Salerno: Ferrazzano, le motivazioni di una candidatura

Una rivoluzione nel metodo e una Salerno più aperta e mediterranea, capace di ripartire dalla propria bellezza e dal suo mare. E’ con questi intenti che Anna Ferrazzano lancia ufficialmente la sua corsa a Palazzo di Città. Non un agnello da sacrificare sull’altare di De Luca ma una donna che al modello di una città autarchica condotta dal suo raìs ne oppone una aperta, ariosa e armoniosa dove si riaffermino trasparenza e partecipazione. E ai vip del Pd “scontenti” Anna, avvocato con il “vizio” della politica, e attualmente allieva, come vicepresidente, alla scuola di Cirielli, strizza l’occhio.  Innanzitutto: perché ha deciso di candidarsi? Io non vivo di politica. Per me la politica è passione e così ho inteso anche il mio ruolo alla Provincia, dove fin dal primo giorno mi sono messa al servizio delle persone. E’ il Popolo della Libertà ad avermi scelto, ritenendo di ratificare il risultato di un ben noto sondaggio e di premiare il lavoro svolto finora ed io sono onorata di essere il candidato sindaco della mia città di un grande partito, che ha inteso investirmi del ruolo di rappresentante del suo progetto di governo e di rinnovamento per Salerno. E sono determinata a ripagare questa fiducia riposta in me, naturalmente lavorando insieme ad una squadra di persone per bene, motivate, competenti. Il fatto che il Pdl candidi una donna è un segnale di cambiamento in città anche dal punto di vista delle pari opportunità? E’ forse il primo segnale di novità e di discontinuità, insieme alla giovane età, che è evidente rispetto all’altra parte politica, che da due decenni propone sempre le stesse facce. Io però credo nel valore e nelle capacità delle persone, a prescindere dal genere. Riconosco che le donne hanno una capacità di gestione diversa e maggiore sensibilità, che non si traduce in minor forza. Che campagna elettorale si aspetta e su quali priorità si concentrerà? La campagna elettorale sarà lunga e piena di insidie. Il sindaco uscente ha un vantaggio di venti anni, durante i quali ha di fatto azzerato ogni forma di confronto ed ha potuto fare il bello ed il cattivo tempo. La mia priorità sarà ridare voce ai salernitani, riaprire il dialogo ed il confronto sui temi che reputo decisivi per il nostro futuro. E’ ora di fare un bilancio serio di questo ventennio e capire che cosa ha realmente prodotto per il benessere della nostra città e di noi tutti. Ha dichiarato che il suo, a Palazzo Sant’ Agostino, è diventato “un ufficio di collocamento”. Quanto punterà, nella la tua campagna elettorale, sul tema del lavoro? Mi riferivo al fatto che affronto quotidianamente, come assessore al ramo, l’enorme disagio che vivono padri di famiglia che hanno perso il lavoro, giovani e donne che non riescono a trovarlo. In quest’anno mi sono spesa per risolvere decine di crisi aziendali ma tutelare i lavoratori con gli ammortizzatori sociali non può bastare. Non è compito della politica fare impresa ma è suo compito disegnare scenari. Quello di Finmatica, andato a male, per esempio lo era. Sta il fatto che dopo quel flop nessuno osa più parlare di fabbriche. Forse perché è più semplice fare piazze ed aggiustare strade piuttosto che darsi da fare per i capannoni. Più facile sì, ma non più utile e necessario. Se dovessi diventare sindaco, io metterei al primo posto la creazione di condizioni e convenienze per chi vuole investire  e mi concentrerei, nella progettazione del futuro, su idee fattibili utili ed economiche. A Salerno 30 anni fa, a via Allende c’era il più importante Centro di ricerca della telefonia privata in Italia. Era della Face Sud. Fu lì che vennero messe a punto le innovative centrali telefoniche numeriche che avrebbero presto reso obsolete quelle digitali. E poco più avanti, nella zona industriale, dove pare si voglia impiantare un nuovo quartiere suburbano, fiorivano industrie di standing internazionale. Oggi tutte dismesse e consegnate all’archeologia industriale della città.  Altri tempi, che bisogna non solo evocare ma provare a ricostruire con una nuova politica industriale della città, passando dalla cultura dell’effimero a quella del socialmente utile. Non crede che investire in grandi opere e in attrattività turistica, due cavalli di battaglia del Sindaco, sia una scelta giusta; o piuttosto lo sviluppo della città deve passare anche attraverso altri canali? Salerno è una città naturalmente bella ed anzi progetti di cementificazione come il Crescent e la Vela ne minacciano il volto storico.  