Conosciamo i Balega (Congo Rd): Kalokatwa in cerca di saggezza

Padre Oliviero Ferro

Kalokatwa, giovane di belle speranze e intraprendente, viveva solo con suo padre: Egli desiderava molto viaggiare, sia per aumentare le sue conoscenze, ma, soprattutto, per andare alla ricerca della saggezza. Finalmente, il padre fu in grado di accontentarlo e gli consegnò tre monete. Strada facendo, il giovane Kalokatwa incontrò un vecchio, seduto fuori di casa sua:”Mzee, vecchio, ti prego dammi un po’ della tua saggezza”. Il vecchio gli disse:”Se ti capita di dormire fuori del villaggio, non dormire mai al piano, ma monta su una collina”. Il giovane ringraziò e lasciò cadere una moneta nelle mani rugose del vecchio. Continuando il suo cammino, s’imbattè in un altro anziano che ritornava dai campi:”Mzee, fammi gustare un po’ della tua saggezza”. Il vecchio gli rispose:”Se ti capita di trovarti in situazioni spiacevoli, non impicciarti mai dei fatti altrui”. Ringraziando il vecchio, Kalokatwa fece scivolare la seconda moneta nella tasca del contadino. Si rifugiò, quindi, in un hotel per passare la notte. Al mattino, prima dell’alba, era già in strada per perseguire con costanza lo scopo del suo viaggio. Arrivato in un grande villaggio, incontrò un altro vecchio che usciva da un’osteria. “Mzee, ho sete della tua saggezza”. Il vecchio lo prese per un braccio  e gli disse:”Se trovi una casa amica e accogliente, fermati e entra in quella casa”. Il giovane, con mille ringraziamenti, mise la terza moneta nel taschino della giacca del vecchio. Proseguendo il suo viaggio, la notte lo sorprese in piena campagna. Mentre si guardava in giro per scegliersi la collina, sulla quale passare la notte, sentì un grande frastuono. Poco dopo, arrivò il re con soldati e prigionieri. Visto il bel posto al piano, il re pensò di passare la notte in quel luogo. Ma Kalokatwa, con la saggezza acquisita, propose al re:”Se permettete, maestà, io le consiglierei di passare la notte su quella collina”. Il re acconsentì e diede l’ordine che al piano rimanesse i prigionieri con le guardie, mentre tutti gli altri dormiranno sulla collina. Al mattino scesero per continuare il viaggio verso il palazzo reale, ma, orrore, durante la notte, dei banditi erano venuti, avevano massacrato tutti e rubato quanto potevano. Il re, pieno di riconoscenza, invitò Kalokatwa al palazzo, facendolo suo consigliere. Alcuni giorni dopo, il re partì per un lungo viaggio e invitò Kalokatwa ad accompagnarlo, insieme al suo seguito. Strada facendo, il re pensò che sarebbe stato meglio che Kalokatwa restasse al palazzo e ingiunse al giovane di rientrare. Appena entrato nel palazzo, vide la regina che se la faceva con il comandante in capo della guarnigione reale. Ligio ai suoi principi, il giovane passò oltre. La regina e l’amante, però, non la pensavano allo stesso modo e si proposero di eliminare quel testimone troppo pericoloso per lo. La regina lo chiamò e gli ordinò di andare nei campi a prenderle tre banane, un ananas e una grossa papaia matura. Di nascosto, poi, inviò un soldato nei campi con l’ordine di uccidere la prima persona che vi arriverà. Kalokatwa partì per arrivare ai campi il più presto possibile. Mentre attraversava la via, ai limiti della città, un signore che, evidentemente, aveva bisogno di una favore da parte del re, invitò il giovane in casa e lo trattò come un principe. In quel medesimo momento, la figlia del re, volendo fare quattro chiacchiere con il consigliere di suo padre, passava sotto casa per raggiungerlo nei campi. Non appena arrivata, il soldato l’uccise e si rifugiò, poi, nel palazzo. Il re, saputo della morte della figlia, rientrò immediatamente. Scoprì l’intrigo della moglie e diede a ciascuno secondo le leggi e la giustizia.