Cava de’ Tirreni: pace armata all’interno del Consiglio Comunale

Nonostante le raccomandazioni e le  rassicurazioni del Sindaco Galdi in merito alla tenuta della compagine amministrativa di Cava, (dopo i recenti cambiamenti di Giunta), riteniamo noi del Partito Democratico che sia soltanto una pace fittizia, “una pace armata” in attesa di ulteriori sviluppi sia in ambito locale che provinciale  all’interno del PDL.  Inutile nascondere che c’era un imbarazzo latente in aula, si è visto negli interventi da parte della maggioranza  dove tutti si sono prodigati a riconoscere il grosso lavoro degli Assessori defenestrati Laudato, ma soprattutto di Pannullo, per poi  accettare supinamente la loro esclusione dalla giunta. Così come il Sindaco ha risposto evasivamente alla richiesta del Consigliere Scarlino, il quale simpaticamente ha definito “Pinocchietto” lo stesso Sindaco in quanto solo un mese fa aveva testualmente affermato “ La nostra è una giunta politica e dunque prima di arrivare ad una sostituzione di un componente della giunta politica ci vogliono degli elementi gravi, noi non siamo per buttare a mare la gente che ha preso tantissimi voti”. (dal verbale della seduta consiliare del 1 Febbraio N°32) Non ha risposto alla domanda precisa: Quali sono questi elementi gravi? Ulteriori problemi si sono avuti anche durante i lavori con l’astensione da parte del Gruppo Forza Cava su un ordine del giorno sulla compartecipazione dei Comuni alle spese socio-sanitarie dove la minoranza naturalmente compatta ha votato il provvedimento, mentre la maggioranza assumendosi grosse responsabilità per un prossimo futuro ha ritenuto opportuno non votare il provvedimento stesso. Ulteriori schermaglie non di poco conto si sono avute in coda al consiglio, sempre tra la maggioranza e il gruppo che sostiene il Sindaco Galdi, tanto da richiedere al presidente  Barbuti l’invio di tutto l’incartamento   alla procura della Repubblica. Un discorso a parte per la mancata nomina del V.Sindaco dove l’intera opposizione farà i suoi dovuti passi per invalidare i lavori del consiglio e degli atti giuntali fin qui prodotti.