Cava de’ Tirreni: Lamberti “Comunicando pressappochismo si genera paura”

Viste le dichiarazioni rese, le illazioni trasmesse con comunicati e le posizioni prese in Consiglio comunale il 29 settembre  sento l’esigenza di dare chiarimenti, poichè che nella scorsa amministrazione avevo la delega all’urbanistica ed al contenzioso, in merito alla questione della Manifattura di viale Crispi, a Cava. Credo che sia stata più che opportuna la proposta di transazione che è stata approvata in CC. Il Comune di Cava ha allo stato una causa pendente contro la Manifattura Sigaro Toscano, che acquistò sia l’immobile storico di viale Crispi che tutta l’area retrostante, su cui negli anni erano stati costruiti capannoni industriali. La parte storica (l’ex convento fronte-strada) fu consegnata nel 1900 dal Comune di Cava al demanio perché vi insediasse la manifattura del tabacco con la condizione, risolutiva, che, qualora fosse stata dismessa l’attività, l’immobile sarebbe stato retrocesso al Comune, che avrebbe dovuto versare il corrispondente aumento di valore dell’immobile (che ad oggi è di circa 6.000.000 di euro). Peccato che quest’atto non sia mai stato trascritto, per cui la Manifattura Sigaro Toscano ha potuto dirsi lettimamente proprietaria sia dell’immobile, acquistato dai Monopoli dello Stato, che dell’area retrostante. Ricapitolando: da una parte c’è la Manifattura, che asserisce di essere la proprietaria di tutto e che, in subordine, chiede in caso di retrocessione della parte storica una compensazione di sei milioni di euro; dall’altra il Comune, che pretende la retrocessione di tutto e che in subordine chiede la retrocessione della parte storica senza versare nulla alla Manifattura. Questi i motivi, in parole povere, della causa in corso. Alla luce di quanto ho cercato di spiegare, balza lampante agli occhi di tutti, anche di coloro che non sono esperti di diritto, che la causa, che avrebbe tempi certi lunghissimi (per lo meno un decennio tra primo grado, appello e Cassazione), non avrebbe per il Comune un risultato sicuramente favorevole, come qualcuno afferma. Con l’atto di transazione il Comune e la Manifattura Sigaro Toscano troverebbero viceversa una soluzione che riconosce, vicendevolmente, dei diritti: il Comune ritornerebbe in possesso ed avrebbe la piena proprietà dell’immobile storico di viale Crispi e cederebbe la parte occupata al momento dall’ENEL, il cui valore è di circa 1.000.000,00 di euro a fronte degli oltre 6 che la Manifattura richiede per l’aumentato valore commerciale dal 1900 ad oggi. Al contempo riconoscerebbe alla Manifattura la piena ed esclusiva proprietà su tutta l’area retrostante. I Cavesi allora: abbandonano un contenzioso lungo e dall’esito oltremodo incerto, ritornano in possesso di spazi, fino ad oggi negati, di valore storico e culturale (lì c’era il fulcro dell’economia cavese per anni); recuperano alla città, alla sua memoria, spazi utilizzabili,; aprono alla fruizione della gente spazi oggi interclusi. Quanto poi al terrore circa l’insediamento che la Manifattura Sigaro Toscano vorrebbe costruire sull’area retrostante di sua proprietà, credo che sia ingiustificato. È una paura che alcuni stanno cercando di strumentalizzare e cavalcare bloccati da una visione stalinista dello sviluppo del territorio e dello Stato. Il progetto in questione è stato partecipato a tutta la città in più occasioni; il suo impatto ambientale e il suo carico urbanistico sono stati valutati anche nell’ambito del redigendo PUC; il progetto, che tra l’altro a me piace molto (ma mi rendo conto è una valutazione personale),  dovrà passare al vaglio della Commissione urbanistica; ancora, il progetto sarà sottoposto a valutazioni ed esami da parte di tutti gli enti preposti al rilascio di autorizzazioni (in primis dal Comune che potrà, e secondo me dovrà, nell’ambito dell’urbanistica contrattata, chiedere ed ottenere il massimo per la città); si darebbe un’ulteriore risposta alla richiesta di alloggi a Cava. La città sarà riammagliata con piazze che vivranno e strade pedonali che da viale Crispi arrivano al liceo Marco Galdi, non avrà più nel suo centro un buco nero abbandonato e invivibile, preda di ratti ed erbacce. Il contenzioso con la Manifattura Sigaro Toscano fu iniziato sotto l’amministrazione Gravagnuolo (ed avevo io la delega al contenzioso), il progetto fu presentato alla città dalla Manifattura Sigaro Toscano sotto l’amministrazione Gravagnuolo, lo ricordo bene perché ero l’assessore all’urbanistica. Proprio quel progetto rientrava nel programma elettorale delle liste di Gravagnuolo, programma che i candidati sottoscrissero e spendendo il quale hanno fatto campagna elettorale. In quelle liste c’erano anche coloro che, oggi, sono i consiglieri del gruppo del Partito Democratico; non solo, questi stessi consiglieri, erano anche assessori e consiglieri nella passata consiliatura. Per questo proprio non capisco la loro opposizione,oggi, alla transazione ed al progetto. Avrebbero fatto meglio a rivendicare quel progetto anche come proprio, a esaltarne la portata urbanistica, sociale ed economica (per una città che vede l’edilizia bloccata) evidenziando l’incoerenza della giunta Galdi che, pur osteggiando in campagna elettorale quel progetto, non ha potuto far altro che riconoscerne la valenza e dargli seguito.

 Rossana Lamberti