Ricordo di un Maestro di vita: Michele Grassi

Maria Pina Cirillo

A quasi quarant’anni dalla morte, il ricordo di Michele Grassi, professore, oratore, politico ed amministratore della cosa pubblica di grandissimo spessore umano e culturale, è ancora vivo nella mente e nel cuore dei tanti che lo hanno amato e stimato.  In tempi in cui la politica appare sempre più lontana dalla gente comune e sempre più stretta in uno scontro serrato e senza tregue, la figura del professore avellinese risalta ancora di più in nome di quell’alta idealità, di quel mettersi al servizio della gente, di quel vivere le differenze ideologiche come arricchimento culturale, come confronto piuttosto che come conflitto distruttivo, rissa chiassosa. Nato a Montoro Inferiore, in una famiglia che aveva dato alla Chiesa, alla Magistratura, all’Esercito, alle libere professioni i suoi figli migliori, trascorse la fanciullezza e l’adolescenza a Solofra dove la sua famiglia si trasferì nel 1930.  Studiò ad Avellino  dividendo il suo tempo tra chiesa, famiglia e le forbite lezioni del canonico Carmine Troisi suo maestro di vita per poi laurearsi brillantemente in Filosofia e Pedagogia all’Università di Messina nel 1941. Discendente da parte di madre dal grande patriota Michele Pironti, da cui eredita il senso della libertà e della democrazia, prima servì coraggiosamente la Patria durante l’ultima guerra  rischiando più volte la vita in quelle tragiche vicende che lo videro insignito della croce di guerra al merito. Dopo l’8 settembre del 1943,  seguì la strada della libertà, soffrendo per essa e dando ad altri l’esempio della sua azione coraggiosa e serena combattendo  sull’appennino parmense. Lì, in qualità di Commissario Politico del movimento della Brigate Patriottiche del Nord – Emilia, si distinse nell’opera di soccorso ad ebrei e perseguitati politici con le unità partigiane  di Bedonia  delle formazioni “Beretta” della vicina Borgotaro nella provincia parmense. Negli stessi luoghi, in collaborazione con il locale Comitato di Liberazione Nazionale, fu promotore dell’istituzione di un Liceo Scientifico per gli sfollati di cui assunse la presidenza fino alla riorganizzazione delle scuole, adoperandosi con instancabile volontà e rara competenza a tenere alto il nome dell’Istituto Alfredo Oriani.Ritornato poi nella sua Solofra carico di esperienze e ansioso di impostare la sua vita di pace e di lavoro, operò cristianamente guardando a mete lontane ma sicure non solo in  campo scolastico ma svolgendo la sua opera come Presidente di Giunta  e Presidente degli Uomini di Azione Cattolica, cariche che presto ricoprirà a Salerno chiamatovi dalla stima e dalla fiducia dell’Arcivescovo Mons. Demetrio Moscato. Lasciò poi Solofra per l’insegnamento della Filosofia nel Liceo Classico di Ariano Irpino. Giunto nel 1956 nella città di Salerno, sua patria di elezione, trovò qui l’humus ideale in cui fecondare, ispirandosi alla convinta fede cattolica, il seme prezioso del suo impegno civile e del suo contributo al conseguimento del bene comune.Docente di Filosofia all’Istituto Magistrale Regina Margherita e, più tardi,  al Liceo Classico Torquato Tasso di Salerno, rivelò un’ apertura mentale non comune verso la necessità di adeguare la scuola alle mutate realtà sociali in un nuovo  spirito democratico- partecipativo. Fu amato e stimato da colleghi ed alunni che, con manifestazioni di autentico entusiasmo, lo accolsero, lo seguirono e ne apprezzarono la profondità della dottrina e l’immensa vastità della cultura umanistica, storica, filosofica. Vice Preside fino alla morte, avvenuta il 21 giugno 1972, unico nella storia della città  fu, per volere unanime di tutti,  alunni,  docenti e non docenti,  esposto nella camera ardente allestita nell’Aula Magna del Tasso, vegliato tutta la notte dai suoi ragazzi e dai professori del prestigioso liceo. La commozione, la partecipazione, il cordoglio che coinvolsero prima l’intera città, poi le province che avevano visto il suo impegno e la sua dedizione al bene comune, furono  così sentiti e corali da essere ancora vivi nel ricordo dei tantissimi che in quei giorni si recarono a salutarlo per l’ultima volta. Come uomo di sapere, collaborò a molte riviste filosofiche e pedagogiche e a quotidiani del mezzogiorno con articoli di varia cultura e di problemi di attualità e, a sua insaputa, vide pubblicata su “Vox latina”, la prestigiosa rivista pubblicata dal monaco tedesco Padre Caelestis Josephus Eichenseer, la traduzione del discorso che egli pronunciò nella lingua di Cicerone, alla presenza dei maggiori latinisti italiani e stranieri, alla prima Tavola Rotonda di Studi Internazionali di Latinità. Oratore finissimo, nei suoi dotti, appassionati interventi in