Un progetto culturale per cambiare

Giuseppe Lembo

Per un nuovo culturale, finalizzato alla crescita ed al cambiamento antropico, bisogna necessariamente partire dai trend culturali dove è importante la presenza sia dei creativi che dei teorici del pensiero. Un nuovo progetto culturale, non solo teorico ma concretamente calato nel reale, di un territorio può diventare, tra l’altro anche espressione e forza per un nuovo turismo culturale e quindi anche per nuove condizioni economiche assolutamente compatibili ed utili alla crescita ed allo sviluppo. Le linee del progetto devono saper associare l’ambiente alla cultura e soprattutto ai comportamenti antropici dei territori. C’è, ovunque, nel nostro Paese e spesso anche nei territori minori, un’umanità diversa che non solo vuole, ma sa anche nutrirsi di cultura; che ha interesse per i filosofi; che sa apprezzare il pensiero, l’etica ed i grandi valori universali che fanno, ovunque, grande l’UOMO, rendendolo protagonista della vita umana che, per essere vera e di qualità, prima di tutto, deve sapersi nutrire di filosofia e di scienza, insostituibile pane dell’esistenza di chi vuol realmente vivere e non solo vegetare, accontentandosi di tenere vuoto il cervello e di riempire solo lo stomaco, un organo del corpo umano sempre più in primo piano, per quantità di cibo quotidianamente assunta in eccesso. Pensieri Dal Mondo E Per Il Mondo – Nell’ottocento Walter Benjamin mette le radici di quella che sarà la preistoria della società di massa. – la profezia di Gafyn Llawgoch, anarchico gallese, è diventata, purtroppo, un’amara realtà del nostro tempo. Secondo tale profezia: “All’inizio gli operai sono andati dove c’erano le fabbriche, poi le fabbriche andarono dove ci sono gli operai, alla fine la produzione diventerà mobile e gli operai dovranno inseguirla”. Quando nel 1956 Malcom Purcell McLean  inventò i container, aveva compreso che contenitori mobili su ogni mezzo di trasporto (navi, camion, treni), avrebbero abbassato i costi. Ma proprio non immaginava che all’utopia della logistica universale mancasse un solo elemento per essere perfetta. L’uomo, con la globalizzazione ha provveduto a fornirlo. Per ottimizzare i costi della produzione nasceranno immense fabbriche galleggianti; e così gli operai saranno costretti ad accompagnare in eterno il movimento perpetuo ed inarrestabile delle merci.