Lettori si nasce o si diventa?

Laura Iuorio

Questo è un falso dilemma, nel senso che nessuna delle due alternative è totalmente vera né totalmente falsa. Quando diciamo che si può nascere lettori ci riferiamo a condizionamenti che fin dalla nascita possono favorire la propensione alla lettura. Infatti, tra i fattori che influenzano la scelta di leggere va menzionato innanzi tutto l’ambiente nel quale i potenziali lettori si formano :se consideriamo la situazione familiare o il numero di libri presenti in casa, emerge con forza la conferma di una sorta di ‘ereditarietà della lettura ’. La ‘suppellettile culturale ‘ presente in casa condiziona, ovviamente, il modo in cui viene impiegato il proprio tempo libero.  E ciò è dimostrato dal fatto che la più frequente tra le risposte sulle modalità di acquisto dell‘ultimo libro letto è: ‘ l’avevo in casa ‘. Un altro elemento fondamentale è la promozione della lettura nei primissimi anni di vita e , a questo scopo, sono efficaci alcune iniziative come ‘Nati per leggere ’, voluta da pediatri e bibliotecari, che da oltre 10 anni si occupa di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini per favorirne lo sviluppo affettivo e cognitivo. Secondo stime recenti i giovani che vivono in famiglie dove entrambi i genitori leggono hanno una probabilità di divenire lettori 3 volte maggiore rispetto ai figli di non lettori, così come i giovani che hanno in casa almeno 200 libri hanno una probabilità di divenire lettori 3 volte maggiore di chi cresce in assenza di libri. Alla famiglia si affianca poi la scuola, che spesso propone ai ragazzi letture che questi non giudicano interessanti, trasformando così la lettura in un obbligo e facendole perdere piacevolezza. Anche il tipo d’istituto superiore frequentato ha un’incidenza sull’atteggiamento dei giovani verso la lettura; la scelta della scuola è in parte dettata dalle condizioni socio economiche della famiglia di appartenenza e questa considerazione fa comprendere i motivi per cui gli studenti del liceo classico leggono il triplo rispetto a quelli degli istituti tecnici, si orientano verso i romanzi, interessandosi invece poco dei racconti brevi e umoristici. Ma probabilmente, i due fattori che maggiormente influenzano la lettura sono il grado d’istruzione e il livello socio-economico, non tanto perché l’acquisto di libri sia particolarmente oneroso, ma perché, non essendo il libro un bene di prima necessità, ad esso ci si accosta solo dopo che sono state soddisfatte altre esigenze, è un genere di consumo voluttuario, per cui il consumo tende ad aumentare col crescere del reddito. In molti casi, la disponibilità del reddito ha origine anche da una condizione professionale gratificante e da un elevato livello d’istruzione. Gli esperti ritengono che l’aumento del numero di lettori negli ultimi quindici anni sia in gran parte legata all’incremento del numero di italiani che hanno conseguito un diploma di scuola superiore o una laurea; si rileva infatti che i laureati leggono più del doppio di chi possiede solo la licenza media . Alla luce di ciò potremmo dire che lettori in parte si nasce e in parte si diventa. Ma ci piace credere che lettori si possa anche ridiventare, in quanto si è riscontrato che dopo i 14 anni l’interesse per la lettura si affievolisce fino a ridursi a livelli molto bassi in età adulta. La sfida delle attività di promozione sarà quella di agire sugli interessi ai quali la popolazione adulta può essere più sensibile,  per far sì che si  riavvicinino al libro e alla cultura scritta.