Vallo di Diano: Codacons, acqua un po’ meno salata in questi giorni

Nel 2001, la giunta del Comune di Sassano, non trovando migliore soluzione alla questione del fango che sgorgava dai rubinetti delle frazioni di Silla, Varco e Caiazzano, cedette la gestione della rete idrica alla ditta Consac S. p. A. di Vallo della Lucania. Dalla Casa Municipale, allora, partì, il 19 luglio 2001, una strana lettera: tutti gli utenti, i cui contratti erano stati ceduti al CONSAC, erano tenuti – in virtù di non meglio specificate leggi di paesi di Collodiana memoria – a effettuare la stipula di un nuovo contratto (in bollo!) con il CONSAC e a versare un nuovo anticipo di consumo, sempre al CONSAC (qui usiamo il genere maschile, per via della vecchia denominazione: Consorzio Acquedotti Cilento; anche l’uso del genere femminile è corretto, tuttavia). In questa lettera si leggeva, inoltre: “A decorrere dal 1 gennaio 2001 [si voleva forse intendere 2002, n.d.r.]eventuali prelievi idrici effettuati senza la preventiva stipula del contratto di somministrazione con il CONSAC saranno ritenuti abusivi a tutti gli effetti civili per il ristoro del danno e penali per l’accertamento del reato di furto”. Proprio così: i cittadini di Sassano sarebbero stati considerati ladri di acqua se non avessero obbedito al diktat di quella nota redatta su carta intestata del Comune di Sassano. Un paradosso? Forse solo normale amministrazione in un territorio dove gli amministratori si ritengono “unti dal Signore”. E solo attraverso l’intervento del CODACONS si fece presente che ”le richieste [di stipula di un nuovo contratto, n.d.r.] sono assolutamente infondate e contrarie alle norme del codice civile”. In questo modo, fu evitata la migrazione di circa 500 milioni di lire di allora dalle tasche dei cittadini alle casse della ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Queste cose sono state dette, da chi localmente rappresenta il CODACONS, in Consiglio Comunale a Sala Consilina, nella serata del 2 dicembre 2011, quando la stessa persona – appellandosi al diritto di tribuna – prese la parola nella discussione sulla cessione della gestione della rete idrica integrata del Comune di Sala Consilina  al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Tutti i consiglieri presenti, quindi, erano al corrente di quanto successo a Sassano. Non molto tempo fa – La questione di Sassano, si è riproposta, in una veste solo apparentemente diversa, a Sala Consilina. In questo nuovo caso ci è sembrato che si volesse far cessare la validità del contratto stipulato con il Comune, oggi in essere, con un nuovo metodo. Si leggeva, infatti, in una lettera inviata dal CONSAC agli utenti di Sala Consilina, quanto segue: “Le facciamo ancora presente che il Comune di Sala Consilina ci ha richiesto di rateizzare l’anticipo fornitura in tre rate uguali che sarà dunque compreso nelle prossime tre fatture. Questa somma serve a garantire i pagamenti, rispetto ai prelievi idrici che anticipatamente il Cliente effettua ed è restituita all’atto della disdetta del contratto. Nelle prime tre fatture sarà dunque fatturato l’anticipo fornitura il cui ammontare comparirà in ogni bolletta da noi emessa, in modo da ricordarle sempre l’esistenza del suo credito”. Ricordiamo a noi stessi che, a norma dell’art. 1406 e successivi del C.C., una cessione del contratto si può effettuare se il contraente ceduto acconsente. Queste stesse norme prevedono che il contratto ceduto continui a valere e che il contraente cedente, in questo caso il Comune di Sala Consilina, si faccia garante della validità dello stesso contratto. Non vi era quindi obbligo alcuno di versare un nuovo anticipo di consumo. Queste cose noi le abbiamo dette chiaramente. Il Comune di Sala Consilina ha però fatto affiggere, a spese dei cittadini, numerosi avvisi riportanti un parere della Commissione Nazionale per la Vigilanza sulle Risorse Idriche. Con dati errati. Come se fossimo in campagna elettorale, il numero di manifesti è stato proporzionale alla forza che si voleva mostrare di fronte ai cittadini, che avrebbero così dovuto sentirsi obbligati a credere vera l’esistenza di un articolo 153 comma 2 del D.Lgs.vo 252/2006. Forse si voleva citare un’altra norma; noi possiamo però immaginare che si volesse citare il D.Lgs.vo 152/2006. E poi si dice che si ignorano le leggi… Nulla si diceva, tuttavia, sull’anticipo di consumo. Si diceva, invece, che questo parere configurasse la “successione ex-lege” del contratto (ah, quanto ci manca, oggi, la limpida prosa Manzoniana per definire queste finezze giuridiche!). Uno studio tardivo di un “parere”, forse indotto dalla giusta rimostranza dei cittadini di Sala Consilina che avrebbero visto la migrazione (illegittima, lo vogliamo dire?) di alcune centinaia di migliaia di euro dalle loro tasche alla casse della ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Da Sala Consilina a Vallo della Lucania, con la benedizione di questa Amministrazione, si sarebbero trasferiti tanti bei soldini freschi freschi. Oggi – Come se cadesse dalle nuvole, avendo ignorato le leggi italiane in materia di cessione di contratti per così lungo tempo, nonostante il 2 dicembre scorso la storia di Sassano fosse stata raccontata per intero in sede consiliare, l’Amministrazione di Sala Consilina ci viene adesso a dire che la somma di anticipo di consumo non è dovuta. Bella scoperta! Intanto, la sede CODACONS locale si è premurata di esporre al Procuratore della Repubblica, l’intera vicenda, che va dai giorni di Sassano (2001) ai giorni nostri (2012). In questi lunghi anni ci hanno ignorato, a volte deriso, poi ci hanno combattuto, anche tentando di mettere sotto scacco la rappresentanza locale della sede. Ci hanno apostrofato con termini poco consoni (ricordate il “populismo”, i “cinque minuti di popolarità” e “l’ignoranza delle leggi”?). Oggi lasciateci godere – insieme a tutti i cittadini di Sala Consilina – questa bella vittoria di civiltà giuridica. Abbiamo combattutto, in tutti questi anni, nonostante tutto, per la tutela dell’ambiente e dei diritti dei cittadini. Per questo continueremo a combattere, in nome di quella legalità che dovrebbe essere il faro che ci deve guidare al di fuori delle secche della crisi economica in atto. In questo periodo di presa di coscienza collettiva del valore intrinseco della tutela ambientale, in questa nuova primavera, in cui si reclamano i diritti collettivi ad alta voce, è viva la speranza che presto i cittadini di Sala Consilina possano esprimere il loro consenso (o dissenso?) sull’operazione politica messa in atto dall’Amministrazione di Sala Consilina, attraverso il referendum richiesto dal Comitato ABC (Acqua Bene Comune). Solo attraverso questo strumento democratico l’Amministrazione potrà sentirsi legittimata alla scelta fatta il 2 dicembre del 2011, ossia, quella di trasferire la gestione del servizio idrico alla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Scelta da noi ampiamente criticata per le ragioni esposte in Consiglio Comunale. Scelta non condivisa, secondo il nostro parere, dalla maggioranza dei cittadini salesi. Solo con il referendum, adesso, l’acqua di Sala Consilina, più o meno salata in questi ultimi mesi, tornerà ad essere semplicemente acqua salese.   

   

Il Responsabile della Sede

dott. Roberto De Luca