Grave lutto nel mondo della medicina italiana: morto, Marco Venturini, oncologo di fama internazionale

Giuseppe Lembo

Una grave incolmabile perdita per la ricerca oncologica italiana. Il prof. Marco Venturini non è più. La sua vita di grande impegno per gli studi e la ricerca sul cancro è purtroppo finita improvvisamente e prematuramente a Milano domenica 18 dicembre 2011. Presidente nazionale dell’AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica, era un medico di fama internazionale. Le sue doti umani e professionali lo portavano a pensare nuove vie per la medicina, umanizzandola al massimo e cercando al meglio le cure necessarie per salvare vite umane, ridurre il dolore e la sofferenza e dare speranze anche a chi, colpito dal male del secolo, disperatamente si vede caduto il mondo addosso. Marco Venturini era nato a Carrara 57 anni fa. Laureato a Pisa nel 1982; specializzato in oncologia all’Università di Genova nel 1985. Oncologo famoso è stato per anni un importante punto di riferimento per la Comunità scientifica italiana ed internazionale, nella lotta contro il cancro. Il suo impegno di studio e la sua attiva presenza nel mondo della ricerca sono testimoniati da oltre 170 articoli scientifici e dalla sua presenza a circa 345 congressi nazionali ed internazionali. Molto attivo il suo lavoro di ricercatore; era infatti titolare di ben 7 progetti di ricerca clinica finanziati da AICR, CNR e Ministero della Salute. L’amore per la ricerca, nella difficile lotta contro il cancro, lo ha accompagnato per tutta la vita. Di grande spessore scientifico sono i risultati dei suoi studi nel campo del carcinoma mammario. Dal 1986 al 2000 ha svolto un’intensa attività di studi e di ricerca all’Istituto per la ricerca sul cancro di Genova. L’AIOM di cui Marco Venturini era presidente, ha scritto, testimoniando con animo commosso che “la sua scomparsa è una grave perdita per tutta l’oncologia italiana”. Una vita intensa quella di Marco Venturini; è stato attivamente impegnato su più fronti, pensando sempre positivo nel lavoro di ricerca sul campo; un lavoro intenso che lo ha accompagnato per tutta la vita. Il suo contributo di medico ricercatore è presente in tanti organismi scientifici dove ha lasciato il segno per le cose fatte a favore della salute umana, purtroppo, fortemente colpita da un male che oggi, grazie anche a Marco Venturini, non è più ed unicamente fonte, di sola disperazione, ma anche di tanta speranza di vita per i tanti che, subendolo, ne escono guariti, con una nuova dimensione umana. Le tappe del suo lavoro di studioso sono legate all’AIOM, di cui era presidente e coordinatore del gruppo italiano del carcinoma della mammella (Gim); coordinatore anche del gruppo italiano del carcinoma renale (Gir); coordinatore delle linee guida nazionale dell’AIOM sul carcinoma mammario; membro della commissione di esperti dell’ ESMO (European Society of Medical Oncology) per il carcinoma mammario. Titolare di numerosi progetti di ricerca clinica era, tra l’altro, membro dell’Editorial Board di Annals of Oncology e di Tumori. Uomo e professionista infaticabile . Dal 2006 era direttore del Dipartimento di oncologia all’Ospedale Sacro Cuore e primario presso l’Ospedale Negrar di Verona. Marco Venturini ha sempre vissuto animato da un grande amore per la scienza medica; la sua vita di impegno per gli altri, per l’umanità sofferente, alla quale da studioso medico, sensibile e fortemente attento alle sofferenze umane, ha dedicato tempo e passione,oggi testimonianze di tante pillole di  un’umanità profonda che va ben oltre la vita. La sua è stata una fede incrollabile per la cultura medica, la scienza e la ricerca; è tutta scritta nei risultati raggiunti; importanti conquiste medico-scientifiche a favore dell’umanità portano, tutte insieme, il nome prestigioso dell’infaticabile uomo di Carrara, attivamente presente in Italia ed in tante parti del mondo della ricerca con cui attivamente si confrontava. Marco Venturini era fortemente legato a Carrara, la città che portava sempre nel cuore, dove, quando la sua vita di impegni glielo permetteva, amava rifugiarsi, abbandonandosi ad un dialogo silenzioso con le pietre parlanti dei