Conosciamo i Balega (Congo Rd): la croce e l’ingiustizia di Dio

Padre Oliviero Ferro

E’ cosa comune tra gli uomini di sentirsi oggetto d’ingiustizia da parte di Dio. Questo in modo particolare, quando nella vita di un individuo s’avverano difficoltà e prove tali che le forze umane, apparentemente, non possono sopportare. Così è avvenuto per Kamwanga, un uomo che passava di sofferenza in sofferenza, di tribolazione in tribolazione e di dolore in dolore. Era diventata ormai un’abitudine, da parte sua, di lamentarsi davanti a Dio e bestemmiarlo, chiamandolo ingiusto e uno che si prende piacere a tormentare le sue creature. “Tu mi hai messo al mondo per la sventura. Durante tutta la vita non hai fatto altro che far pesare la tua mano su di me e darmi una croce che nessun altro potrebbe portare”. Kamwanga non demordeva e ogni giorno, e più volte al giorno, erano le medesime angosciate lamentele. Dio, da parte sua, taceva, ma, ad un certo punto, fece in modo che Kamwanga potesse trovarsi davanti a lui. “Ho sentito i tuoi pianti e lamenti, ho sentito i tuoi gemiti e le tue bestemmie. Tu sai comunque che una croce tutti devono portarla. Mio Figlio ha scelto la più pesante e la più dolorosa e tutti i miei figli devono seguire la sua strada. Ora, seguimi”. Lo condusse in un immenso salone, dove erano allineate tutte le croci degli uomini che erano sulla terra. “Hai tutto il tempo che vuoi. Tra tutte queste croci, scegli quella che più ti conviene”. Kamwanga vide, guardò, soppesò ciascuna di quelle croci. Alla fine, scelse la più piccola, la meno pesante, quella che più gli si adattava e tutto gioioso si presentò a Dio. “E’ questa la croce che ho scelto”. E il Buon Dio:”Era già la tua da sempre”.