Conosciamo i Balega (Congo Rd): i due Abele

Padre Oliviero Ferro

C’era un re con suo figlio di nome Abele. Nella medesima città, c’era pure un uomo molto povero con un figlio di nome Abele. I due omonimi si conobbero e divennero ottimi amici. Al re dispiaceva che suo figlio si mescolasse così con la gente del popolo, soprattutto che coltivasse una vera amicizia con quel poverissimo Abele. Consigliò il figlio di rompere quell’amicizia, che non conveniva al loro rango e alle loro relazioni. Ma i due continuavano imperterriti a vedersi e a frequentarsi: si volevano veramente bene. Il re, allora, non arrivando a convincere il figlio, pensò di eliminare l’amico del figlio e di farla finita una volta per sempre. Il figlio, conosciute le intenzioni del padre, avvertì l’amico che fuggì nella foresta con suo padre. Il figlio del re soffriva terribilmente per tale separazione forzata. Il, per convincere il figlio a dimenticare l’amico, inventò un altro stratagemma: fece sgozzare una capra, ne raccolse il sangue, cosparse, col medesimo, la macchina del figlio e fece correre la voce che il figlio aveva avuto un incidente, uccidendo un uomo. La notizia arrivò pure ad Abele, il povero, che pensò di andare dall’amico per restare assieme, in quel momento di dolore. Il papà voleva impedire al figlio di andare dall’amico, ma nessuna ragione riuscì a convincerlo. Egli era pronto a tutto pur di contribuire a salvare l’amico. Al giorno del processo, Abele, il povero, fu ben visibile in prima fila. Il re si rese conto che l’amico di suo figlio era veramente un uomo pieno di coraggio e si saggezza e,seduta stante, ordinò la fine di quella messa in scena. Lasciò poi il regno a suo figlio, dicendogli:”Io mi ritiro, perché sono sicuro che tu, con l’amico Abele come consigliere, governerai certamente meglio di me”.