diversi angoli della città a lui caramente amici e familiari. Ma oltre l’amore per Carrara, Marco Venturini aveva un amore grande e profondo per la sua famiglia; per sua moglie Lucia Del Mastro, che da medico-oncologa e ricercatrice lo ha seguito con profonda partecipazione in tutti gli anni della vita d’insieme, allietata da due magnifici figli gemelli, ai quali il papà Marco era legato da un amore grande, dando loro quegli insegnamenti e quelle lezioni di umanità, che hanno caratterizzato tutta la sua vita, dove prevaleva in assoluto il senso illimitato del dare rispetto alle attese dell’avere. Marco Venturini amava, tra l’altro, il mondo delle piccole cose, dell’umanità paesana e della natura semplice che scoprì proprio nel Cilento che, oggi ricorda con sofferto dolore, il medico che non c’è più, amico di tutti, sempre in prima linea, al servizio dell’umanità. Lucia Del Mastro, nipote dei fratelli Michele e Francesco Paolo Del Mastro, eroi garibaldini che contribuirono a fare l’Italia Unita, conobbe e sposò Marco Venturini che così approdò nel Cilento ad Agnone di cui si innamorò, considerando queste terre mitiche, la sua dimora elettiva preferita in cui amava rifugiarsi, quando la professione gli permetteva di staccare la spina e concedersi un meritato periodo di riposo.  Il ricordo di Marco Venturini è affidato alla memoria non solo dei tanti che l’hanno conosciuto e di quanti hanno vissuto insieme momenti di intensa umanità. Sarà soprattutto ricordato dal numeroso popolo di quanti oggi vivono, avendo sconfitto il cancro, grazie agli studi ed alle ricerche mediche dell’instancabile professionista il cui nome amico è quello di Marco Venturini. Sarà ricordato anche dal Cilento, terra di saperi antichi tracciati nel sapere eleatico di Parmenide e di Zenone, attraverso il pensiero dell’essere che appartiene all’uomo di tutti i tempi, un sapere assolutamente inossidabile, soprattutto oggi, di fronte alle false mode di un sempre più scomodo apparire poco gradito al fare ed al pensiero medico di Marco Venturini, impegnato in una lotta difficile, ma non impossibile; una lotta positiva contro l’assalto alla vita umana di un male difficile, ma non impossibile da vincere. Marco Venturini, pur non essendo cilentano, amava il Cilento, una Terra dall’umanità profonda, dalla forza selvaggia, dai profumi inebrianti, dal mistero profondo, dal fascino mitico e magico insieme con radici antiche ed in mondi lontani, dai paesaggi mozzafiato, un grande dono della natura agli uomini; una Terra bella da vedere e da vivere, con tante sue piccole realtà umane che ancora oggi conservano in sé tratti profondi di fascino e di mistero. Marco veniva nel Cilento amico, quando gli impegni professionali glielo permettevano; con piacere immenso tornava spesso nel suo Cilento che gli offriva tutto di sé; dai sapori antichi, al senso di un’ospitalità religiosa e sacra, ai profondi silenzi che lo portavano a riflessioni profonde. Ma oltre a tutto questo, amava il mare del Cilento; amava la costa cilentana e quelle acque azzurre e cristalline che lo attraevano e nelle quali si tuffava, accarezzato dalle dolci onde amiche che lo portavano con il pensiero lontano, magari al mondo della scienza, in cui era impegnato per difendere la vita di tanta gente senza volto che amava come fratelli in difficoltà. Tante erano le ore che trascorreva a mare sulla sua barchetta, lasciandosi trascinare dalle onde che lo cullavano, avendo per compagno di viaggio, la sola voce del mare amico. Caro Marco sarai sempre ricordato oltre che dalla tua Terra natia di Carrara anche da tutto il Cilento, una terra che ama la scienza ed i saperi, in un mondo che nella sua evoluzione naturale sa rinnovarsi, pensando alle sue radici lontane in una preistoria carica di significati profondi. Per ricordare Marco Venturini mercoledì, 28 dicembre nella Chiesa del Carmine, di Agnone, presente la moglie Lucia, i familiari, i tanti amici e conoscenti, sarà celebrata una messa commemorativa, un’importante occasione d’insieme per rivolgere un pensiero riconoscente all’amico scomparso, manifestando la comune volontà di non dimenticare mai il suo impegno di medico-ricercatore a favore dell’umanità.