Cultura inoccupata!

 di Rita Occidente Lupo

Cultura e lavoro. Un binomio che proprio non regge più nel nostro tempo, disperatamente assetato di spiragli occupazionali, che serrano sempre ulteriormente la soglia dei bisogni primari. E così, ai fantastici sogni nel cassetto, quelli a cui un tempo s’affidavano gl’interrogativi dei più grandi ai propri adolescenti “Cosa vuoi far da grande?”, oggi risponde il solo vuoto di mille interrogativi di cosa effettivamente offra il mercato del lavoro, prima d’incrociare le braccia disoccupazionali ed affidarsi ad altri Paesi in cerca di fortuna. Infatti, il titolo accademico, sembra non rispondere più alle aspettative: non più abilitante, per l’accesso ad un lavoro, secondo le proprie attitudini. E così, gli Atenei, registrano un calo. Infatti, per i laureati in possesso del titolo triennale, la flessione nell’occupazione è netta: dal 39,4% del 2009, al 38,0 del 2010, mentre  per coloro in possesso del titolo magistrale, la flessione quasi impercettibile:dal 64,6, al 64,5 %. Un aumento di laureati che cercano lavoro: dal 18.8 % nel 2009, al 21% del 2010″.  I  tempi d’ ingresso nel mondo occupazionale aumentano sensibilmente: dai 5 mesi del 2009, a più di 6 nel 2010. Circa il 2 % di laureati in meno nelle triennali, un più 4,8% nelle magistrali e un più 20,2% in quelle a ciclo unico. La mappatura fa ben comprendere come il nostro Paese sia in affanno per una cultura non spendibile nel sostrato lavorativo: e come rischi di non poter più trovare risposte esaurienti, al costante bisogno di remunerazione, per soddisfare una vita sociale quanto meno sufficiente ad appagare le priorità vitali!

Un pensiero su “Cultura inoccupata!

  1. Cara Direttrice N.D. Rita Occidente Lupo.
    Come sempre, Lei ci sottopone a riflessioni molto interessanti che non dovrebbero essere fatte oggetto di non curanza., anzi sono problemi meritevoli e di lunghe discussioni:.
    A me piace osservare che, Dio ci liberi, se tutti ,all’improvviso, decidessero di studiare per fare gl’insegnati o qualcos’altro, e pretende ssero di avere un lavoro di loro competenza , cosa succederebbe? Il titolo di studio è una soddisfazione per chi l’ha ottenuto, ma se si ostina ad attendere che esca un lavoro adeguato al loro titolo di studio si rischia di rimanere eternamente disoccupati. Allora , tanti diplomati e laureati , secondo me, non dovrebbero disdegnare anche qualche lavoro umile o di meno prestigio riguardante il proprio titolo di studio. Qui ci troviamo ad assistere ad una mancanza, quasi totale, di mestieranti, non si sa a chi rivolgersi se si rompe un rubinetto del bagno o se vi sono mille altre emergenze di riparazioni, allora dobbiamo anche dire che il lavoro lo si potrebbe cercare anche in ambienti poco consoni al proprio titolo di studio.
    Tanti giovani del sud d’Italia, secondo il mio punto di vista, dovrebbero imparare un mestiere, oppure praticare scuole alberghiere e linguistiche per poter meglio dare ospitalità a quei turisti che ci vengono ad onorare. Non vedo mai poliglotti che girano per la città per dare informazioni ai turisti stranieri. Sarebbe davvero apprezzabile se si creassero queste facoltà turistiche .
    Cordialità

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