Napoli: al Pascale, convegno sul cancro

Lo spettro del cancro ha da sempre stimolato l’ansia della scoperta salvifica, il cosiddetto “magic bullet” il proiettile magico, che ha partorito di volta in volta nuovi “Cagliostro”, attirando folle di pazienti mossi da scoop mediatici, privi di fondamenti scientifici. La vera ricerca, invece, vive di piccoli passi e si avvale di contributi derivati da più discipline, che spaziano dalla fisica alla clinica, alla più fine biologia. In questo modo la lotta al cancro ha registrato negli ultimi anni indiscutibili successi ma, la malattia neoplastica che avanza oltre i confini della curabilità, resta ancora uno dei momenti di maggiore frustrazione per il medico ed il suo paziente, soprattutto perché, molto spesso, chemio e radioterapia hanno già fallito e mancano valide alternative. In questa terra di nessuno, dove si incontrano le situazioni più difficili, la ricerca biomedica ha proposto una nuova strategia: l’elettrochemioterapia. Una metodica innovativa che combina la singola infusione di un farmaco citostatico, con l’applicazione al tessuto tumorale di impulsi elettrici. Questi hanno la capacità di dilatare i pori cellulari, cosicché il chemioterapico può raggiungere concentrazioni all’interno delle cellule 8000 volte superiori al tessuto normale circostante, frammentando il DNA. Privo di effetti collaterali o sequele rilevanti, di semplice e rapida esecuzione, ripetibile, questo approccio terapeutico sta disegnando nuove prospettive in una vasta gamma di applicazioni. Il Dipartimento Melanoma e Tessuti Molli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli ha organizzato per il prossimo 18 giugno, presso l’Aula Cerra dell’Istituto Pascale, un meeting, presieduto dal prof. Nicola Mozzillo e Paolo Ascierto, in cui esperti di più specialità discuteranno i risultati nei più diversi campi: metastasi da melanoma, recidive di tumori mammari e cutanei, ripetizioni di tumori della mammella o dopo chirurgia addominale e metastasi ossee o epatiche. Ma lo scopo del meeting non sta solo nella presentazione dei possibili risultati, perché, sottolinea il prof. Mozzillo, “quando una nuova metodica terapeutica viene proposta è importante stabilire con precisione le indicazioni ed i limiti, organizzando idonei centri di alta qualificazione ove, oltre alla continua verifica clinica, possa essere identificata una sede di apprendimento e divulgazione”.