Mercato San Severino: spettacolo teatrale

AnnaMaria Noia

Giovedì 24 febbraio u.s. una grande e attesa “prima” teatrale in atto al Comunale di Mercato S. Severino per ciò che concerne la seguita rassegna di drammaturgia, un cartellone/contenitore che ogni anno Fondazione Teatro, retta attualmente dall’attrice Margi Villa, appronta per la gioia di aficionados e habituè della recitazione. Lo spettacolo si chiamava “Non c’è tempo, amore!”. Stavolta a calcare le tavole del palcoscenico della prestigiosa location, la cornice della stessa struttura al centro di S. Severino, sono stati i validi, simpatici interpreti che si sono esibiti nel campo della cosiddetta “nuova drammaturgia” Amanda Sandrelli – figlia “d’arte”: il padre è il cantante Gino Paoli e la madre l’attrice Stefania Sandrelli – il compagno nello spettacolo e anche nella vita Blas Roca Rei, reduce dalla partecipazione a “Fuoriclasse” con la Litizzetto; Edy Angelillo, anch’ella di grande spessore e calibro ma soprattutto nota al grande pubblico per aver preso parte a fiction di successo quali “Un medico in famiglia” e il più recente “Cugino e cugino”, nonché – last but not least, direbbero gli Inglesi (ultimo nell’elenco ma non meno importante) il regista e protagonista della piece Lorenzo Gioielli. Il cast si è cimentato, per la prima volta in provincia di Salerno, in un recital complesso e interessante, ricco di luci soffuse e di momenti topici, trasalenti, intricati e nell’insieme ben resi sul lato tecnico e dal risvolto psicologico, con interpretazioni ansanti, ricche di ironia e malizia, ammiccanti simpaticamente e bonariamente. Anche la scenografia era particolarmente curata e diversa, differente da uno sfondo “solito”, “normale”, stereotipato: al centro della scena un grande orologio con ore bislacche e messe lì a caso, al centro del copione infatti è (era) il Tempo con le sue stranezze e i suoi intervalli particolari, che rintoccano anche le ore dell’età: i protagonisti vivevano infatti nella rappresentazione scenica l’età “critica” dei (quasi) cinquanta anni, un periodo in cui – volenti e soprattutto non volenti – si deve forzosamente tracciare un bilancio di imprese, successi, fallimenti in questo caso nell’ambito specifico di un menage di coppia. Il testo è infatti circoscritto a quattro personaggi in cerca non di un autore (Lorenzo Gioielli) bensì di una relazione romantica e serena che invece è piena di pathos e tradimenti anche e soprattutto a causa del Tempo che passa e che va come su una tabella di marcia, tabella più volte evocata/invocata nel corso della commedia dal tono sapido e particolare. Gemma/Edy Angelillo; Marianna/Sandrelli; Eduardo/Gioielli e Rudy/Blas Roca Rei sembrano fantocci e banderuole agiti e sospinti dalla fretta di consumare qualcosa: questo qualcosa è forse una relazione completa e sincera che vedrà gingillarsi i protagonisti tra amplessi e insicurezze proprio tipiche di chi dà retta al Tempo e alla età e non vuol crescere e affrontare con serietà il suo primo mezzo secolo preferendo vivere alla stregua di eterni Peter Pan. Ciò vale sia per i due uomini che per le interpreti femminili, sulla scena. La commedia fa riflettere sorridendo sui temi già in parte da noi sviscerati: appunto il Tempo ma anche l’Amore e soprattutto la Comunicazione che manca, la Incomunicabilità resa al massimo nell’originale plot tessuto con perizia da Gioielli, sul palco medico amico di Rudy, un super impegnato avvocato, professionista che brucia tutto di corsa: anche il tradimento, il quale in lui – affetto da satiriasi – provoca la decrescita a bambinone. Rudy si affretta, smania, è ansioso di qualcosa di eterno e l’unica in grado di capirlo non è la moglie Gemma – che poi lo tradirà solo per poco con Eduardo – bensì la sciocca, stupida maestrina Marianna (Amanda Sandrelli), che lo coccolerà appunto come un infante volubile, assecondandolo nei suoi contorti e frenetici, snervanti desideri. Convincente nella sua interezza il prodotto di Gioielli, dal ritmo incalzante come una realizzazione cinematografica ricca di spunti riflessivi; i ruoli sembravano ben distribuiti e le battute ben definite e “tempizzate” sincronicamente, proprio in virtù dell’enigma temporale e delle ore che passano lente ma inesorabili perfino per l’amore, non solo per il sesso fine a se stesso che il protagonista inserisce nella sua “tabella oraria”. Una tutto sommata buona recitazione soprattutto per la Angelillo mentre il personaggio caratterizzato dalla Sandrelli appariva mediocre e insipiente, insignificante, come d’altronde il copione prevedeva. E per quanto riguarda le prossime “visioni” al Teatro Comunale di S. Severino, i prossimi spettacoli – sempre di gran calibro – appuntamento prossimamente con un altro “figlio d’arte”: il 10 marzo (ore 21) approderà a S. Severino con un suo spettacolo (“Die panne. La notte più bella della mia vita”) niente meno che il “rampollo” del grande Ugo Tognazzi: Gianmarco, fratello anche di Ricky. Niente è lasciato al caso per quanto riguarda la programmazione del Comunale di S. Severino, grazie alla caparbietà di Margi Villa, che afferma: “Noi di Fondazione Teatro ci impegniamo a fondo per assicurare spettacoli di livello per tutti i gusti e per ogni età, sperando così di accontentare il vasto e giustamente esigente pubblico non solo proveniente da S. Severino ma anche da fuori della cittadina.”“La programmazione del prossimo anno – esprime ancora Villa – è una sorpresa ma posso anticipare che il primo spettacolo avverrà il 3 novembre 2011 e saranno sul nostro palco gli attori di “Novecento napoletano”, ultimamente ospitati ad “Applausi” di Marzullo.”