Cava de’ Tirreni: V^ ediz. a Com&Te, Belardelli

“Mazzini si sentiva un profeta. L’iniziatore di una nuova religione. Credeva nell’immortalità dell’anima e nella reincarnazione. Elaborava la politica all’interno di un disegno religioso. Perciò non concepiva la sconfitta, perché per lui non è la realtà che determina il successo o l’insuccesso, bensì un evento divino. Tutto ciò comportava in lui una visione che potremmo definire un po’ folle e che si rivelava un limite“. Così Giovanni Belardelli, ospite ieri sera del terzo appuntamento della Rassegna letteraria Com&Te, ha narrato alla sala gremita del Social Tennis Club di Cava de’Tirreni, uno tra i miti risorgimentali, e sul quale ha scritto il saggio “Mazzini” (Il Mulino).“Mazzini dal punto di vista delle idee è l’uomo della fondazione dello stato. Ma la sua è una concezione assoluta della politica e della democrazia -ha proseguito Belardelli, rispondendo agli stimoli venuti da Pasquale Petrillo, ideatore e curatore della Rassegna letteraria, e dalla giornalista Tiziana De Sionon applicabile al nostro tempo nel quale, limitare e non eliminare le diseguaglianze è già molto”. Presenti alla manifestazione l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Vincenzo Passa ed in rappresentanza dell’Ente Provinciale per il Turismo il dott. Mario Galdi. Alla concretezza dell’azione pensava, però, Cavour alleando il Piemonte con l’esercito francese. “A Mazzini fa notare Belardelli- va riconosciuta la grande capacità di conquistare l’immaginario nella politica. Riesce, infatti, a far impegnare per la vita un’intera generazione che poi segue Garibaldi nell’impresa dei Mille. Solo dando un crisma divino si può chiedere il sacrificio estremo alla persone”. Secondo Belardelli Giuseppe Mazzini è visto come padre della patria per così dire minore del periodo risorgimentale, in quanto legato all’idea di uno stato unitario ma a guida repubblicana e non monarchica. “Egli stesso si considera uno sconfitto perché l’Italia unita doveva nascere repubblicana.” Infine, così come è stato per Garibaldi, anche Mazzini è stato richiamato sia nell’iconografia fascista, specie con la Repubblica di Salò, che in quella antifascista, con riferimenti alla lotta di classe ed ai lavoratori. Al termine della presentazione l’autore ed il pubblico hanno degustato alcune varietà di dolci tipici offerti dal Distretto Industriale Agroalimentare Nocera Inferiore-Gragnano presieduto da Aniello Pietro Torino.