93 candeline per Nelson!

di Rita Occidente Lupo

Tutte soffiate d’un fiato, le 93 candeline sulla gigantesca torta del leader dei diritti umani, saldati dietro le sbarre per 27 anni. Lui, Nelson Mandela, perimo presidente dei diritti antirazziali, ritirato a vita privata dal 1999, senza gettare lo scettro delle lotte sociali. Dell’impegno civico, per le cause dal sapore antico, rivisitate in emergenza contemporanea come l’Aids. Premio Nobel per la pace, coniugato per tre volte, l’ultimo sì ad 80 anni, senza ripensamenti. Ed oggi, tra figli e nipoti, l’album dei ricordi, sfogliato senza rimpianti. Anche negli anni in cui la giubba a righe, gli rammentava che sfidare le leggi del tempo, andar controcorrente, per ideali umani, grondava pene e rovine. Simbolo della parità, fulgido esempio le sue rughe, di come la vita la si possa scorciare dall’alto dell’impegno, con coraggio e dignità. Un’ icona, la sua voglia di libertà, testimonial che in tema di diritti umani, il colore della pelle non conti: che la capanna dello zio Tom, non debba mai più essere emulata dall’uomo che cammina nel tempo. L’apartheid disfatta dalla sua coriacea voglia di giustizia: il sopruso settorializzante, bypassato da un’era di giustizia. Questo un uomo: Mandela! A lui Levi dedicherebbe nuovi versi, graffiando “Sì, questo è un uomo…!” Al suo indirizzo, i meritati auguri anche del presidente Obama, che non ha lesinato parole d’encomio per un’autorevole traccia contemporanea di alto spessore umano.