Categorie sociali del 1 maggio

Michele Ingenito

Operai e studenti. Le due categorie privilegiate che fecero la ‘rivoluzione’ del ’68. Sostenuti dagli intellettuali della sinistra radicale favorevoli agli esami di gruppo e contrari a tutto ciò che sapesse di capitale. Ne abbiamo pagato le conseguenze per interi decenni grazie a quel condimento tutto italiano che insaporì, si fa per dire, la nostra ‘rivoluzione’. Quando eravamo i figli dei nonni attuali, i nonni del dopoguerra che avevano raccolto, loro sì, falce e martello nei campi e nelle fabbriche per ricostruire un paese distrutto dal più grave conflitto della storia. Quei nonni non capirono o, forse, non vollero, abituati com’erano a stare con i piedi per terra e a lavorare sodo rispetto ai figli di nuova generazione. Perché nulla poterono dinanzi ai cervelli di intellettuali oltranzisti innamorati delle novità rivoluzionarie ad oltranza, tra cui quella del 18/30 di gruppo, cosa buona e giusta, così come atto dovuto la collocazione per calci politici nei posti di responsabilità di intere future classi dirigenti. Gli effetti si scontano ancora oggi e li paghiamo tutti. Eppure fu la rivoluzione più importante del tempo e, nei suoi aspetti positivi, certamente utile per coloro che ne intravidero e auspicarono una diversa e propositiva evoluzione. Soprattutto fu, nei principî, una giusta rivoluzione per le categorie sociali oppresse da sempre: operai e studenti, solidali e uniti da comuni ideali. Tranne, evidentemente, per i tre operai e della studentessa dei tempi moderni fiorentini che non hanno esitato a massacrare due giovani ‘colleghi’, di professione carabinieri, nel solito rituale selvaggio e vile di chi rincorre la giustizia fai da te. Contravvenendo alle regole della lealtà e del coraggio, lottando o combattendo vis à vis, per l’appunto. Ammesso che ne avessero titolo. Già, perché i due carabinieri erano (e sono) la legge nell’esercizio delle sue funzioni. E, quindi, date le circostanze, non contrapponibili da pari a pari.E, invece, prima che operai e  studenti, quattro scalmanati e giovanissimi delinquenti fiorentini, reduci da un “rave party” da sballo nel grossetano, hanno pensato bene di festeggiare la “Pasquetta” giocando al massacro contro due carabinieri che avevano osato fermare la loro auto per un controllo di routine. Uno è tuttora in fin di vita, l’altro avrebbe perso un occhio. “Disumano” ha commentato con lucido dolore la madre di una delle due vittime. Bestiale, quindi! Come non dedicare il primo maggio, allora, festa dei lavoratori, a questi due giovani carabinieri. Costretti da settimane a lottare per la vita ‘grazie’ a tre ‘colleghi’, operai e una studentessa, di marxiana memoria! Wojtyila ne sarebbe lieto nella circostanza più memorabile della sua esistenza di Papa ieri e di Beato, oggi!