occasione di congressi nazionali e internazionali, di simposi e tavole rotonde, fu sempre spontaneo, autentico, portatore di un’ eloquenza nata sui monti della forte Irpinia e maturata all’ombra del nostro splendido Duomo romanico eretto dalla munificenza del suo lontano antenato Roberto il Guiscardo. Anima naturaliter christiana, nato non solo per educare ma per operare, fu Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica e del Movimento Federalista Europeo, Presidente Provinciale dell’UCIM (Unione Cattolica Insegnanti Medi), dirigente del Comitato Provinciale del Fronte della Famiglia, membro attivissimo del Movimento Laureati che lo annoverava tra i suoi oratori ufficiali. Su designazione dell’Arcivescovo  Mons. Moscato fu chiamato quale oratore ufficiale nella predicazione delle Missioni in Diocesi per celebrare il Giubileo straordinario post – conciliare e, sempre su invito di S.E. l’Arcivescovo,  nel salone dei Marmi del Comune di Salerno, il 14 maggio del 1967 celebrò la Populorum Progressio di Paolo VI, per sgomberare il terreno da tutte quelle interpretazioni frammentarie e da quelle forzature  che ne volevano fare uno strumento di propaganda politica. In politica dal 1964,  prima come Consigliere poi come Assessore Comunale con i sindaci Alfonso Menna e Gaspare Russo, profuse a piene mani, come era suo costume, i tesori della sua intelligenza e della sua integrità spirituale a sollievo di quanti avevano bisogno. Si mostrò politico nel senso moderno della parola interpretando il livello culturale della comunità come momento precedente al livello politico, ritenendo che questo non esaurisce interamente le manifestazioni della convivenza sociale. Politico ed amministratore lungimirante, in qualità di assessore comunale alle Finanze e all’Assistenza, nella seduta della Giunta del 16 febbraio 1972  fu portavoce in seno alla Civica Amministrazione di una proposta seguita da una dettagliata relazione e da uno schema approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nell’ottobre dello stesso anno che veniva a porre il Comune di Salerno all’avanguardia in Italia con l’istituzione  del life car, un mini ospedale-ambulante continuamente al servizio del cittadino e la creazione di un Centro aperto per anziani, moderna forma di assistenza per le persone di tutti i ceti carenti di famiglia e di affetti. Quel programma di assistenza materiale e spirituale agli anziani ed ai malati, pose il Comune di Salerno all’avanguardia in Italia con la istituzione del servizio sociale e, liberando il cittadino da ogni possibile mortificazione elemosiniera o da sollecitazione clientelare, affrancò finalmente la Pubblica Amministrazione da una forma arcaica di intendere la parola assistenza. Nel 1968 fu candidato al Parlamento ottenendo circa 28.000 voti. Egli sdegnò ogni compromesso. E per comprendere la probità di Michele Grassi amministratore non si può non ricordare che, negli ultimi giorni di una impegnativa campagna elettorale, quando più vivace era la lotta politica egli, Assessore all’Assistenza, ritenne di non dover dare più udienza al pubblico nel suo ufficio per non indurre alcuno in tentazione e perché la sua presenza non fosse occasione per guadagnare voti nella competizione elettorale.  Questo episodio, ricordato dall’allora  Dirigente   dell’Ufficio Assistenza del Comune, come tanti altri emersi dalle parole commosse di quanti lo avevano conosciuto, spiega perché fu stimato ed apprezzato non soltanto dai suoi compagni di partito o da quanti condividevano la sua morale cristiana, ma dai rappresentanti e dai simpatizzanti di tutti gli schieramenti, tanto che unanime fu il dolore per la sua perdita ma anche la volontà di testimoniare, in qualche modo, la gratitudine della città di Salerno ad un uomo che tanto aveva operato in suo favore. A perenne ricordo di uno degli uomini che,  per vastità di intelletto, dignità civile, altezza di ideali, ha maggiormente onorato la propria terra, le autorità vollero ricordarlo istituendo un premio MICHELE GRASSI per l’anno accademico 1972/73 da assegnarsi alla migliore tesi in Storia del Teatro ed  intestando a suo nome la Biblioteca e la sezione  cittadina della Democrazia Cristiana di Torrione, il Centro Studi sul Federalismo Europeo e  la Scuola media di Ogliara (Sa). Ma il ricordo più importante che egli ha lasciato è  soprattutto nell’amore ancora vivo e presente della sua Nuccia e dei figli Angelo e Lella , nella commozione e nell’affetto per cui per i colleghi di un tempo, per gli amici, per molti dei suoi ragazzi, spesso già in pensione egli è ancora e sempre Il PROFESSORE, colui che ha dato loro la lezione più bella non solo di filosofia ma di una vita vissuta con onestà, rettitudine, profonda ETICA.

