Sviluppo Economico Territoriale per la città di Capaccio Paestum

Mentre vi è una bieca e cieca corsa all’autocandidarsi come primo cittadino alla guida del Palazzo Comunale cercando consensi aggregativi anche nei meandri dell’assenza di una qualsiasi attività politica e nel mentre si consumano le più colorite transumanze e rafforzamenti di maggioranza, nonché si continua imperterriti e con unto coraggio a dichiararsi ora con questo, poi con l’altro candidato sindaco o impastare comunicati con dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano, stiamo dimenticando che questo territorio, questo comune è privo di un fondamentale quanto urgente impegno, sia politico che sociale, che dovrebbe essere attenzionato dalla politica per la comunità Capaccese tutta e che andrebbe anteposto a tutte le aspirazioni politiche, associative e individuali. Mi riferisco allo Sviluppo Economico Territoriale, un confronto con altre realtà dalle quali questa città non potrà estraniarsi se desidera fare dei suoi luoghi un potenziale enorme ai fini di una crescita fattibile e moderna. Da “oggi” e per il prossimo futuro Capaccio Paestum sarà chiamata a sostenere una grande sfida. Una competizione che riguarderà il valore del proprio territorio, le sue imprese, la sua agricoltura, il suo turismo, in pratica il suo probabile, potenziale e fattibile sviluppo evolutivo che stenta ad arrivare: se attori diversi e progetti comuni non condivideranno la realizzazione precoce ed urgente di un piano di sviluppo territoriale, al fine di non restare fuori dall’asse medio dell’ idealità di una Città vivibile e produttiva. Se ci saranno varie e differenti esperienze, nonché conoscenze, che si metteranno al lavoro dando origine ad un percorso unico e in grado di posizionarsi a fronte dei probabili “competitors” esterni, sulla ragionevolezza e sulla praticità del creare, allora potremmo ben sperare di evolverci nei contesti utili e prioritari della sopravvivenza economica, commerciale e turistica. Una sfida che vedrà impegnati tutti i settori del territorio, nessuno escluso, e giacché negli ultimi tempi le risorse governative e quelle locali si sono sempre più indebolite, occorre cercare indotti e metodologie efficienti, programmate e sostenibili per facilitare la crescita economica locale, un economia che non aspetti indifesa i sintomi esterni di soggetti antagonisti ma che sappia essere “essa stessa” competitiva con altre e prosperose realtà sviluppate e progredite. Dobbiamo cercare un profilo produttivo locale designato alla più completa imprenditorialità amministrativa, ovvero, generare una sintesi di richiamo gestionale dell’Ente Comune verso un modello aziendale, deputato giornalmente a produrre significativi risultati. Per tale contesto occorre, ne è vero, una fiducia reciproca tra Cittadini e Politica, tra Istituzioni e Territorio, laddove l’una sia la camera di compensazione dell’altra e così via sino a creare una sinergia collaborativa e soprattutto produttiva.  La società di Capaccio Paestum è una comunità dinamica, imprenditoriale e molto efficiente sul piano delle innovazioni, ma purtroppo questo è un condensato di operatività, che per lo più, riduce l’attività solo nei pochi mesi estivi e che potrebbe essere utilizzata e ancor più sviluppata nel restante arco dell’anno, se le amministrazioni, i commercianti, gli imprenditori, gli operatori turistici, gli agricoltori, e tutte le categorie presenti sul territorio, trovassero sintesi di interesse per uno sviluppo globale. In che modo? Ebbene, creando un semplice quanto efficace modello di riferimento decisivo di mercato e di sviluppo, dare al proprio territorio il ruolo della conoscenza e dell’eccellenza nelle corse competitive verso traguardi ambiziosi ma di fondamentale importanza per tutta la cittadinanza. Attraverso, quindi, la Responsabilità Sociale, la Competitività del Territorio, la logica del coinvolgimento e della partecipazione, creare un documento unico di sviluppo avente linee guida e reindirizzamenti programmatici – produttivi, esplorare il patrimonio esistente e valorizzarlo unitamente all’eccellenza paesaggistica e ambientale, storica e culturale, affinché ciò diventi un tutt’uno, una ricca dotazione che vada a produrre strumenti di notorietà per la visibilità del territorio, l’eccellenza nell’economia e una convivenza qualitativa nella vita dei cittadini. Lo scenario in cui si potrebbe intrecciare il modello di cui sopra appena accennato, complesso nella sua forma tecnica ma l’esatto contrario nella sua applicazione, è riconducibile a quelle dinamiche operative richieste da una governance socio-economica attenta e protettiva verso il territorio e i suoi cittadini nonché da una governance territoriale dell’Ente Comune atta a sostenere le progettualità di sviluppo e progresso. L’innesco a tale fattibilità, quindi, dovrà essere data da un nuovo, inedito schema che raggruppando i sistemi economici si intreccino in un solo impatto sociale di crescita, sviluppando così opportunità di cambiamento, di interrelazione, di ampliamento, di corrispondenza produttiva a lungo termine. Ad esempio: se un territorio presume un livello di sviluppo superiore al naturale evolversi, per lo più, quest’ultimo, concentrato sulle “probabilità”, e ne presume altresì un sostanziale ritorno in termini economici, basti che guardi nel proprio contesto quali e quanti risorse ha a disposizione per produrre reddito, profitti, quindi, economia nonché occupazione, da qui estendere nelle direzioni di mercato nazionale ed estero i legami che tali risorse hanno in termini di offerta, ma farlo presentando ai probabili acquirenti un “prodotto unico” anche se costituito da varie e disuguali realtà, con l’obbligo e la volontà di sostenere un cambiamento strutturale, innovativo, radicale e migliorativo delle risorse presenti nel comune, quindi, passi di reindirizzamento dovranno essere compiuti anche verso una totale ristrutturazione, valorizzazione e trasformazione dei settori più variegati, al fine che questi possano produrre più reddito, più economia territoriale, attraverso la circolarità produttiva, inglobando nel suo contesto sia le Componenti Settoriali Produttive del Territorio (CSPT) che le Aree Territoriali Sostentative per lo Sviluppo (ATS). Tutto questo necessita, in vero, anche di un serio impegno di carattere tecnico e strutturale, non possiamo pensare ad uno sviluppo economico territoriale senza aver prima ragionato sulla modernità urbana, sulle strutture, sulle reali possibilità che abbiamo, sulle risorse, e così via fino a raggiungere e sfruttare le capacità organizzative del territorio attraverso il principio e il processo di societing e di collaboratività. Ecco su quanto si sta lavorando da tempo, lo si sta facendo con la seria responsabilità che ognuno di noi, come cittadino, come operatore politico o come semplice individuo di questa società, deve avere per ottenere domani anche la benché minima possibilità di confronto con altri competitors. Capaccio Paestum può, attraverso i suoi beni e le sue risorse, incamminarsi verso traguardi d’eccellenza nelle grandi sfide della competitività territoriale, specialmente sul piano del turismo, dell’agricoltura e dell’ambiente, può rappresentare il sistema centrale per l’innovazione e il progresso continuativo e potrà essere capofila per lo sviluppo del territorio del cilento, degli alburni e della piana del sele, e farlo senza tanti e sterili programmi elettorali o con alchemiche trovate o stratagemmi ma con progetti seri, esistenti e di sicuro interesse collettivo.

 Glicerio Taurisano

V.Coordinatore PdL Capaccio Paestum