Quale futuro per i giovani disoccupati?

Giovanna D’Antonio

I dati Eurostat attestano che il tasso di disoccupazione in Europa ha raggiunto il suo livello massimo dal 1998, arrivando a toccare quota 10,4 %. In Italia il tasso di disoccupazione è pari all’8,9%;i più colpiti da questo fenomeno sono i giovani, soprattutto a causa della frammentazione e dell’irrigidimento del mercato del lavoro. Inoltre il sistema di sostegno al reddito in caso di disoccupazione è fortemente lacunoso e tendente a privilegiare coloro che hanno perso il posto di lavoro piuttosto che coloro che invece non riescono a trovarlo. I giovani faticano ad ottenere una prima occupazione soprattutto perché la maggior parte delle aziende richiedono un’esperienza lavorativa che naturalmente i giovani non possono avere e per tanto le scelte riguardo al personale da assumere ricadono sempre su i più “anziani”. Anche l’opinione pubblicata italiana, pur mostrandosi preoccupata riguardo al fenomeno della disoccupazione giovanile, preferisce concentrare la propria attenzione su altre categorie sociali come dimostrano le rappresentanze sindacali che, privilegiando il carico familiare, ne rinnovano il peso in sede di contrattazione e di ingresso nel pubblico impiego. Molti giovani sono dunque costretti a modificare le proprie aspirazioni e ad accontentarsi di impieghi di basso livello e non coerenti con il loro curriculum. Si tratta di una disoccupazione intellettuale, generata da un forte squilibrio tra il livello d’istruzione dei giovani e le scarse possibilità offerte dall’ambiente lavorativo, che costringe molti giovani italiani a prolungare oltremodo la permanenza nella propria famiglia d’origine. Tuttavia la disoccupazione giovanile non è un problema solo italiano ma riguarda in modo notevole altri paesi europei che stanno attraversando una fase di crisi economica. Per tale motivo L’Unione Europea ha deciso di inviare un team di suoi esperti in otto paesi, fra cui Spagna, Italia, Grecia e Portogallo, con l’obiettivo di aiutare i governi nazionali a contrastare il fenomeno della disoccupazione e le piccole e le medie imprese ad avere accesso a prestiti e finanziamenti. I team dovranno preparare entro metà aprile dei piani per l’occupazione giovanile e per lo sviluppo delle piccole e medie imprese da inserire nei rispettivi programmi nazionali di riforma. I giovani disoccupati da parte loro non possono far altro che persistere nella loro disperata ricerca di lavoro cercando allo stesso tempo di accrescere le proprie conoscenze e le proprie competenze e non perdere la speranza in un futuro migliore.