Nola: Mons. Depalma su abbattimenti vesuviani

Nei miei compiti di pastore rientra anche quello di confrontarmi senza paraocchi su questioni complesse, che hanno in sé tanti elementi e ragioni contrastanti. In questi giorni, cittadini dell’area vesuviana, in particolare di Boscoreale, mi hanno informato circa l’imminente abbattimento delle loro abitazioni. Li ho ascoltati con grande attenzione e apprensione. Ammettono l’errore di aver costruito abusivamente, ma ora temono seriamente di restare senza un tetto. Hanno inoltre denunciato – invito con rispetto le istituzioni preposte a verificare – una sorta di “doppio binario”, per il quale alla fretta nei loro confronti si contrappone come una “indulgenza” verso costruzioni definite “intoccabili”. Di fronte a tali tematiche, sorgono tante domande. “Perché questi cittadini hanno costruito abusivamente? Perché nei nostri territori non decolla la cultura della legalità?”. Allo stesso tempo, di fronte a imminenti abbattimenti, in coscienza mi chiedo: “E’ giusto agire solo nel filone della repressione? Non sarebbe stato più giusto agire prima nel filone della prevenzione?”. Domande che chiamano altre domande: “L’abusivismo è figlio della sola volontà del cittadino, o è piuttosto figlio di un sistema illegale costruito sulle connivenze con i pubblici poteri? Chi doveva vedere e non ha visto? E chi non ha visto, l’ha fatto per negligenza o interesse?”.So che il mondo dei fatti e della legge si regge sulle risposte, e non sulle domande. Però di fronte ad una ruspa in azione, e non solo minacciata, ho come il timore il più debole della filiera dell’illegalità stia pagando il prezzo più salato. Forse all’impresa saranno sottratti i soldi incassati? E al pigro ufficiale pubblico sarà sottratto lo stipendio? E al poco vigile poliziotto municipale sarà tolta la divisa? Con ciò non voglio mettere in discussione la legge e le istituzioni chiamate a farle rispettare, lungi da me e dal mio magistero nell’amata terra di Nola. Vorrei solo, con il massimo e cortese rispetto, sondare l’esistenza di possibili soluzioni alternative. Soluzioni applicabili laddove non esistano condizioni di pericolo geologico tali da mettere a repentaglio la vita stessa degli abitanti, laddove sia possibile ricorrere a severe e doverose pene alternative, laddove sia possibile salvaguardare il valore supremo della dignità dell’uomo, in particolare degli anziani e dei bambini. Mi rendo conto di chiedere un grosso sforzo alle autorità. Ma lo chiedo per un solo motivo: sarebbe insopportabile se le ruspe si agitassero per qualche settimana a puro scopo dimostrativo, come avvenuto in tanti territori limitrofi, con il semplice obiettivo di mostrare i muscoli dello Stato. Sarebbe insopportabile se tutto si fermasse alle porte dei potenti, come avvenuto in tanti territori limitrofi. Se ci sono margini per evitare ingiustizie di tipo morale, non esitiamo. Se non ci sono, premuriamoci di garantire un tetto a chi rischia di vivere l’inverno nel disagio e nella privazione della dignità. La sede vescovile di Nola, e la mia persona, sono a disposizione delle istituzioni e dei cittadini per qualsiasi tavolo in cui definire, anche in modo particolareggiato, i termini della questione e le possibili vie d’uscita. Con gratitudine per il lavoro che svolgete, rinnovando l’invito a guardare nel cuore delle persone, vi porgo i miei più cordiali saluti.