 

 

 

 

17 pensieri su “Ricordo di un Maestro di vita: Michele Grassi

  1. Un uomo meravigliosa per la sua cultura e la sua umanità. Docente di spessore, politico vero ha contribuito alla mia formazione (ed a quella di tanti altri giovani come me)negli anni del liceo. Lo ricordo ancora oggi con tanto rimpianto.

  2. Leggendo l’articolo mi sono commossa io e mia sorella Virginia andavamo a tutte le sue conferenze

  3. in questi giorni bui della politica italiana un uomo come Lui, con la sua cultura, la sua carità cristiana saprebbe sicuramente come indirizzarci

  4. Grazie cara Maria Pina per il meraviglioso articolo sul mio Michele. Le tue parole testimoniano una volta di più come chi lo conobbe o anche chi ne abbia solo sentito parlare ha sempre apprezzato i suoi pensieri ed il suo operato. La sua perdita ha scavato un profondo solco nei nostri cuori; con lui, ho perso un marito amorevole e premuroso ed i suoi figli una guida sicura. Sempre disposto ad ascoltare con paterna amorevole comprensione quanti a lui si rivolgevano, (figli, alunni, amici), discuteva con loro con garbo e delicatezza non comune, presentando le sue idee, prestando attenzione a quelle degli altri e cercando sempre di soddisfare quanto era giusto. Scusatemi, ho scritto troppo e tanti ricordi mi affollano la mente ma prima di concludere voglio lasciar qui una frase che egli, apprezzato da compagni di partito ed avversari politici, era solito dire durante i suoi comizi elettorali: “Amici, noi siamo i servi del popolo e come tale io desidero operare”. Grazie ancora Maria Pina, che Dio ti benedica

  5. Di una campanella non volevo sentirne il suono…quella che segnava la fine dell’ora delle lezioni tenute dal Professore Michele Grassi che suscitava la gioia muta di esprimere: “Maestro è bello per noi stare quì…aggiungiamo un banco…un altro…centinaia…migliaia di banchi” che, lievitando nell’ascolto della sua parola limpida e luminosa, scoprivano concetti ossidati e inariditi nei testi di storia o di filosofia. Di quegli anni custodisco alcuni appunti, perle preziose, che se avessi approfondito avrebbero ampliato la mia parte migliore. Nelle sue lezioni, nei suoi discorsi, nei suoi interventi, autentico e lungimirante il pensiero del Prof. Grassi sgorgava dal cuore senza false note, senza ambigue chiavi di lettura, armonioso e saggio anche per l’orecchio più stonato e stimolando la parte migliore di ogni presente, formava uno spirito comune, nel quale tutti si sentivano chiamati a dare il meglio di sè stessi. Il Professore attraeva a sè qualsiasi interlocutore per la semplicità e l’affidabilità del ragionare che mirava sempre al bene di cui conosceva tutte le sfaccettature che indicava e ricomponeva ora con l’illuminante dialettica ora con l’agire assorto e bonario che gli conferivano l’aspetto di un gigante, di un vero profeta il cui carisma s’imponeva non con l’autorità ma esclusivamente per la nobiltà della sua anima universale che, in ogni luogo, in ogni spazio, in ogni situazione, si traduceva sempre in un miracolo d’amore. In ogni parte del mondo, in ogni epoca, si esprimono talenti straordinari come il Professore Grassi che, se per destino fosse nato e vissuto in India, sarebbe stato riconosciuto come il Mahatma Gandhi, essendo un’anima grande ed una guida spirituale che soltanto per le diverse condizioni storiche e sociali in cui ha vissuto ed operato, non ha ricevuto la stessa risonanza storica. Tra i dottori del tempio, i docenti del Liceo Classico T. Tasso, il Professore non solo era l’unico a non essere contestato, ma era l’unico ad essere amato senza condizioni. Durante le occupazioni sessantottine, talvolta il Preside inviava il Professore, per sondare le intenzioni di noi allievi. Ricordo che Michele Santoro (oggi affermato giornalista), mentre la sua voce tuonava a squarciagola nel megafono, all’apparire del Professore, diventava afono e intimando con le mani ai presenti il silenzio, gli consegnava il megafono in trepidante attesa di ascoltare il suo intervento. Quando il Professore aveva finito di parlare, l’assemblea all’unisono urlava: “Vogliamo Grassi preside!” La forza di quell’urlo vibra ancora nelle pareti del Liceo “Tasso” dove nell’armonia del passo calibrato e metodico il suo “Mito” unisce la terra al cielo!