La verità poi è che il progetto di città-turistica non ha segnato decisivi passi avanti. I salernitani continuano a vivere di professioni e di commercio. Una semplice considerazione: è immaginabile una “capitale del turismo mediterraneo” con spiagge rachitiche e impraticabili? Dopo 20 anni urge ancora il ripascimento degli arenili e la valorizzazione della risorsa mare, che io considero una priorità. Insomma, se il progetto era di trasformare il capoluogo in un’attraente location del Mediterraneo, allora bisognava muoversi con una scala di priorità che avesse al primo posto il recupero di spiagge e balneabilità e tutto il sistema di accoglienza, e quindi alberghi, viabilità, parcheggi, aeroporto, porto turistico per navi da crociera. E comunque le maggiori opere pubbliche della città non hanno ancora visto la fine né probabilmente la vedranno: Sea Park, polo informatico e città cablata sono state cancellate; il palazzetto dello sport davanti al Medusa è fermo; la metropolitana De Luca la iniziò nel 1997 e ad oggi non è in funzione. A quando poi la gara per arredi e sicurezza dell’incompiuta cittadella giudiziaria per cui non c’è più un euro disponibile? La stazione marittima intanto ha subito un nuovo rallentamento, mentre si era annunciata la sua ultimazione nel 2008, così come la Lungoirno doveva essere completa per quella data ed ora non è dato sapere quanto costerà il secondo “varco” che dovrà sbucare al Grand Hotel. Meglio sarebbe, secondo me, arginare la desertificazione industriale e produttiva, riqualificando l’area ASI e raccordandosi in modo non strumentale sia con Confindustria che con la Camera di Commercio e l’Università di Salerno. Quanto è importante la partita della logistica per la nostra città, e, in particolare, una volta al Comune, ritornerebbe a sostenere la sfida dell’aeroporto? La mobilità è decisiva per la vivibilità: anzitutto i salernitani vogliono una città ordinata e non la paralisi del caos di veicoli che è diventata la norma. La logistica è decisiva per lo sviluppo, anche turistico: il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale che ci prepariamo a varare prevede non a caso la delocalizzazione del porto commerciale con la creazione dell’isola-porto di Battipaglia e la realizzazione di una piattaforma logistica a servizio delle attività portuali a Mercato S. Severino. Quanto all’aeroporto, per il quale il governatore Caldoro ci ha garantito i fondi per l’allungamento della pista, non se ne può fare a meno. L’accordo con Alitalia si è confermato come un’ottima occasione di promozione del nostro territorio ed il bilancio del primo mese di ripresa dei voli è molto positivo, con oltre 1.600 passeggeri. La Provincia di Salerno sta inoltre potenziando le infrastrutture a servizio dell’aeroporto con la realizzazione di uno svincolo della tangenziale di Salerno dedicato, che garantirà il collegamento con la Aversana. Si sta impegnando in primissima linea per sanare il problema rifiuti, quali scenari possiamo attenderci? La recente edizione del Premio Comuni Ricicloni di Legambiente ha testimoniato che c’è una Campania che non conosce l’emergenza rifiuti e Salerno e la sua provincia sono sicuramente in prima fila. Il mio auspicio è che si completi prima possibile il passaggio alla società provinciale di tutte le competenze relative alla gestione del ciclo dei rifiuti. Solo così ci si potrà assicurare intanto che i proventi della Tarsu siano realmente utilizzati per la gestione della raccolta, a garanzia del miglioramento dei servizi ma anche dei diritti dei lavoratori dei Consorzi, che oggi pagano le conseguenze delle pesanti situazioni debitorie dei Comuni – e il Comune di Salerno ha un debito di 35 milioni di euro! –  che impiegano queste risorse per altri scopi. In ogni caso il ciclo dei rifiuti potrà dirsi chiuso soltanto con la realizzazione del termovalorizzatore e, ad oggi, il dato certo per quanto riguarda Salerno è che, per due anni e mezzo, il sindaco è stato commissario e non è riuscito a concludere l’iter, mentre la Provincia, in meno di un anno, ha adempiuto al dovere affidatole dalla legge ed ha bandito la gara d’appalto per la realizzazione del termovalorizzatore. La procedura va avanti regolarmente e si chiuderà a fine gennaio. Ha paura del voto disgiunto e del “tradimento” di alcuni membri del suo partito? E’ ora di finirla con questo mito di De Luca uomo di destra, lui è un vetero-comunista nei metodi e nella gestione del potere! Ma ci ricordiamo della sua storia politica personale, oltre che del suo spregio per ogni partito, compreso il suo? Se ne serve solo quando gli fa comodo ed è funzionale ai suoi interessi. Io sono il candidato sindaco del Popolo della libertà e chi si riconosce nei valori del centro-destra deve sostenere il progetto politico del Pdl. Un progetto democratico in cui possono riconoscersi anche gli elettori cattolici e moderati, che non sarebbero mai rappresentati dal tiranno. E’ ancora d’attualità il tema delle alleanze o le separazioni sono assolutamente insanabili? Per noi l’unità è un valore a cui bisogna sempre tendere, ma nella chiarezza dei rapporti politici e dei contenuti programmatici. E’ in-torno a questi principi, che sono necessari per garantire il buon governo, che credo fino alla fine nell’opportunità di dialogare e confrontarsi. Il mio auspicio è che il progetto del centro destra ancorato e identificato con la mia persona, ma anche con una squadra di alto profilo, possa crescere sempre di più. La mia sarà una squadra fatta di uomini e donne nuovi, persone perbene che vogliono dare e non avere dalla politica e che non vivono di politica. Il dibattito è aperto.

(Il Guiscardo 14/01/2010 – Intervista di Eleonora Tedesco)