Mercato San Severino: “Ti ho sposato per ignoranza”

Anna Maria Noia

C’è grande attesa a Mercato S. Severino per l’ultimo appuntamento previsto giovedì 14 alle 21 dal cartellone della consueta rassegna in atto al Comunale di via Trieste: in scena i fratelli Gallo, Gianfranco e Massimiliano – figli d’arte di Nunzio Gallo – in una rivisitazione scenica liberamente ispirata ad una piece firmata dal noto Pasquale Petito. La commedia, la cui regia è stata affidata allo stesso Gianfranco Gallo, si intitola: “Ti ho sposato per ignoranza” e vede la partecipazione della soubrette ucraina Yuliya Mayarchuk. Un’antica farsa di Petito dunque quale spunto per uno spettacolo esilarante scritto e diretto da Gallo, uno show la cui trama si può capire meglio se risaliamo al titolo originale della commedia stessa, che è “A scarrecavarrile”, ossia: “A scaricabarile”.È infatti questo plot una storia di tradimenti e di perdoni, il cui protagonista inconsapevole è un bastone da uomo che funge da asse per una serie di costruzioni comiche modernizzate dai due attori; interpreti che attualizzano e vivacizzano anche la riscrittura stessa del testo al centro del quale rimane però sempre lo spunto del commediografo Petito.Il copione è ambientato negli anni Venti, un’epoca passata ma sul palco anche indefinita, un’epoca in cui la vis comica e la recitazione si avvicinano al moderno sentire e vivere. “Il segreto di ogni matrimonio – spiega Gianfranco Gallo a proposito del tema insito nella sua farsa – consiste per me nel rispetto della libertà dell’altro e nell’accettare i partner così come sono e non come si vorrebbero.”“Riguardo la mia piece – espone ancora Gallo – in essa vi sono due persone apparentemente incompatibili, l’uomo ignorante e la donna colta, calati in una temperie in cui i matrimoni erano combinati per affari. Scoppiettante e positivo sarà il finale.”“Ho stravolto il testo di Petito – dichiara – perché mi diverto a contaminare e a sperimentare nuove tecniche sempre però rimanendo nel solco della tradizione classica partenopea ma innovandola.”“La comicità – esprime l’autore – è innata nell’uomo, nasce e muore con lui. Essa è un occhio critico sulla società, fa vivere meglio la gente. Altro rispetto al teatro è il cabaret, ma se non lo si confonde con le barzellette anche questo genere di spettacolo è apprezzabile.”Infine una battuta sui tagli alla cultura previsti e poi reintegrati: “La cultura – conclude Gianfranco Gallo – è oggi in catene, una popolazione senza cultura non ha futuro.”