Ispani festival omaggia la voce nel jazz

Grande attesa nel golfo di Policastro per l’inizio  dell’Ispani Jazz Festival, giunto alla sua IX edizione, rassegna voluta dal Sindaco Edmondo Iannicelli e dal suo assessore allo spettacolo Michele Morabito, coadiuvato dal giovanissimo assessore al turismo Francesco Milo, con la collaborazione della Proloco di Giuseppe Cristoforo Milo e la direzione artistica del Band leader Gerardo Di Lella. Il cartellone che vedrà tre serate, svolgersi senza soluzione di continuità, dal 10 al 12 agosto, nel comune d’Ispani e nelle sue due frazioni, marina e montana, Capitello e San Cristoforo, omaggerà il ruolo della voce nel jazz. La voce, nella storia del jazz, ha un’origine remota, collocabile nel momento in cui il canto spiritual cominciò a configurarsi come forma di evangelizzazione delle comunità nere, prima ancora che qualche strumento di accompagnamento, l’organo nelle chiese, ad esempio, iniziasse il suo lavoro di supporto. Lo stesso fenomeno caratterizzò l’avvento del canto profano, isolato in un primo tempo, e solo in seguito sostenuto dal supporto di uno strumento, la chitarra o il pianoforte. Ciò significa che la voce, nella vicenda di questa tradizione musicale, ricopre spesso il ruolo sostitutivo di uno strumento, e ciò spiega la ragione del suo diffondersi successivamente agli spirituals e al canto blues, quando il jazz eseguito in forma polifonica, iniziò la sua opera di espansione. La serata d’apertura il 10 agosto, che avrà luogo sullo splendido molo della frazione marina di Capitello, saluterà la cavalcata nella storia del jazz vocale di Ondina Sannino, la quale si presenterà con Pietro Condorelli alla chitarra, Vittorio Pepe al basso elettrico e Raffaele Nicchio alla batteria, partecipandoci dell’intero territorio da lei esplorato, da Nat King Cole a Sarah Vaughan, passando per Ella Fitzgerald e Anita O’ Day, in un omaggio  raffinatamente colto in cui ribadirà che oggi la voce oltrepassa quel limite cui lo strumento non perviene e la parola cantata è l’esplicazione e la chiarificazione della propria intenzionalità, facendo musica nel segno di un gioco inteso come quello scarto tra creazione e rivelazione, tra pensiero dell’oggetto e oggettivazione del passato, tra sentimento ed esposizione. La seconda serata, si svolgerà, l’11 agosto, nella raccolta piazzetta della frazione montana di San Cristoforo, che ospiterà i Cabaret Noir, gruppo che prende il nome dall’esordio discografico del vibrafonista e compositore Pasquale Bardaro, il quale presenterà la vocalist Gioia Mignanelli, unitamente a Giovanni Aquino alla chitarra, Daniele Brenca al contrabbasso e Vincenzo Bardaro alla batteria. Il loro progetto può essere descritto come una sequenza evocativa di paesaggi sonori: quasi una colonna sonora immaginaria che ha le sue radici nel jazz., costituente un canzoniere etereo, visionario e onirico, che riesce ad ammaliare anche per la raffinata commistione tra elementi classici e moderni. Il concerto finale, previsto per il 12 agosto, nell’incantevole cornice dei giardini di Villa Olga d’Ispani, vedrà accendersi i riflettori sul Mario Donatone Soul Circus, composto dal leader al pianoforte e voce, dal cantante Giò Bosco, con Danilo Bigioni al basso e Carlo Battisti alla batteria. Un progetto questo che ci riporterà alle origini del canto nero, con il suo connubio di suoni che spaziano dal blues al soul, dal gospel al jazz. Un blues-jazz d’autore, raffinato e viscerale al tempo stesso, si lega ad un repertorio fatto di brani classici, legati a momenti diversi della tradizione musicale americana, quale il tributo a Ray Charles, che proporrà alla platea dell’Ispani Jazz Festival, ponendosi sulle tracce dell’inarrivabile vetta artistica di “The Genius”, capace in un brano di far crescere la tensione a livelli orgiastici, per poi scioglierla improvvisamente in un sereno e languido abbandono.