  6. Il Professor Grassi ha deciso una parte del mio destino.
    Primi di giugno 1971. Interrogazioni finite per me. Bella giornata di sole e voglia di mare, di libertà e trasgressione.
    Avevo firmato permessi di uscita per un sacco di ragazzi: quella mattina l’avrei fatto per me.
    Il Prof. Grassi era il mio professore di Filosofia e Vice Preside del Liceo.
    Conoscevo e imitavo alla perfezione la sua firma.
    Firmai la mia uscita dalla seconda ora.
    Quando consegnai il permesso al mitico Capo Bidello, mi disse subito che non aveva ancora visto il Prof. quella mattina, e io gli dissi che forse era passato mentre lui era occupato a fare altro.
    Evidentemente non era convinto della mia spiegazione e mi seguì fino all’ingresso: mentre io stavo per uscire, il Prof. Grassi entrava. Come un fulmine tornai indietro e corsi in bagno, mentre di sotto il bidello mostrava il permesso di uscita al Professore.
    Minuti di panico che mi sembrarono ore e poi la chiamata in Presidenza.
    “Poiché io la conosco bene e SO che non ha potuto perdere all’improvviso il ben dell’intelletto, mi spieghi cosa le è saltato in mente e CHI le ha firmato il permesso che, se il diavolo non ci avesse infilato la coda, anch’io avrei scambiato per vero”.
    Disse questa frase fulminandomi con gli occhi.
    “Volevo andare al mare e il permesso l’ho firmato io” dissi con una voce che arrivava dall’oltretomba, ma senza abbassare lo sguardo.
    Giuro che nei suoi occhi ho visto passare un sorriso lampo, ma non si mosse un muscolo.
    “Signorina, sa che non credo che la mia firma l’ha falsificata lei e non commento il motivo dell’uscita. Lei sa come la pensa il nostro Preside, perciò se io gli dico cosa è successo, la fa espellere da tutte le scuole del regno senza pensarci un istante. Lei mi dica CHI ha firmato il permesso e vediamo come risolvere questo pasticcio”.
    Senza rendermene conto, sentii una piena di lacrime e abbassando gli occhi ho ripetuto che ero stata io. “Ho capito. Adesso torni subito in classe e non faccia più sciocchezze”.
    Sono certa che in quel momento non vedeva e non parlava a me: ma vedeva e parlava con Lella.
    Sono certa che mi parlava da Padre.
    Non posso descrivere i giorni di terrore che ho vissuto piantonando il telefono di casa fino alla fatidica chiamata di Paola. “Promossa: tutti 9, 8 in condotta”.
    Il pianto è veramente catartico, tranne quando a diciassette anni devi dire ai tuoi genitori che piangi per l’8 in condotta: ma non di disperazione!
    Primi di ottobre 1972. Seppi di un drammatico consiglio di classe della Seconda E. Ero la seconda in ordine alfabetico. Il Prof. Grassi propose subito di mandarmi a settembre con tutte le materie. Scompiglio e richiesta di spiegazioni. I voti erano alti in tutte le materie e non avevo mai “dato problemi”.
    “Vedo che il giudizio è unanime e coincide con il mio. Però le diamo 8 in condotta. Fidatevi di me: le servirà più degli altri voti.” Si fidarono tutti di lui.
    Nei giorni successivi chiesi un colloquio in Presidenza quando fui certa che c’era lui.
    “Come posso dirle grazie?” gli dissi senza pensarci su? “Impari a fare domande più appropriate. E soprattutto si prepari a darmi risposte intelligenti quando la interrogherò”. Non aveva neanche alzato la testa dai documenti che stava consultando. Io ero immobile. “Ora torni in classe” mi disse, alzando lo sguardo. Era ancora uno sguardo da Padre.
    Quando mi dissero che non c’era più, non ci ho creduto.
    Ne ebbi la certezza solo quando incrociai lo sguardo di Lella il primo giorno degli scritti della maturità.
    Non le ho mai detto che per due lunghi attimi siamo state sorelle.
    Oggi, a quarant’anni di distanza, sento che è ancora vero.
    Se ho potuto raggiungere i miei traguardi professionali, lo devo invece a suo Padre.

