Mezzaroma e Lotito a Salerno: uniti si vince!
C’era attesa per la conferenza stampa indetta dalla società e così davanti l’Hotel Mediterranea erano presenti circa 350 tifosi. Appena arrivata, l’auto con Lotito è stata subito presa d’assalto da fotografi e tifosi che, intanto, intonavano cori per il ritorno della “Storia”. Lotito, prima d’iniziare la conferenza stampa, si ferma a parlare con i tifosi sostenendo che la società sta lavorando per restituire i simboli distintivi. “Faremo di tutto per riuscirci, ma dovrà essere fatto nei modi e nei tempi previsti dalla legge” – dichiara il presidente laziale; ma il suo discorso è più volte interrotto dai cori e dalle grida dei tifosi. È sempre il cavalluccio l’argomento principale ed un tifoso pretende le scuse da parte di Lotito per espressioni offensive pronunciate in passato come testa di somaro (ma non è stata mai pronunciata da lui questa frase…), o “cavalluccio a dondolo”. Successivamente Lotito parla della procedura fallimentare, ma non riesce a terminare il discorso in quanto i tifosi lo interrompono. Sostengono che la E. P. non sta fallendo. E il presidente risponde loro: “Finché non abbiamo chiarimenti su questa procedura fallimentare non possiamo intervenire. Il possibile l’abbiamo fatto e vogliamo essere corretti. Non è vero che ci vogliamo sottrarre dal recuperare la Salernitana”. Ma è nuovamente un tifoso ad intervenire urlando: “I colori ce li state rubando!”. A quel punto un – comprensibilmente -spazientito Lotito entra nell’Hotel per iniziare la conferenza dopo che un tifoso l’ha salutato con un augurio di 0-3 nel derby… Subito Lotito elogia l’organizzazione della nuova società Salerno Calcio e sottolinea che mai a Salerno si era visto nulla del genere. Evidenzia però che l’affluenza di pubblico è diminuita, nonostante siamo arrivati nella fase clou del campionato, definendo finali le ultime 10 partite; teme forse un adagiarsi della tifoseria che considera già vinto questo torneo.
Lotito poi attacca la stampa locale perché fa critica distruttiva, dimenticando che la squadra è prima con 6 punti di vantaggio e che si vince con l’aiuto di tutti, giornalisti compresi. La critica è positiva solo se costruttiva e la vittoria della squadra è , secondo il presidente, la vittoria della città. Invece in città si rivendicano solo i colori e non si pensa al resto. Lotito rivela che è intenzione sua e di Mezzaroma recuperare la “Storia”. Si meraviglia del fatto che ancora oggi a parte della tifoseria interessi più l’aspetto formale che quello sostanziale del problema, ossia colore e simbolo. Secondo Lotito chi non va allo stadio, non partecipa a questa passione o non è in grado di esternarla o lo fa in modo recondito; sostiene poi che loro non sono investitori venuti a guadagnare a Salerno, ma vogliono fare di Salerno una squadra importante. Infatti non si sono sottratti agli investimenti e non lo faranno in futuro; continuando, riconosce poi il giusto merito al sindaco, mentre in sottofondo i cori proseguono e raggiungono i microfoni.
