Cava de’ Tirreni: Gravagnuolo su nuova Giunta Galdi

A prima vista la nuova Giunta nominata dal Sindaco Marco Galdi risponde innanzitutto ad una scelta di coraggio. Di ciò gli va dato atto. Dico tuttavia “a prima vista” perché allo stato non so quali siano stati, e se ci sono stati, accordi compensativi per gli assessori uscenti. Presenta nondimeno delicati problemi di ordine democratico, in quanto senza dubbio il Sindaco – al di là di dichiarazioni di facciata – rompe con una parte dell’elettorato che gli ha conferito il mandato e ciò, oltre che a mettere in discussione la sua legittimazione,  non potrà non avere conseguenze sulla sua stessa tenuta amministrativa. Nel merito, insieme a figure di tecnici di comprovata competenza e moralità, come l’avv. Marcello Murolo, la nuova giunta sottolinea anche l’evidente rafforzamento di una “cricca” di potere molto presente all’interno della macchina comunale e molto interessata alla gestione del territorio, il che non può non destare pesanti preoccupazioni. Per quanto riguarda la mia collocazione ed la mia disposizione “psicologica” nei confronti dell’Amministrazione, nulla cambia. Ho finora rispettato il verdetto elettorale e non ho agito in alcuna misura per modificare il quadro politico, tenendomi fuori dalla vita e dagli intrighi di palazzo. Ancora di più ho rispettato la volontà dei tredicimila elettori circa che, pur in un momento difficile, mi avevano onorato del loro consenso. Questi elettori credevano nel progetto di “città di qualità”, per il quale da Sindaco mi ero prodigato, e mi chiedevano col loro voto di difenderlo e di portarlo avanti. L’unica bussola dei miei interventi è stata costituita dal progetto di città presentato alla città e tale continuerà ad essere.  Ho quindi sempre giudicato gli atti dell’Amministrazione nel merito, non su base ideologica, pronto a sostenere le scelte che mi convincono, come quella sulla ex Manifattura di Via Crispi, altrettanto pronto a contrastare scelte errate, come l’acquisto della ex CoFiMa, o l’affidamento della Mediateca ad una società costituita ad hoc e fuori tempo massimo per impossessarsi quasi  “a gratis” della gestione del prestigioso immobile. Così come ribadisco la mia opposizione radicale ad uno stile di governo caratterizzato dalla ricerca quotidiana della mediazione tra cricche e gruppi di potere e la pratica reiterata di bandire selezioni e concorsi  truccati, pronto a prendere atto ed ad incoraggiare eventuali “ravvedimenti operosi”, se e quando ci saranno.