  7. RICORDI DI IERI: l’incedere lento e un pò dondolante con cui percorreva il corridoio che portava alla nostra classe, lo sguardo apparentemente distratto a cui nulla sfuggiva, il distacco velato di ironia con cui guardava tutte noi prima di interrogarci e quel misto di timore-paura-rispetto-ammirazione che la sua sola presenza incuteva.

    RICORDI DI OGGI: una lezione di impegno, rigore,umanità. Una infinita nostalgia, un inalterato affetto.

    Grazie ancora PROFESSORE.

  8. Michele Grassi,un nome…un mito…una realtà…,
    il carisma che emanava dalla sua persona : raro,..unico !
    si può dire che era uno che ti entra dentro,nel sangue e nel cuore,che diventa parte di te e nel contempo tu vuoi fare parte di lui…
    le sue lezioni,gli interventi,le oratorie, erano musica per le orecchie di chi li ascoltava,interessanti e profonde… avresti voluto non finissero mai….
    l’argomento era trattato,approfondito,sviscerato e quel che più conta…alla portata di tutti.
    Da Montoro Inferiore paese natio, … Solofra,ove ha vissuto gli anni dell’adolescenza e degli studi….agli Appennini Parmensi, a Bedonia,nelle collina di Carniglia ove aveva trovato l’Amore della sua vita,..a Salerno…OVUNQUE è passato ha lasciato tracce indelebili della sua forte personalità, ed il rimpianto per un bene prezioso che non c’è più…..
    Combattente,professore di filosofia e storia,cristiano autentico, politico per servizio,..in ogni attività metteva concretezza,serietà,impegno e passione.
    Il suo era un credo convinto,senza limitazione alcuna.
    Non parole,ma fatti concreti ! forse fu per questo che la politica non lo volle fra le sue file…….
    anche allora la politica era ” casta ” fu comunque il primo dei non eletti nella circoscrizione Campana, premiato dal popolo, da chi conoscendolo ne aveva apprezzato le indiscusse doti….
    il potere per esistere ha bisogno di olocausti, di vittime….
    -apprezzato, stimato e rimpianto Amministratore della sua città di adozione “Salerno ”
    -vice preside e professore in uno dei più importanti e rinomati istituti della Campania :- liceo T.Tasso di Salerno ”
    …………infinite ancora sarebbero le parole per ricordare la statuaria figura di Michele Grassi,a distanza di tempo,….
    voglio aggiungere solo……mi manchi ! ………..

  9. Dopo tanti anni, ricordo ancora in modo indelebile il primo giorno di lezione di Filosofia in prima Liceo “T.Tasso”, perche’ in classe era entrato il professore Grassi, una figura di spessore, di grande cultura ed umanita’, che incuteva rispetto ed ammirazione per il suo modo semplice e chiaro di esplicare la sua materia. Non e’ un caso se in seguito ho deciso di proseguire all’Universita’ gli studi filosofici, e di laurearmi in Filosofia.
    Oggi più che mai, mi sento onorata di poterlo ancora ricordare.

  10. Una vita costellata di tali esperienze, meriti e cultura è maestra da sé, e così il professore Michele Grassi che non ho conosciuto personalmente, ma come lontano nipote, suscita in me un concreto sentimento di affetto e rispetto: la mia scelta di intraprendere gli studi di Filosofia assimila col suo esempio un nuovo senso, e confesso di provare un geloso pizzico d’orgoglio per questo ‘aureo lignaggio’.