Lotito elogia la squadra, costruita in 20 giorni, e il sito; annuncia l’uscita del giornale ufficiale del Salerno Calcio (di cui già sono pronte le bozze). Sulla “Storia” annuncia che una volta recuperati i simboli, essi saranno indissolubili e destinati a restare per sempre sulle maglie granata. Le polemiche di questi giorni per Lotito sono “chiacchiere” che non è il caso di alimentare. Così ha risposto alle domande: “Lei pensa che noi siamo qui per illudere la gente; se lo pensa significa che noi siamo abituati a fare le cose che ci sono consentite di fare. Il tifoso, giustamente, parla con il cuore; però si ricordi sempre che un presidente deve essere un presidente tifoso e non un tifoso presidente. Significa che deve coniugare il cuore, la passione con raziocinio, con l’equilibrio altrimenti si rischia di fare quello che hanno fatto i nostri predecessori, che – presi probabilmente da troppa passione – hanno dimenticato la gestione. Noi non siamo degli sprovveduti o degli avventurieri; sappiamo cosa dobbiamo fare per acquisire il simbolo e i colori perché ci siamo documentati; e l’ha fatto anche il sindaco in prima persona. Nel momento in cui c’è in atto una procedura di carattere giudiziario che ipotizza alcune cose, noi dobbiamo solo attendere gli eventi e non possiamo intrometterci in cose che non ci appartengono dal punto di vista dell’iter burocratico – giudiziario. Siamo in attesa di capire chi sarà il reale detentore della “Storia” per poter poi rivendicare la possibilità di interloquire con lo stesso e per poter poi acquisire i colori. Non dipende dalla nostra volontà, non ci siamo sottratti al confronto in alcuni ambienti preposti e l’abbiamo fatto con professionisti esperti che ci hanno detto che in questo momento bisogna attendere l’evoluzione di quello che succederà nei confronti del nostro predecessore. Sulla base di questo prenderemo i provvedimenti che si dovranno prendere, senza possibilità di condizionamenti e questo ci tengo a chiarirlo. Noi siamo abituati ad agire in totale libertà, liberi d’intendere, di volere e d’agire; abbiamo a supporto le istituzioni. Sembra quasi che noi ci vogliamo sottrarre dal ripristinare la “Storia”, ma – con tutto il rispetto – non l’abbiamo tradita noi, non l’abbiamo abbandonata noi. A luglio del 2011 la Salernitana non esisteva più e forse qualcuno lo dimentica. Si sono presentate due persone che allo stato – mi pare di capire – non hanno tutta la fiducia della città, per ripristinare un modello di calcio che la città aveva perso, non esisteva più. Ha riacquistato la città di Salerno una credibilità istituzionale, non solo calcistica di affidabilità e imprenditorialità, di affidabilità sportiva, legata alla qualità dell’organizzazione, alla qualità del progetto che è proiettato in un futuro sicuramente a lungo termine, con logiche completamente diverse, non del mecenate – consentitemelo – inesistente che dopo due, tre anni fallisce, ma di colui che nonostante non guadagni nulla ma investe solo nell’interesse della città per un impegno preso con la città, con un’amministrazione comunale, vuole dimostrare a tutti che è abituato ad onorare i propri impegni nel migliore dei modi, mettendoci la faccia, non scappando, non sottraendosi ai confronti e non lesinando investimenti. La prova provata, scusate, è che al di là delle organizzazioni che tutti hanno il Salerno è l’unica squadra in D che ha la convenzione con la Lottomatica, per mettere in condizione tutti i tifosi di avere un servizio sul territorio nazionale. Un tifoso della Salerno Calcio è a Milano e può tranquillamente comprare il biglietto senza dover venire a Salerno. Voi dimenticate che siamo in serie D, interregionale, squadra dilettantistica, questo forse lo dimenticate come tutti. Torno a ripetere che a luglio non c’era nessuno, la squadra non esisteva più, la società non esisteva più. Noi, io e mio cognato, abbiamo dovuto pagare un contributo straordinario – pari e superiore ad un’iscrizione ad una squadra professionistica di primo livello – perché è stata fatta un’iscrizione in aggiunta sull’affidabilità del progetto. Due persone che sono venute qui in punta di piedi, questa è la quinta sesta volta che vengo a Salerno e non ho mai chiesto nulla con totale spirito di servizio, solo perché ho preso un impegno insieme