Ici, Cattolici in Movimento “Se paga la Chiesa devono pagare tutti”

“A giudicare da quel che si legge e sente in questi giorni, il polverone alzato dall’ennesima polemica sui presunti privilegi fiscali della Chiesa Cattolica ha annebbiato la lucidità di quanti non vogliono e dei tanti altri indotti a non vedere l’unico dato reale di tutta la vicenda. Vale a dire che il nostro Ordinamento non contempla nessuna norma ad ecclesiam e i benefici fiscali accordati alla Chiesa Cattolica sono l’effetto dell’espressa volontà del legislatore di riconoscere l’opera da essa svolta per incarnare il bene comune nella vita reale. Ma analoghe prerogative vigono per enti di altre confessioni religiose, ambasciate, camere di commercio, scuole, fondazioni culturali e liriche, università, sindacati e partiti. Eppure degli altri non si parla, anzi si tratta di soggetti la cui esenzione è poco o del tutto non nota alla gente. Or bene, se pagasse la Chiesa, dovrebbero pagare tutti gli altri, altrimenti saremmo di fronte ad un palese, indubitabile atteggiamento discriminatorio, di fatto inaccettabile”. E’ quanto dichiara il Presidente Nazionale dei Cattolici in Movimento Luigi Cerciello che aggiunge: “Ci uniamo all’appello lanciato dal Direttore de L’Avvenire Marco Tarquinio ad una maggiore chiarezza da parte dei mass media, il cui ruolo a nostro avviso non può limitarsi a registrare l’andamento del dibattito in corso riportando il dettaglio delle posizioni contrapposte. C’è bisogno di un contributo più alto alla verità, specie come antidoto contro le facili e diffuse strumentalizzazioni del caso, proprio oggi che al Paese vengono chiesti sacrifici senza precedenti. L’opinione pubblica non può non essere anche informata sull’esistenza e sulle esplicite previsioni della serie di norme che garantiscono esenzioni fiscali in capo ai vari soggetti ritenuti meritevoli”.