Nocera Inferiore: licenziamento in vista per il 50% dei lavoratori della tipografia ‘Stagi’

La tipografia Stagi di Nocera Inferiore licenzia  il 50% dell’organico, proclamato lo stato d’agitazione tra i lavoratori. La denuncia arriva direttamente dalla segreteria provinciale della Fistel Cisl che, nei giorni scorsi, ha ricevuto la comunicazione ufficiale degli esuburi per 14 lavoratori sulle 29 unità totali in forza presso lo stabilimento di via Fosso Imperatore. Una situazione inaccettabile per cui Nunzio Cavaliere, segretario della Fistel Cisl salernitana, è pronto a dare battaglia nelle sedi competenti: “Di recente abbiamo incontrato la proprietà insieme ad un gruppo di manager, i cosiddetti tagliatori di  teste, che sono quelli che pur di far pareggiare i conti della Stagi e giustificare i propri errori non fanno altro che licenziare con un taglio secco lasciando famiglie intere senza una sussistenza”. Nell’incontro avuto con le organizzazioni sindacali di categoria i vertici della Stagi hanno giustificato i tagli al personale per la forte riduzione avuta sulle ordinazioni e che per questo hanno spinto l’azienda a ricorrere agli esuberi. Il reparto più colpito dello stabilimento quello del taglio, non definito dall’azienda come ‘core bussiness’, cioè l’insieme  delle attività principali che contribuiscono maggiormente alla produzione del fatturato , con l’esclusione  di 8 lavoratori, tra i quali i due rappresentanti  sindacali. “La Stagi quale impulso e quale output trasmette alle committenti  se prende un provvedimento così forte e  si priva, tra l’altro, di forza lavoro nel settore  ‘core business’ della propria attività?”, si è chiesto Cavaliere. “Le decisioni aziendali vanno prese in modo razionale e chiaro, nella fattispecie sarebbe stato il caso di confrontarsi e prendere decisioni rispetto ad una ristrutturazione e non tagliare i lavoratori. Ma sulle scelte e sulle strategie è necessario coraggio, competenze del management e scelte lungimiranti. E’ necessario analizzare le criticità aziendali e non tagliare posti di lavoro. E’ necessario, insomma, predisporre un piano che dia fiducia a tutti gli stakeholders”, ha detto il sindacalista cislino. Secondo la Fistel, quindi, secondo il nostro avviso, l’azienda nocerina non avrebbe individuato quali sono le criticità all’interno della propria filiera produttiva, tagliando sul personale poiché, al momento sembra la cosa più immediata, facile e controllabile. “Un’analisi razionale e lungimirante riuscirebbe sicuramente  ad individuare le vere criticità di un’azienda che probabilmente ha altri problemi”, ha continuato Cavaliere. “La Stagi vuole diventare una subappaltatrice di lavoro o cosa? Quali sono le prospettive  di rilancio  e qual è il  piano industriale per restare  sul mercato?  Che cosa ha messo in campo  fino ad ora ? Ad oggi non c’è stata data nessuna risposta convincente, ma registriamo solo una decisione come quella dei licenziamenti coattivi”. Con questi esuberi la Stagi riduce così il numero dei lavoratori in misura inferiore alle 15 unità ,cioè la cosiddetta soglia di rappresentanza per la tutela dei lavoratori iscritti alle organizzazioni sindacali. Un particolare evidenziato particolarmente da tutti i sindacati di categoria, che hanno invitato i vertici aziendali ad essere più incisivi alla risoluzione delle vere problematiche aziendali, senza che a pagare scelte o strategie sbagliate siano sempre i lavoratori, vero polmone delle piccole e medie imprese italiane. “Noi come Fistel Cisl siamo intervenuti a difesa dei lavoratori e delle proprie famiglie, coscienti che il problema non siano loro”, ha concluso Cavaliere. “Ci siamo inoltre permessi di consigliare alcuni interventi alla Stagi, come per esempio un contenimento dei costi, una politica di marketing efficace. Sull’offerta di prodotti differenziati, con uno standard qualitativo migliore, questi interventi possono innescare un circolo virtuoso e competere sul prodotto e sulla qualità”.