Lucio Dalla, l’ultimo volo di libertà!

di Rita Occidente Lupo

I grandi uomini se ne vanno così, in silenzio, senza dar fastidio. Suggellando tra l’incredulità e la realtà, il senso dell’esistenza. In una gremita Bologna, in lacrime per una delle voci più autorevoli che la nostra era abbia conosciuto, benedetta la salma di Lucio Dalla con solenni funerali. L’ultimo saluto da parte di una miriade d’amici della canzone, dello sport e di tanti che, per generazioni, si son cullati sulle sue dolci note, senza riuscire ancora a spiegarsi come mai, un mattacchione del buonsenso, fosse venuto meno alla soglia della sua 69^ candelina. Gli scherzi della vita, gl’imprevisti dell’esistenza, l’incognita dei giorni da vivere…Per lui, animato da un profondo senso religioso, come ricordato nell’omelia dal suo padre spirituale don Boschi, ogni giorno un’esperienza da vivere con maturità cristiana. E dinanzi alla sua scomparsa, nessuno s’è tirato indietro: perfino il calcio ha inteso ricordarlo dagli spalti delle tribune! Un Lucio amato dalla gente comune, che pur essendo assurto a star, giammai scevro di toccare la terra. Dalle sue prime esperienze jazziste, dall’amato clarinetto, alla lirica canora. “La rondine”, suo testamento spirituale. Un volo, il suo, verso una patria di cui non aveva mai smarrito destinazione: senza farsi tentare dalle sirene del divismo,  nel suo mondo con la cifra dell’autenticità dei rapporti amicali. Con la disponibilità a dare, non avendo mai perfezionato il concetto dell’amore autentico: “Dov’è che si prende, dov’è che si dà!” Cantore della struggente melanconia di Caruso, ma anche dei mali contemporanei contro famelici lupi. Tra un tour e l’altro, i suoi ricordi sfilacciati, la sua città natale, i suoi compagni di viaggio e di fortuna. I suoi fans, che non hanno mai smesso d’applaudirlo da una piazza all’altra, giammai presaghi dell’ultima quella Grande, che l’avrebbe salutato!

Foto Ansa