? Quella verrà, dopo che tu hai pagato. Altrimenti te la puoi scordare. Se poi ti capita di andare in uno degli ambulatori o piccole case di cura, gestione famigliare o nel tempo libero, prega tutti i santi del  paradiso per potertela cavare. Là, quello che conta è il pagare. Poi potrai avere quello che si può. Forse è un discorso un po’ negativo, ma purtroppo in molti casi succede così. In Africa non c’è l’assistenza sanitaria come da noi qui in Italia. A volte, succede che se sei ricoverato in ospedale, ti conviene portarti il materiale di medicazione. C’è sempre il rischio di infezione. Anche il mangiare te lo devi far portare da casa (anch’io ne ho fatto l’esperienza). Se poi, il paziente muore e non si sono pagate tutte le cure, rimane in “ostaggio” fino al pagamento totale. Purtroppo, molti approfittano della malattia, per farsi soldi. Se vai al mercato, trovi della gente che vende le medicine che vengono dall’Europa (spesso scadute). A volte, c’è solo la scatola; dentro non si sa cosa ci sia. In altri casi, si ricorre al guaritore tradizionale che conosce bene le erbe e che in molti casi, riesce a guarirti. Se poi pensi di voler guarire presto, si può anche andare dallo stregone. Lui, che conosce bene la psicologia delle persone, ti racconterà tante storie, ti dirà che la tua malattia è stata causata da qualcuno che ti vuole male. Ti darà delle medicine di sua produzione, ma soprattutto ti metterà dentro un’altra malattia, cioè l’odio verso colui o colei che potrebbe esserne la causa. C’è poco da stare allegri, direbbe qualcuno. Per fortuna, c’è della gente (missionari e suore e altre persone di buona volontà) che lavorano per il bene della gente;non li sfruttano, ma cercano di aiutarli a riprendersi per vivere meglio. E, alcune volte, vengono dei medici dall’Europa che donano il tempo delle loro vacanze, gratuitamente, per visitare i nostri fratelli e sorelle africani. E’ un bell’esempio di amore concreto, silenzioso che fa bene al cuore e che risolve tanti problemi. Se si vuole, anche nel campo sanitario, si possono fare tante cose. Basta volerlo con l’aiuto di tutti, autorità comprese.