  11. Se oggi mi sento realizzata non solo nel mio lavoro, ma soprattutto come moglie e come mamma, lo devo al MIO PROFESSORE.
    Grazie

  12. Cognato indimenticabile,mi aiutasti con amore fraterno ad apprezzare la Letteratura,l’Arte,il Bello.

  13. Il Prof. Grassi, mio insigne docente di Storia e Filosofia , al Liceo T. Tasso di Salerno , per me ha sempre rappresentato, il vero uomo di cultura, lontano da qualsivoglia meschinità terrena. capace di trasmettere,forse inconsapevolmente, la sua grande umanità e il suo sapere. Il mio rammarico, è ancora oggi, la sua precoce dipartita.
    Rosa D’Arco

  14. Sono stata reticente nello scrivere , perchè mi si affollano alla mente molti ricordi anche familiari . Ho una memoria del Prof Grassi che risale, per il mio curriculum scolastico all’ adolescenza , memoria difficilmente confinabile solo alla scuola , sapendo egli stesso fondere le virtù didattiche a quelle familiari e sociali . La figura di “insegnante di filosofia ” , nella quale era supremo, si mescola a quella più viva di ” Uomo di famiglia “. La sua naturale predisposizione al dialogo , nota nell’ambiente scolastico in quegli anni turbolenti di rivoluzione studentesca , che bastava a placare l’irruenza degli alunni , lo rendeva in famiglia padre e marito non comune , uomo di dedizione ,collaborazione e talvolta complicità nelle innocenti “evasioni adolescenziali” , da me vissute con la cara figlia Lella. Lo si può definire quindi padre-insegnante per tutti, anche nei confronti della sua consorte, donna di grande pudore e riservatezza, da me definita spesso “la terza figlia del Professore”. L’adesione totale al messaggio cristiano non poteva estrinsecarsi in maniera migliore. Questo ricordo sia di sprone ai suoi attuali colleghi : Amate i vostri alunni, consapevoli di essere “in buona parte” artefici del loro destino.

  15. Ancora adolescente ebbi la fortuna, o meglio sarebbe dire “un dono del cielo”, di incontrare sulla mia strada “il Professore”.
    I suoi inseganmenti, hanno plasmato la mia mente, affinato la mia mente ed aperto il mio cuore verso gli altri.
    Ancora oggi ne sento la mancanza e mi accorgo ancora di più di quanto il suo pensiero e le sue parole mi siano state di grande utilità nel corso degli anni e soprattutto nel mio lavoro

  16. Era l’anno scolastico 1956-57 quando frequentavo il secondo anno all’Istituto Magistrale “Regina Margherita” di Salerno. Ebbi la fortuna di avere come docente di Filosofia, Pedagogia e Psicologia il prof. Michele Grassi. Qualche anno dopo il professore si trasferì al locale liceo “Tasso” ed io interpretando il pensiero di tutti i miei compagni di classe, scrissi un accurato articolo su “Magistropoli”, il giornale dell’istituto lamentando “la perdita di un caro ed amato professore”. Ricordo l’ultimo giorno di lezione quando nel congedarsi da noi allievi, oltre alle affettuosi e sapienti raccomandazioni ed ai cordiali auguri per il nostro avvenire, il professore concluse il suo discorso con queste parole “… e se qualche volta ho sbagliato nei vostri confronti, perdonatemi. Non l’ho fatto apposta”. Quanta umiltà in un uomo pieno di saggezza e grande spessore umano. Ricordo ancora quando mi diplomai, le sue congratulazioni, seguite da queste precise parole “adesso siamo colleghi” che volevano significare “ora impegnati con tutte le tue forze nella nuova professione”. La mia vincita al concorso magistrale fu certamente dovuta alla sua approfondita preparazione per cui la conseguente carriera di maestro elementare prima e di dirigente scolastico dopo, furono improntate nel ricordo del suo prezioso insegnamento di cristiano autentico. Ho ancora fisso nella mente e nel cuore uno dei tanti auguri natalizi che il Professore ogni anno mi inviava “che la nascita del Bambino Gesù possa sempre accrescere in noi l’operosità per i beni materiali e spirituali”. Fino alla morte, con immutato affetto e gratitudine lo porterò nei miei ricordi come un padre affettuoso e saggio.
    Grazie professore Grassi, mio maestro di vita.

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