L’ evoluzione del libro dalle origini alla stampa offset

Laura Iuorio

Il termine libro deriva dal latino Liber, e indicava quella sottile pellicola che rimane tra il legno dell’albero e la sua corteccia, usata per le prima forme di scrittura. Si  scriveva anche sulla pietra, sull’osso, sui tessuti. A partire dal terzo millennio a.c , gli Egizi iniziano ad usare il papiro,che doveva essere conservato in rotoli, in quanto non si poteva piegare. Presto sarebbe stato usato anche dai Greci e dai Romani. E’ opinione comune che sin dal II secolo a.c nella città di Pergamo si usasse la pergamena, tratta da pelli di pecora, capra o vitello. L’invenzione della carta risale al II secolo, proveniente dai paesi musulmani, ma probabilmente esisteva già prima. Cominciano a diffondersi le grandi  biblioteche dell’antichità, come quella di Alessandria d’Egitto, contenente circa 700.000 volumi. Alcuni di questi libri esistono ancora e sono conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Tra il secondo e il quarto secolo a.c si passa dal volumen al codex e per la prima volta si può usare anche il retro. Scrivere su due pagine prenderà piede solo con l’avvento della stampa. I monaci sono i primi editori dei libri, nei monasteri è sempre presente uno scriptorium, dove i copisti si appoggiano a piani inclinati e scrivono sulle pergamene con calamai e piume d’oca. Dopo la trascrizione il libro veniva riletto per rilevare eventuali errori di copiatura.  Con l’avvento del codex, inizia anche la tecnica della miniatura, per dipingere in rosso le iniziali dei libri. Dal XII secolo, con il fiorire delle Università, cresce la domanda dei libri. I fascicoli vengono cuciti su bande di cuoio ( nervi ) fissate a delle assi di legno e rivestite in pelle, mentre  grossi chiodi proteggono la rilegatura. L’invenzione dei caratteri mobili e del torchio da stampa  in Europa risale al 1445-50 e viene attribuita a Johannes Gutenberg, che passa dal laborioso carattere in legno al carattere di piombo fuso . Ben conscio del valore dalla propria scoperta, la consacra con una sua celebre edizione della Bibbia in latino. Ciò che più interessa è che l’invenzione della stampa ha comportato una vera e propria rivoluzione:  una rivoluzione socioculturale, perché per la prima volta crea un pubblico di acquirenti, condizione prima di un mercato in cui la merce libro viene offerta; una rivoluzione sociale, perché l’editoria crea la prima catena industriale di produzione; e ancora una rivoluzione psicologica-culturale, perché trasforma i metodi di apprendimento e di trasmissione del sapere. Che la prima tipografia italiana venga installata in un monastero non desta meraviglia, dal momento che i monasteri benedettini e cistercensi sono  le principali fucine di copisti e miniaturisti, dove le biblioteche, già ricche di volumi e codici, diventano sedi dei primi incunaboli  (così si chiamavano i primi libri stampati, visti come bimbi usciti dalla cuna ). Il primo vero editore lo troviamo a Venezia, si tratta di Aldo Manuzio, che inventa un formato tascabile, di costo ridotto per gli studenti e introduce  la stampa in corsivo italico. Dopo il periodo della Controriforma, numerosissimi stabilimenti editoriali si susseguiranno nel corso dei tre secoli successivi in tutta Europa (ricordiamo quello di  Gianbattista Bodoni, che darà il nome a un tipo di carattere tipografico). La diffusione del sapere porta alla nascita dei primi giornali periodici, in cui le classi sociali trovano un importante mezzo di scambio culturale. Nasce così il concetto di opinione pubblica. Durante il XIX secolo  viene realizzata la macchina di stampa a vapore e le macchine per fabbricare rulli continui di carta. Con l’invenzione negli Stati Uniti della linotipia, la prima compositrice a caldo e, successivamente, della monotipia, vengono ridotti i tempi necessari di composizione di un testo. Nel 1904 fa il suo ingresso la stampa offset (un procedimento  di stampa indiretto, dove l’immagine viene prima trasferita su un cilindro di caucciù e poi sulla carta) che darà una svolta alle tecnologie di stampa, garantendo la possibilità di stampare anche su carte ruvide e speciali, mantenendo una stampa di alta qualità.