alla città di Salerno; insieme a mio cognato abbiamo sposato questo progetto per ridare la gioia alla gente di Salerno che vive anche e soprattutto di calcio. Vi pare che noi vogliamo rinnegare la “Storia” di Salerno? Due persone che vengono a Salerno e si caricano tutta la situazione, vedete non è solo un problema economico, ma di responsabilità del peso della città sulle spalle. Ci stiamo mettendo la faccia, abbiamo preso impegni con l’amministrazione comunale e capiamo l’importanza e il rischio della scelta. Capiamo che non possiamo fallire nell’interesse della città e non vogliamo fallire, ma dovete metterci nella condizione di dare il massimo, di ottenere il massimo e non di parlare sempre dello stesso problema che non si risolve. È un discorso fuori luogo perché io non entro negli atti gestorii dei miei predecessori; noi però siamo abituati a fare le cose in regola perché per fare le cose in regola bisogna rispettare la legge e per rispettare la legge dobbiamo aspettare l’iter giudiziario. Capisco che la gente vuole il cavalluccio, vuole i colori: ha ragione; anche noi vogliamo la stessa cosa! Secondo voi noi vogliamo snaturare la “Storia” di Salerno? Saremmo dei pazzi. Abbiamo messo in campo tutto quello che era necessario per poter riacquisire la “Storia”. Siamo in attesa aspettando in religioso silenzio, subendo e non contrattaccando. Pensate sia una cosa semplice allestire in venti giorni non una squadra ma una società da zero, dove non c’era nulla? Tutto quello che abbiamo promesso l’abbiamo mantenuto. Prendete una squadra in serie D, la migliore che esiste in Italia, e vedete se ha la nostra organizzazione“. Sulla questione del ritorno della “Storia” interviene anche Mezzaroma che aggiunge: “Sta diventando un tormentone. In una situazione ancora molto dinamica, nella quale ci sono soggetti terzi che stanno portando avanti iniziative. Una situazione del genere in cui già i protagonisti mi sembra stiano portando avanti tutta una serie di azioni per cercare di chiarire le situazioni; obiettivamente in una situazione del genere intavolare qualsiasi tipo di trattativa mi sembrerebbe azzardato. Ogni buon acquirente, se vuol comprare una macchina, prima vuol vedere chi effettivamente è il proprietario. Se a maggior ragione viene a sapere che ci sono due o più persone, è una situazione molto complicata. Finché le carte non sono chiare sul tavolo, non mi ci siedo neanche al tavolo. Capisco i tifosi e concordo con quello che dice Claudio; sarebbe autolesionismo da parte nostra non riconoscere il valore della “Storia” ma non ci sono ancora le condizioni per poter fare un discorso serio. Ripetercelo ogni volta: sinceramente non possiamo che dire questo, dare la stessa risposta. Deve esserci una situazione giuridica chiara. Non è mancanza di volontà, voglia di prender tempo, non è questo“. Riprende la parola Lotito per difendere la squadra: “Noi vorremmo, come rispettiamo la gente, essere rispettati e vorremmo che rispettassero anche la squadra e l’allenatore. Poi gli errori si possono commettere, “Errare humanum est, sed perseverare est diabolicum”. Nessuno è infallibile, altrimenti faremmo tutti un altro mestiere. La squadra può aver avuto un momento di defaillance; le scelte tecniche possono aver avuto una prova, non hanno dato i risultati che dovevano dare“. Ed a proposito della squadra, interviene anche Mezzaroma: “Dopo Civitavecchia, in grandi linee, abbiamo detto che da qualche tempo questa squadra non sta esprimendo le potenzialità e quindi abbiamo richiesto maggiore concentrazione, maggiore impegno e maggiore spirito di sacrificio. Mancano dieci partite e sono dieci finali. Ognuno deve dare il massimo di quello che tutti si aspettano possa dare“. Alle solite domande, le ovvie risposte. Però la squadra è sempre prima in classifica a sei punti di lunghezza dalle inseguitrici Marino e Porto Torres. I presidenti chiedono una maggiore unità e affluenza di pubblico, per dare alla squadra quella spinta in più per chiudere il campionato quanto prima ed uscire dalla serie D. Noi crediamo che all’entusiasmo dei tifosi essi risponderanno mantenendo le promesse appena saranno messi in condizione di poterlo fare. Solo remando uniti nella stessa direzione si possono raggiungere traguardi più consoni alla nostra città ed ai suoi tifosi.